martedì 12 maggio 2015

La morte del Porno, riposa in pace, Pornografia.

Avendo aperto un blog che parla di cinema che spesso supera ogni limite, era inevitabile parlare anche di pornografia, spesso non fine a se stessa. Il mondo del Weird, e soprattutto degli Shock-movies, è spesso pregno di scene hardcore, che si mescolano a concetti cosmici voluti dai registi, da scene accusatorie, la pornografia, viene spesso usata per lanciare un forte attacco alla società o ad una parte di essa, prendiamo ad esempio "Salò o le 120 giornate di Sodoma"; "A serbian film" (che vi prego, non venitemi a dire che è il film più malato e perverso mai girato...) e anche "Otto; or, up with dead people", ma non solo, a volte le scene porno, servono solo a creare shock e portare la pellicola a toccare eccessi, che non si avrebbero senza determinate scene, mi viene il mente la trilogia di "August's Underground", la "Vomit-gore Trilogy" di Lucifer Valentine, così, giusto per farla breve. Ma, che piaccia o no, il porno è un elemento fondamentale nel cinema estremo, e forse è estremo già di suo. Il primo film etichettabile sotto questa definizione, si ebbe nel 1970, una pellicola che proveniva dalla Danimarca, intitolata "Sexual Freedom in Denmark" prima di allora, i film chiamati (forse) erroneamente porno, erano realizzati solo simulando gli atti sessuali, senza mai avere un effettivo contatto tra gli attori, e prima ancora, esistevano solo pellicole passate come arte, e quindi arrivate nelle mani solo di chi "poteva apprezzarle", mi riferisco agli "Stead Film" (si dice così? Illuminatemi per favore !), che altro non erano che scene sessuali, più o meno esplicite, completamente a camera fissa e musiche da organetti in sottofondo, se ne vedono alcuni spezzoni, in alcuni film di Tinto Brass. Fino agli sgoccioli degli anni 60 quindi, non esisteva nulla di sessualmente esplicito su pellicola, la ricerca del sesso visivo, era relegata alle riviste da occultare, da comprare sotto banco e con imbarazzo.fatte di fotografie camuffate spesso come pose artistiche, e ai fumetti erotici, anch' essi non privi di aneddoti gustosi per l' appassionato, ad esempio la censura sui capezzoli delle ragazze, che portò qualche anno dopo, al ridisegno del particolare anatomico, in tutte le tavole, tanto che il disegnatore addetto a tale scopo, si guadagnò subito l' appellativo di "Restauratore di capezzoli". Belle storie, certo, e ce ne sarebbero da raccontare, ma noi siamo qui per il cinema, quindi, saltiamo tutta la preistoria della pornografia, e torniamo alla nascita del genere in ambito cinematografico, nel 1970. La pellicola danese sopracitata, era poco più di uno pseudo documentario sulla sessualità, le leggi danesi del periodo, parlavano chiaro, il permesso di riprendere atti sessuali espliciti c' era, ma era concesso al solo scopo didattico-illustrativo, sia chiaro ! E fu così, che per qualche anno, si proseguì sulla falsa riga dei documentari avanguardistici, per girare pellicole di timido porno, più vintage del vintage, che trasudavano curiosità voyeristica, ancora vissuta, sbirciando con un occhio solo, nonostante, la grande diffusioni di testate giornalistiche quasi completamente incentrate sul genere, come ad esempio la nostrana "Le Ore". Qualche mese dopo, sempre nel 1970, sfruttando il clamore creato da "Sexual Freedom in Denmark", esce negli Stati Uniti "Mona : The virgin ninph", che è il primo esempio di film porno, con una trama vera e propria, trama che sfiora il trash a dire la verità (una ragazza, Mona, vuole rimanere vergine fino al giorno delle proprie nozze, ma, il suo lato oscuro, la tormenta con il continuo desiderio di avere rapporti orali), di interessante e leggermente weird, c'è  solo la scena dove la protagonista, è vestita da bambina, in braccio a suo padre, scena davvero forte per l' epoca. Nasce quindi, di pari passo al genere, la davvero ingombrante presenza dello stereotipo. L' immagine della lolita pura e tentatrice, casta, ma vogliosa e disinibita, è il primo personaggio tipico del genere che troviamo. Presenza questa, che non fa altro che andare a stuzzicare certe fantasie, rendendo il tutto meno reale, allontanando (per ora ancora di pochi passi), lo spettatore, dall' idea (seppur fittizia) di poter davvero arrivare a sperare in un amplesso con la protagonista, cosa che ha portato ai "POV" di oggi. Tornando negli anni '70, è solo quattro anni dopo, che si ebbe il vero boom : Gerard Damiano, porta nelle sale il suo "Deep Throat", un fenomeno tale, da aver creato pellicole che non sono altro che plagi su plagi, pregno di storie di retroscena, aneddoti, voci di corridoio, denunce legali e un alone di mistero, che alimentavano la brutale e morbosa curiosità voyeristica, dello spettatore di quegli anni, che ad un tratto si trova catapultato in quel mondo così estremo e scandaloso, stupendo e vergognoso. Se da un lato l' opinione pubblica, condannava tali pellicole, dall' altro ne incominciava ad essere affascinato e le ricercava, come con tutto ciò che esiste di moralmente "proibito". Nonostante Gola Profonda, non fosse un film che spiccasse per una trama particolarmente brillante, o per una produzione eccelsa, riuscì a divenire un prodotto quasi mainstream, un cult in breve tempo, che riuscì a spalancare definitivamente le porte a ciò che era il porno esplicito, visto come cinema, quindi come un film, come "arte", andando oltre tutto ciò che era la mera sex-esploitation delle pellicole precedenti. Un film che riuscì ad arrivare nel posto giusto, nel momento giusto. cavalcando l' onda del '68, agganciandosi pienamente ai pensieri di amore libero e cinema post-neorealista (il dopoguerra era finito da un pezzo, e quelli erano gli anni di transizione, dalla guerra, dal dimenticarsi della misera dei decenni passati, al benessere economico-sociale, a ciò che si avviava ad essere il mondo moderno), la musica che accompagnava le scene esplicite, era giovane, fresca e strizzava l'occhio ai giovani della contestazione, era tutto "puro anni '70", dove tutto era fresco, dove tutto era arte e dove tutto era forzatamente ribelle, anche a costo di diventare stucchevole. Dal momento del primo orgasmo di Linda, in Deep Throat, la pornografia inizia a vivere di vita propria ed a camminare con le sue gambe. Tutto questo scalpore, non poté che attirare a se i media e l' opinione pubblica, così si ebbero prodotti più o meno di spessore, che contestavano proprio questo nuovo scandaloso genere, i produttori ed i registi della vecchia guardia, tanto amati dal pubblico, si lanciavano frecciate maligne l' un l' altro, basti citare "Il comune senso del pudore", film ad episodi del 1976, tutti a tema, che racconta come quelli erano gli anni dove ciò che faceva scandalo, ora non lo fa più, dove ciò che era estremo, ora è in mano agli adolescenti e gli anni, dove al voler troppo, si finisce per storpiare, non solo il pudore, non solo la vergogna e l' intimità, ma l' arte del cinema stesso, che smette di vivere di sensazioni e sentimenti, per soddisfare la morbosa curiosità dello spettatore, affamato di shock (sex) esploitation. Da allora l' industria del porno, cominciò a guadagnare denaro in grande quantità. I cinema si specializzarono in pellicole a luci rosse, nacquero i famosi cinema porno, dove tra gli sguardi imbarazzati dei presenti e le poltrone sporche di solo Dio sa cosa (!), si poteva godere di questi film, che venivano prodotti a decine, nella Hollywood più nascosta e disinibita, che tuttavia, riscuoteva successi su successi, creando le sue vere e proprie star. Dal '76 in poi, si iniziano a vedere produzioni che superano persino i limiti del porno, cioè pellicole pornografiche per omosessuali e, quello ben più estremo, cioè il porno con animali. Questi due sottogeneri, ebbero grandissime difficoltà, soprattutto dal punto di vista legale. L' omosessualità, soprattutto maschile, era assolutamente discriminata, il fatto stesso che un gay, guardasse un porno (come facevano praticamente tutti ormai), era una cosa da abiurrare completamente, da schernire e condannare, che rendeva il povero ragazzo, un pervertito senza scusanti. Per il genere zoofilo poi, c' è bisogno di commentare ? Bodil Joensen, in Danimarca, faceva vomitare ed innamorare i cultori di tale genere, dopo alcuni porno più normali, volle lanciarsi in questa avventura bestiale, con cui ebbe la notorietà, un titolo su tutti, fu "Animal farm", morì a soli 40 anni per problemi epatici, dovuti alla sua dipendenza dall' alcool. Di pari passo, andava creandosi, anche un porno con una trama più seria, più vicina al thriller e all' horror, in chiave shock movies, possiamo quindi dire, che ormai, il genere, aveva creato dei sottogeneri, che rendevano il porno, un ingrediente adatto a tutte le salse. Diveniva qualcosa che poteva essere un film vero, non legato, obbligatoriamente ed essenzialmente, alle scene di solo sesso, ma dove il sesso stesso, diveniva solo un momento del film, ripetuto per tutte le volte che si riteneva necessario. Si mette in scena, in chiave pornografica, il concetto di "Eros e Thantos", dimostrando che il sesso, può contribuire al cinema, divenendo arte, se solo lo si desidera. Nel mondo, l' esplosione più totale della pornografia, si ebbe con l' arrivo degli anni '80. Dal nord Europa e dagli Stati Uniti, il porno viene prodotto praticamente ovunque, dal Giappone, al sud America e anche in Italia, dove Riccardo Schicchi, fonda la casa di produzione, dedicata a pellicole a luci rosse "Diva Futura", ma, la grande intuizione di Schicchi, fu quella di portare il mondo del porno, fuori, dai sexy shop e dai cinema a luci rosse, ma proporlo al grande pubblico (anche se in forma assolutamente soft), si ebbero quindi spettacoli a tema fortemente erotico, contraddistinti però, ad una eleganza velata, dove si cercava di eccitare lo spettatore, strappando anche un sorriso, un interesse che non si limitava alla scena in se. Canali privati, trasmettevano ormai spettacoli e film soft, in televisione dopo una certa ora e persino il mondo della politica fu invaso, l' Italia ormai, aveva superato lo stupore iniziale del decennio precedente, ed iniziava a riconoscere al porno il posto che si era ritagliato nella società, senza rinunciare però, alla falsa ipocrisia. Complice anche una grande simpatia, oltre alla bellezza e l' aria da Hippie sbarazzina, Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, diventa una vera star, nel 1986 esce "Telefono rosso", una commedia porno, che appare ancora legata al peggio del trash della commedia sexy degli anni 70-80 (genere che personalmente adoro alla follia), cult è comunque la scena del serpente e qualche citazione da film di ben altro spessore. Con lo spettacolo dal titolo "Curve pericolose", nasce il mito di Moana Pozzi, ma subito l' ipocrita borghesia radical chic, le volle entrambe denunciate per offesa al pudore, non facendo altro che attirare l' occhio dei media sulle due scandalose star, che portarono Moana, a lavorare in spettacoli televisivi ben lontani dal mondo dell' hard. Nel 1987, con il film "Fantastica Moana", la sua bellezza viene celebrata nel migliore dei modi e da questo momento, la Pozzi non perse occasione per dimostrarsi una persona estremamente intelligente, che riusciva tranquillamente a tenere testa ai benpensanti dei salotti televisivi italiani, entrando definitivamente nelle leggenda, con la sua entrata in politica, distruggendo ogni barriera di ipocrisia e bigottismo, era nato il "Porn Star System". Moana, era ormai amata da tutti, restò un mito per i ragazzi di allora, che si rafforzò, come spesso accade, dopo la sua scomparsa nel 1994. Con Marc Dorcel, nel 1989, si ebbe il porno d' epoca, affiancando immagini pornografiche, ad un film in costume, ambientato nella Francia del 1700, con "Initiation d'un jeune marquise", nasce il porno più "chic", quello più legato al concetto di erotismo, che deve per forza essere artistico ed elegante. Niente immagini volgari, niente sesso fine a se stesso, fatto solo per eccitare lo spettatore, ma un concetto di pornografia "pulita", elegante e raffinata, in contrapposizione all' idea che vuole il sesso, ed il porno più che mai, sporco e volgare. Tutto ciò, nonostante l' esplicito carattere pornografico della pellicola, la musica classica di sottofondo, le inquadrature studiatissime e la fotografia, palesemente ispirata agli artisti impressionisti, ne fanno un prodotto che eleva il porno, non più a qualcosa di mero uso e consumo, ma ad un genere, che trova qualcosa da dire, modi per intrattenere ed affascinare, al di là delle scene sessuali. Gli anni '80, sono contraddistinti anche per l' avvicinamento del porno, all' horror : Joe D' amato (al secolo Aristide Massaccesi), dopo aver ampliamente esplorato il mondo dell' eros, con la serie di "Emanuelle", sforna dei porno-horror che creano di fatto un nuovo genere, basti citare pietre miliari come "Le notti erotiche dei morti viventi", "Porno Holocaust". Da adesso in poi, i tipi di porno messi in scena, sono limitati solo dalla fantasia, vedremo l' avvento delle parodie di film famosi, di favole della Disney, nasce il genere "Gonzo" (fingere di abbordare una ragazza a caso per strada e girarci un porno in POV), un modo per tornare alla realtà del sesso, alla riscoperta della "ragazza della porta accanto". Gli estimatori del porno, iniziano a scocciarsi degli stereotipi che vogliono le bambolone super maggiorate, bionde e dagli sguardi provocanti, ma si scopre il desiderio di una sessualità più intima e meno artefatta. In Giappone, le leggi sulla pornografia, sono molto restrittive, quindi si svia alla legge, creando un genere di porno fatto di animazione, non più attori in carne e ossa, ma disegni animati a carattere pornografico, che per aggirare ancora le lggi, trasformano i falli in tentacoli e gli uomini in mostri, era nato l' Hentai, di pari passo ai film con transessuali (anche in Italia) e transessuali donne, che diventano uomini. Con il mercato delle VHS, degli anni '90 e l' avvento dell' home video, si entra in una nuova vita per il porno. I videoregistratori in VHS, erano nelle case di chiunque, ormai da circa un annetto, il tempo necessario per apprezzarne le potenzialità, i sexy shop quindi, fino ad allora rilegati in qualche vicolo di qualche metropoli d' oltreoceano, iniziano ad aprire anche in Europa ed in Italia, nascono le videoteche con le sezioni "V.M.18" e le parodie di altri film, girate in chiave porno, raggiungono qui, il loro apice (Biancaneve e i sette nani di Lo Cascio, ha fatto scuola !). Ma, da questo momento, iniziano ad essere prodotti film porno che hanno esauritogli argomenti, figli di un genere che fin dai primi ciack, ha sempre premuto a fondo sull' acceleratore, finendo di rimanere senza carburante dopo due o tre decenni appena. I film prodotti iniziano ad essere vuoti, con trame che sono solo un pretesto per mettere in scena carne su carne, senza un motivo valido, se non quello dell' atto masturbatorio, fine a se stesso. Un vero e proprio svuota palle. Per fortuna, si trova nuova linfa vitale con la serie di film di "Concetta Licata", di Mario Salieri del 1995, con protagonista femminile Selen, film che riporta il porno a voler essere un genere di denuncia, fatto di messaggi e mediazione artistica, allontanandosi da ciò che il genere, andava via via diventando. Anche qui, gli aneddoti legati alle pellicole di Salieri, si sprecano, come quello che vuole il primo film della saga, girato in una vera chiesa consacrata, che venne poi, sconsacrata dal Vaticano, dopo l' uscita del film. Fino ad ora, le star del mondo del porno, erano state tutte donne, si tendeva a rilegare il maschio come una comparsa, un "oggetto" sessuale, messo li per servire le voglie delle vere star, le regine del set, cioè le attrici donne, ribaltando una realtà maschilista, e, ancora una volta, aggrappandosi alla controcultura che andava rafforzandosi sempre di più, di pari passo, ovvero quella del femminismo. Gli attori porno maschi, erano pochi (ad esempio Ron Jeremy e John Holmes) e celebrati per lo più per le loro misure anatomiche, che per la bravura recitativa. Ma ecco che dagli anni '90, nasce la prima vera pornostar maschile, italiana, cioè Rocco Siffredi. Diciamo pure che fino ad ora, non si era mai vista una tale produzione di pellicole pornografiche. Arriviamo quindi agli anni 2000, dalle videocassette e i DVD, si passa al Personal Computer. Fino a poco tempo prima, si potevano caricare pochissime immagini sui floppy disc, in bassa risoluzione, ma la tecnologia si evolve in tempi rapidissimi, quello che si aveva prima in un decennio, ora lo abbiamo nel tempo di quattro o cinque mesi al massimo (al massimo !), ed ecco quindi intenet. Con l' arrivo della rete, cade il concetto di "film porno", a cui la gente si era abituata nel tempo, e nasce un concetto tutto nuovo, cioè quello degli "All Sex Movies" : Niente trama, niente mediazione artistica, niente contesto, solo sesso, su sesso, su sesso. I film sono episodi che hanno come unico filo conduttore, quello di essere legati ad un solo genere di porno (Orale, anale, cumshots e così via), ma che non hanno niente a che fare con il resto del film, tanto che possono essere anche separati e visionati (usati !) uno alla volta. Le case di produzione si allontanano da ciò che era il classico film porno, che rimane un prodotto vintage o riservato a nostalgici ed appassionati, non c'è posto nel mondo affamato di oggi, per il film del genere. Lo spettatore è ammaestrato, sa cosa vuole e lo vuole adesso e veloce ! Ha fretta, ha voglia e vuole togliersela adesso, nascono così siti pornografici che danno la possibilità di arrivare in fretta a qualsiasi genere di porno desideriamo, con video che durano cinque minuti appena, e che ci danno la possibilità di caricare e mettere in rete i nostri stessi video, realizzati in maniera del tutto amatoriale, per il puro piacere di riprendersi (ovvio che i filmetti fatti in casa, esistevano anche prima, ma erano filmati su VHS occultati, nascosti, adesso invece è facile e veloce realizzarli, caricarli e condividerli con mondo intero). Il mondo dei film porno, è definitivamente morto, sono nati gli "All Sex Videos". Di positivo, ci sono le scene delle Performance Art a carattere pornografico e la loro più semplice reperibilità, ma  un qualcosa che si allontana dal cinema e dal video, per entrare in un mondo suggestivo, fatto puramente di arte, che usa lo strumento pornografia, come oggetto per la pura espressione della propria arte (roba da vedere, weird-seekers !). Riguardo al porno, la nuova frontiera, pare essere la videochat, dove non si parla più di cinema, né di nulla che lo riguardi, ma solo di uno sfogo sessuale, legato al voyerismo più puro, che pare essere l' unica cosa davvero intramontabile. In pratica pagando la cifra pattuita, un po' come pagare una prostituta virtuale, ci si gode il suo spettacolo dall' altra parte dello schermo e, a quanto pare, tutto ciò, si avvia a diventare del tutto gratuita. E' la fine. Riposa in pace, Pornografia.
                                                                                               A cura di Anthony

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