giovedì 30 agosto 2018

La Bufera sull'Agglutination Metal Fest e la risposta dei Death SS


ATTENZIONE : Articolo già pubblicato da me su All Around Metal

La stampa è un mezzo potente. Lo sappiamo tutti e come tutte le cose potenti, è molto, molto pericoloso darla in mano a chi non è capace di controllarla, perché come ci insegna il buon Spiderman “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”, ed anche il rischio di fare, o di dire, come in questo caso, grandissime stronzate.  Quando si parla di qualcosa che non si conosce soprattutto, si rischia non solo di fare una grandissima figura di merda e questa, ben venga, perché è così che si combatte chi ha la bocca inversamente proporzionale alle dimensioni del cervello, ma soprattutto, si rischia di fare dei grossi danni ad altri e questo non si deve permettere che avvenga. Mi riferisco alla inutile, ridicola, stupida e vergognosa polemica che si è abbattuta sull’Agglutination Metal Fest negli ultimi giorni, in particolare sulla vicenda che vede coinvolti (eh, si, dopo quarant’anni di carriera…) i Death SS. “Satanismo”; “E’ stato commesso uno scempio”; ”Il popolo lucano non merita questo” ma soprattutto “Sacrifici di animali” e “Tombe profanate”, fin qui, ci sarebbe da ridere e mandare a cagare, se non fosse, che l’Agglutination è il più grande festival di Heavy Metal del sud Italia, che è il più longevo di tutto il nostro Paese e che è sempre una grande festa ogni anno. I Death SS sono una band molto scenica e teatrale, che si rifà spesso al teatro nero e agli spettacoli di inizio ‘900 del “Grand Guignol”, un particolare tipo di opere teatrali, caratterizzate da un gusto molto macabro e violento. Opere Teatrali, scena, finzione, ARTE, che evidentemente chi ha rivolto queste accuse alla band, non conosce e non riesce a comprendere, ma, da che mondo è mondo, l’arte deve essere irriverente, per smuovere le coscienze e portare la gente a pensare…prima di scrivere cazzate! Mi sono sempre chiesto perché un libro horror, è comunque una grande opera, un romanzo gotico, cultura; perché un film horror, è una “cosa da ragazzini”, per spaventare le compagne di classe per poi tranquillizzarle a colpi di baci e carezze; ma una canzone metal no, quella non può essere che satanismo e quindi prete, parrocchia, indagini, sacrifici umani, esorcismi! Siete davvero ridicoli, seppur interessanti. Interessante è come non capite che come esiste un film horror, così esiste anche un libro horror ed allo stesso modo esiste anche la musica dell’orrore! Nessuno si sognerebbe di dare del satanista al regista de “L’Esorcista” oppure a Dario Argento e, tenetevi forte : I Death SS fanno musica dell’orrore !! Pazzesco vero? Eh già, ma è così, mettetevi l’anima in pace, l’horror metal è stato proprio creato dalla band toscana negli anni ’70, figlio di quello shock rock che ha reso celebri Alice Cooper, Kiss, Mercyful Fate e King Diamond, lo stesso Marilyn Manson e molti altri grandi artisti che, oggi, all’inizio della seconda metà del 2018, si devono sentir dire le stesse cazzate di quarant’anni fa. Ma che parliamo a fare? Vorrei soffermarmi soprattutto sulla grandissima, enorme cazzata dei presunti “Sacrifici animali”, compiuti dalla band stessa: Steve Silvester (fondatore e cantante dei Death SS), è vegano, VEGANO, gestisce un ristorante a Firenze, il cui menù è totalmente vegano ed inoltre, è in prima persona impegnato nel difendere i diritti degli animali, aiutando i canili, i rifugi per animali, le colonie feline e via dicendo, una persona straordinaria, di una sensibilità e passione unica, che si deve sentir dire che uccide animali, per scopi occulti e satanici. Un’accusa ridicola e vergognosa, che copre di infamia unicamente chi l’ha mossa e chi gli dà retta. Una persona tra l’altro molto famosa, spesso invitata a partecipare ad eventi sulla RAI e che ha recitato nei panni di se stesso, anche in una fiction! La cosa buffa, è che alla fine dello show, Gerardo Cafaro (da sempre organizzatore e patron dell’Agglutination), è salito sul palco per salutare il pubblico dicendo “Ringrazio Dio che sia andato tutto bene, ho pregato tanto e il Signore ci ha concesso anche quest’anno la nostra festa!” e tutti, tutti nel pubblico, hanno applaudito e ringraziato. Io ero presente, al contrario di chi ha attaccato l’evento, che si sono informati “con articoli e video”, articoli di chi ne sapeva anche meno di loro e gli unici video del concerto che ho trovato, sono su youtube ripresi dal pubblico con i cellulari, che a causa delle luci e del movimento, al massimo si riconoscono le sagome, come si può sperare di informarsi guardando materiale del genere? Non voglio entrare poi nella vicenda politica, perché come sempre in Italia, quando accade qualcosa è sempre per motivi politici, perché quando non si può battere qualcuno alle urne, è meglio screditarlo il più possibile stando all’opposizione, gufando per una fine di mandato anticipata. Quello che mi chiedo, è cosa ci fa in politica, gente a cui non frega niente della propria terra. Queste persone non sono qui per fare del bene all’Italia, al territorio lucano o alla città di Chiaromonte, ma evidentemente solo per screditare, infangare e coltivare interessi personali. Vado ogni anno a Chiaromonte, ho amici che vivono ed abitano lì, so quanto può essere isolato e deserto, soprattutto in inverno, ma conosco anche il cuore e la cordialità dei residenti, che sempre accolgono il festival con interesse e gentilezza, da ventiquattro anni accolgono questi capelloni coi tatuaggi e i vestiti di pelle, che magari portano anche un po’ di allegria e qualche (brutta si intende) faccia nuova. Se davvero tenessero al bene della propria regione e città, aiuterebbero un festival che fa comunque incassi che restano a livello locale, invece di far ridere i polli, chiedendo ridicole sanzioni di “50 euro”, perché “I Death SS hanno bestemmiato”, cosa tra l’altro, assolutamente non vera. Avrebbero aiutato l’organizzazione e avrebbero accresciuto la popolarità e possibilità dell’Agglutination di crescere e creare turismo, invece di infangare chi con grande fatica, impegno, e rimettendoci di tasca propria, ha sempre lavorato per il solo amore dell’arte, della cultura e per amore della propria terra. Per concludere, voglio dire che sarebbe troppo comodo per me ora, ricordare ai signori accusatori, che proprio in questi giorni, Papa Francesco è al centro delle polemiche per gli scandali di pedofilia nella Chiesa e che quindi farebbero meglio a pensare ai loro problemi, invece di attaccare uno show, tra l’altro a pagamento, a cui si assiste solo se lo si vuole! Invece voglio invitare, con tutto il rispetto e l’amicizia che posso, queste persone ad informarsi meglio, su cos’è realmente il mondo metal, dove fratellanza, amicizia e sensibilità, sono molto più presenti che in qualsiasi altro ambiente abbia io frequentato, ad informarsi sulle band e sulla loro arte e studiare cosa è realmente il satanismo, in modo che vedranno con i loro occhi, che la cattiveria e i rituali di sangue, non fanno parte della nostra arte, sarebbe troppo facile attaccare, insultare e far notare le ipocrisie e la cattiveria con cui hanno infangato un evento che è già di per se complicato da mettere in pratica, figuriamoci nel sud Italia, dove anche le band più grandi e famose, non mettono mai piede, “sarebbe una volgare manifestazione di potenza” (giornalistica), tanto per fare una citazione a tema, far notare che se questa è “la musica del diavolo”, allora è quella di Dio, ad avere qualche problema. 

Anthony

Ecco il comunicato pubblicato sulla pagina dei Death SS, riguardo la vicenda. A Gerardo Cafaro e ai Death SS il nostro sostegno e la nostra solidarietà. #lungavitaagglutination
Anthony
I DEATH SS RISPONDONO ufficialmente alle accuse da parte del “Consiglio Pastorale Parrocchiale e gli Operatori Pastorali” di Chiaromonte, in seguito al concerto Agglutination.

Riscontriamo il comunicato firmato dal “Consiglio Pastorale Parrocchiale e gli Operatori Pastorali” di Chiaromonte (PZ) all’indomani del Festival Musicale Agglutination del 19 agosto 2018, del quale respingiamo integralmente il contenuto.

Chi ha predisposto il comunicato, con toni solo apparentemente pacati, sembra ignorare che in Italia la libertà di espressione, anche artistica, è tutelata dalla Costituzione senza limitazioni di sorta; e che reati anacronistici, come quelli cui il comunicato sembrerebbe fare riferimento, sono stati depenalizzati.
Ciononostante ci troviamo costretti, per difendere la nostra immagine, a rispondere punto per punto alle accuse che ci vengono mosse.

Da più di 40 anni i DEATH SS portano in scena con successo sia in Italia che all’estero una rappresentazione teatrale di genere horror/grand-guignol, e sono considerati capostipiti di un genere musicale e artistico che fonda le sue radici sulla rappresentazione di scene DARK - GOTHIC - HORROR, alla stessa stregua della visione di un film, come del resto fanno da decenni altri artisti di riconosciuta fama mondiale, quali BLACK SABBATH, ALICE COOPER, ROB ZOMBIE o MARILYN MANSON tra i tanti.

La band non interagisce col pubblico, limitandosi a suonare e a portare in scena i vari sipari teatrali che la singola canzone interpretata richiede, senza emettere proclami o incitazioni di sorta, a favore o contro qualsivoglia ideologia religiosa o politica.

La band non ha mai professato apertamente alcuna religione, né tantomeno promosso il satanismo o atti di vilipendio al cristianesimo o ad altre confessioni; né i suoi musicisti appartengono ad alcuna associazione religiosa. L’uso di alcune iconografie religiose ha puro scopo teatrale.

Le croci utilizzate sul palco sono coreografie rappresentanti un cimitero, entro il quale si svolge la rappresentazione in copione, e non sono utilizzate capovolte come nell’iconografia satanica (che chi ha predisposto il comunicato dimostra di non conoscere). 
La croce di fiamme esibita durante la canzone “Terror” non intende profanare il Crocifisso in alcun modo, bensì l’esatto opposto, in quanto rappresenta la luce della ragione che mette in fuga le anime erranti (in questo caso gli zombie che escono dal cimitero, interpretati da appositi figuranti truccati).

L’atto autoerotico che sembra tanto scandalizzare il Consiglio Pastorale, non è che un richiamo a film horror come “L’Esorcista” o “ I Diavoli” di Ken Russell, ai quali la canzone “vampire” si ispira.

Riguardo invece il lamentato “uso sacrilego del calice e delle ostie con un rituale macabro mediante l’uso di un incensiere realizzato con il teschio di una capra fumante, il cui significato è (per loro) inequivocabile”, invitiamo i solerti censori (che evidentemente non hanno neppure guardato bene lo spettacolo) a fare maggiore attenzione. Le “ostie” erano cialdini farmaceutici e sono stati manualmente distribuiti a fine concerto dalle tre attrici durante il brano “Heavy Demons”, mentre “l’incensiere” in questione è il simbolo della divinità animistica haitiana “Baron Samedi” (il cosiddetto “guardiano dei cimiteri”), ed è costituito da un trittico di teschi, umani ed animali (ovviamente finti) con un sigaro acceso in bocca. 
Non c’è quindi alcun nesso, neppure temporale, tra la realtà dei fatti e le accuse contenute nel comunicato, che nascono da un’interpretazione, nella migliore delle ipotesi, superficiale e arbitraria.

Ciò che secondo il Consiglio Pastorale è “un messaggio altamente non educativo”, altro non è che un tipo di spettacolo, evidentemente non adatto al gusto e alla sensibilità degli Operatori Pastorali; spettacolo al quale, se non gradito, bastava non presenziare.

Riteniamo poi particolarmente sgradevole e fuori luogo quanto apparso sul quotidiano Gazzetta Del Mezzogiorno , Edizione di Potenza . A pag. 9 dell' edizione del 28 agosto nell’articolo a firma di Massimo Brancati: “..in paese c’è chi parla di sacrifici di animali DURANTE e dopo il (nostro) concerto, all’interno di un rituale macabro”; il quale giornalista riporta volentieri chiacchiere prive di qualsivoglia fondamento, piuttosto che sentire cosa i sottoscritti avessero da dire: gli avremmo spiegato che buona parte di noi è dichiaratamente e comprovatamente vegano e animalista.

Dello stesso tenore quanto dichiarato dalla sig.ra Valeria Giorgio al portale Sassilive.it il 28.08.2018, la quale (citando disposizioni normative a casaccio o inesistenti) chiede che le autorità competenti verifichino se possiamo essere incriminati per qualche reato.
Invitiamo la sig.ra Giorgio a studiare meglio il Codice Penale: si accorgerà che siamo nel 2018, e i reati da lei citati sono stati in gran parte depenalizzati da un pezzo; e la invitiamo anche a dimostrare che il DEATH SS abbiano commesso gli atti da lei citati, durante il concerto.

Ulteriore invito ci permettiamo poi di rivolgerlo agli “Operatori Pastorali” del Consiglio di Chiaromonte: a verificare con più attenzione la natura del messaggio che credono di aver ricevuto, e ad abbassare i toni inquisitori nei confronti di un gruppo che da oltre 40 anni non offre altro che una rappresentazione artistica, seppure estrema: e ciò senza perseguire fini religiosi o politici, come invece appare evidente dai succitati articoli, dove il concerto e la sua presunta “blasfemia” paiono un evidente capro espiatorio per una lotta intestina di potere ai danni dell’Amministrazione che l’ha organizzato.
La politica, come già detto, non ci riguarda: ma ogni atto calunnioso o diffamatorio nei nostri confronti troverà d’ora in avanti pronta e adeguata risposta in tutte le sedi competenti.

Concludiamo riportando parte del commento del solo pubblico che ci interessa, i giovani di “Basilicata Metal” che, lungi dall’essere burattini manovrati da “insidiose ed oscure forze maligne”, sono venuti al Festival per l’unico motivo per cui è stato organizzato: passare una giornata pacifica nel segno della musica e dell’intrattenimento. 
“…..Si tratta dunque di un festival in cui gli spettacoli hanno appunto argomenti artistici, nell'accezione più democraticamente pluralista e rispettosa delle libertà di pensiero e di espressione garantite dalla Costituzione Italiana. È una manifestazione culturale che non viene imposta alla collettività come accade con altri tipi di manifestazioni: chi non ritiene interessante assistervi o per suo gusto o per sua sensibilità non è costretto a farlo, essendo uno spettacolo a pagamento a cui può assistere solo chi decide di sua spontanea volontà di pagare un biglietto. La presenza delle forze dell'ordine e di diverse testate giornalistiche e televisive dall'inizio alla fine del festival (come in ogni grande manifestazione che si rispetti in Italia) è a testimonianza, fra l'altro, dell'inconsistenza delle calunnie portate avanti da persone che non erano presenti, ma pronte ad inventare assurdità che vanno oltre l'offesa per l'intelligenza di chi legga le dichiarazioni in questione. Attaccare in maniera così pusillanime e priva di fondamento quella che è la più importante manifestazione culturale per decine di migliaia di cittadini italiani è un pericoloso ed antidemocratico attacco alla libertà di ogni cittadino, un'imposizione a cui fermamente noi metallari italiani ci opponiamo, con piena fraterna solidarietà e facendo quadrato attorno a Gerardo e all'Agglutination, senza distinzioni di idee politiche, filosofiche, religiose…”

I DEATH SS

mercoledì 29 agosto 2018

"Vodka&Inferno - La Morte Fidanzata" Recensione Libro #1


A cura di Anthony

Questa è la prima volta che mi trovo a parlare di un libro su questo blog e devo dire che la cosa è alquanto strana, considerando che io stesso sono un amante della letteratura horror ed erotica, che però, non riesce mai a ricevere le attenzioni che meriterebbe da parte mia, per svariati motivi. E’ anche per questo che sono contento di aver tra le mani il primo volume della saga “Vodka&Inferno”, intitolato “La Morte Fidanzata”, di Penelope Delle Colonne, edito da “Milena Edizioni”. Il bel volumone che ho qui con me, di oltre cinquecento pagine, si presenta con una copertina molto accattivante, che mette subito in chiaro la sua condizione di romanzo gotico.
Siamo a Venezia durante il 1800, una città uggiosa, sporca ma romantica, dove i ricchi in frak e cilindro spadroneggiano e non si curano neanche dei meno abbienti nel bassifondi e nei luoghi “da evitare”. Ed è proprio qui che facciamo la conoscenza di “Frattaglia”, un ragazzino (?) che lavora in un obitorio. Frattaglia non è certo uno stinco di santo, è solito sollazzarsi guardando le nudità dei cadaveri, ma, anche se non è mai andato oltre, non riesce a resistere quando viene portato il corpo di un ragazzo che pare avere la pelle di porcellana, profumata e le unghie e i capelli perfetti. Si tratta di Viktor, un russo, capitato chissà come in quella Venezia sempre troppo scura, dove vi ha trovato la morte. Frattaglia se ne innamora follemente, tanto da accompagnare la salma nella sua città natale “Soroka”, in Russia, pur di assistere alla tumulazione. Ciò che Frattaglia non immagina, è che “Viktor Mickalov”, questo il cognome dell’affascinante russo, è colpito da una “maledizione”, oppure “dono”, a seconda dei punti di vista, cioè, tornerà in vita dopo la morte, sotto forma di “Upyr”, cioè un vampiro! Penelope Delle Colonne, è figlia di una scrittura potente, audace e feroce, che non lascia nulla al caso e non ha la minima intenzione (per fortuna) di autocensurarsi. Affronta la tematica dell’omosessualità usando la metafora di una ambientazione relegata ai secoli scorsi, che ben si presta all’atmosfera gotica del romanzo. Un modo sottile ed efficace per dipingere la società moderna che ancora discrimina ed assurdamente condanna chi ha una sessualità diversa dalla “norma”. Una norma che appunto non ha motivo d’esistere; per Viktor Mickalov, è normalità tornare in vita, quindi ciò che definiamo normalità, è davvero così “normale” ? L’autrice dà vita a personaggi negativi già dalle prime pagine, ma li rende non solo carnefici, ma figli di un mondo che li vuole tali, per poi poterli incolpare, denigrare e ricacciare nelle ombre, ripulendosi la coscienza! Questa è una storia d’amore e morte, che come dice il romanzo stesso “hanno una sola lettera di differenza”, amore e morte che si cercano e si rifuggono, intersecano ed intrecciano, i due lati della stessa medaglia. Uno schiaffo morale ai benpensanti, da sempre convinti di essere gli unici detentori della verità e gli unici a potersi permettere un vero amore, relegando tutti gli altri rapporti, ad una becera perversione ed invece, l’amore vince ovunque, nei bassifondi, in un obitorio, vince sul tempo e sulla distanza, vince sul sesso e sulla vita stessa, nasce tra i rinnegati, tra gli emarginati e vince, vince ovunque, perché un vivo può persino innamorarsi di un morto.
Scordatevi Twilight, dimenticatevi dei romanzi adolescenziali con protagonisti vampiri perfetti, belli e dannati, non stiamo parlando di un misero young-adult, questo è un romanzo horror-gotico a tutti gli effetti, il moderno discendente di Poe e Bram Stoker, ma ancor di più di De Sade e sorella (minore) di Isabella Santacroce, a mio avviso massimo esponente dell’odierna scrittura “estrema”, sia per forma, che per contenuti “L’amore è uno specchio che la morte riflette, niente come l’amore, avvicina alla morte”-cit.
Il libro non si nega scene splatter, contenuti sessuali al limite del porno, alternate a scene tremendamente sottili e tenere, da indurre a credere che non siano state scritte dalla stessa persona, se non fosse per lo stile dell’autrice, assolutamente riconoscibile e personale. Quello che mi sento di “criticare”, appunto, è la povertà di alcune (solo alcune eh) descrizioni, purtroppo gli ambienti ed alcuni eventi sono solo abbozzati e non descritti con un livello di dettaglio che potesse appagare la curiosità del lettore, come ad esempio il viaggio da Venezia a Soroka in treno, che dura poche pagine ed immediatamente si passa oltre. Capisco la volontà di non aggiungere filler e di non voler allungare il brodo con scene praticamente inutili, ma neanche finire per “mutilare”, la storia e soprattutto l’ambientazione, con superficialità e “voglia di proseguire”. Tuttavia, è solo una piccola inerzia rispetto alla grandiosità di “Vodka&Inferno – La Morte Fidanzata”, che non per questo cala di tono e di bellezza sublime.
Fatevi un regalo, leggete “La Morte Fidanzata”, della saga “Vodka&Inferno”, in attesa del secondo volume, disponibile a breve. “In Vodka&Inferno Veritas!”-cit.

Anthony

Titolo : Vodka&Inferno - La Morte Fidanzata
Autrice : Penelope Delle Colonne
Casa Editrice : Milena Edizioni
Anno di Pubblicazione : 2016






mercoledì 22 agosto 2018

Agglutination Metal Fest 2018 - Il Live Report !


Attenzione : Articolo già pubblicato da me su All Around Metal

Sono circa dieci anni che per me ogni agosto è fisso l’appuntamento con l’Agglutination Metal Fest, a Chiaromonte, in provincia di Potenza. Molti sono stati i grandi nomi che si sono susseguiti sul palco del più grande festival metal del sud Italia, tra cui vale la pena citare Cannibal Corpse, Carcass, Therion Marduk e molti altri. Questa volta, è stata una edizione, la ventiquattresima, che parlava quasi totalmente italiano, infatti ad eccezione degli olandesi Pestilence, tutti i restanti gruppi provenivano dal nostro Paese (alla faccia di chi considera l’Italia totalmente estranea al mondo metal !)Purtroppo, un po’ per paura della minaccia della pioggia (il meteo prevedeva nuvole nere su Chiaromonte per il diciannove agosto), un po’ per stupidi ed infondati pregiudizi sulle band italiane, che ancora aleggiano nell’ambiente, i presenti non erano tantissimi, almeno fino alle 20, dopo di che, il campo ha iniziato a riempirsi. La prima band ad esibirsi, quella con l’ingrato compito di sciogliere il ghiaccio, sono stati i “Rome in Monochrome”, che purtroppo sono stati penalizzati dal poco pubblico presente. Tuttavia, hanno saputo riscaldare bene l’ambiente con una massiccia dose di atmosfere e metal oscuro e malinconico. Subito dopo è toccato ai salernitani “Circle of Witches”, che hanno dato ai presenti la giusta scarica di Heavy Metal che cercava. Infatti molti hanno apprezzato la performance, a giudicare dalle corna alzate in direzione del palco, tutt’altro genere rispetto alla band precedente e molto probabilmente più adatta ad un clima di festa.Quello che è un vero peccato invece, è che il black metal viene sempre molto penalizzato, quando è ancora giorno. Infatti gli “Ad Noctem Funeriis”, si sono esibiti quando il sole era ancora lontano dal tramontare e, nonostante i sempre accattivanti faccioni dipinti di bianco e nero e i vari spuntoni su braccia e gambe, l’atmosfera che la band pugliese ha creato, è stata purtroppo dimezzata nell’efficacia. Quello che non è cambiato di un decimo invece, è la carica oscura e malsana che traspariva dal black metal dei nostri, che hanno anche presentato alcuni pezzi dall’ultimo lavoro in studio, cioè lo split album con Infernal Angels e Catechon.Dopo questa scarica di aggressività nera, è tempo di smorzare i toni e riprendere il clima di festa e, cosa succede se agli Steel Panther, aggiungi gli Skorpions e i Kiss? Ecco che saltano fuori i “Witchunter”, band dell’abruzzo che ha veramente riscaldato l’atmosfera con una scarica di Trash-speed, ma soprattutto una bella dose di Heavy Metal e Rock’n Roll, con tanto di cover dei Kiss !Ed ora, si inizia a fare sul serio, i primi dei grandi nomi a salire sul palco, sono i “Necrodeath”, la storica band Ligure che non ah di certo bisogno di presentazioni, è stata quella che è riuscita a catturare l’attenzione dei presenti e, purtroppo, anche Flegias e co. Sono stati penalizzati dal fatto di essersi dovuti esibire prima del tramonto. Dopo di loro, sono i “Folkstone”, una belle band più attese dal pubblico presente che si raggruppa velocemente sotto al palco, a deliziarci con la loro performance che, a mio avviso, è quella più alta tecnicamente, non solo per l’uso di strumenti non convenzionali nel metal, come cornamuse e flauti, ma anche per la capacità dei vari membri di scambiarsi di posto e cambiare strumento tra una fase e l’altra di una stessa canzone! Veramente ammirevole, sublime. Ed ecco il turno dell’unica band estera del bill dell’Agglutination, ovvero i Pestilence. Una cascata di Death-Thrash che non conosce un secondo di pace. Il palco si infiamma e gli olandesi non lasciano passare neanche un secondo tra un brano e l’altro, tanto che è quasi impossibile distinguere lo stacco. Non un attimo di pace, nessun prigioniero per i Pestilence che con le distorsioni granitiche e la batteria in up, hanno distrutto letteralmente il palco e tutti i presenti! Una vera macchina da guerra.Ma, calate le luci, ecco che è il grande momento, quello che tutti aspettavano, i mitici Death SS stanno per salire sul palco e già l’atmosfera inizia a farsi terrificante.Due druidi incappucciati, entrano in scena portando una bara e immagini esoteriche e spaventose, iniziano ad essere proiettate sul tabellone alle loro spalle. Appena i riflettori si accendono, una malsana e blasfema cantilena viene recitata dai due loschi figuri ed il Fantasma, il lupo mannaro, la mummia e lo zombie salgono prendono posto con i loro strumenti pronti a scatenare l’horror metal ed è allora, dopo i giri iniziali con tanto di fiamme e croci in bella mostra sul palco, che Steve Sylvester salta fuori dalla bara e saluta il pubblico in delirio. Scenografie spettacolari come sempre, lo show dei toscani fa impallidire alcuni dei presenti, proprio accanto a me vedo le facce di due signore sbiancare, spaventate dalle immagini horror ed esoteriche proiettate sullo sfondo, che immediatamente dopo il primo pezzo, lasciano il pubblico contrariate (!!!) Molti sono i pezzi classici della band, accompagnata da tanto di performer non lasciano nulla all’immaginazione, Horrible Eyes, Lilith, Lady of Babylon, Scarlet Woman, Vampire con tanto di stupro della suora sullo stage e soprattutto i brani tratti dal nuovo album, tra cui il singolo “Rock’n Roll Armaggeddon”, che quando ho sentito la prima volta, mi sapeva così tanto di anni ’70, che mi si sono automaticamente arruffati i capelli alla “Disco ‘Stu” e le mie scarpe si sono trasformate in zeppe da sole senza cambiarle e mi fece storcere un po’ il naso, se devo essere sincero. Invece devo dire che live fa tutto un altro effetto, anzi, diventa un pezzo con una grandissima carica, che accende il pubblico e risulta divertentissimo! Inutile dire che a parte i pezzi storici, la vera forza della band è la sua spettacolarità live, come una croce infiammata e quando Steve Sylvester lancia sul pubblico del sangue (finto), da un calice e le ballerine consegnano delle ostie alle prime file, il tutto contornato dalle splendide immagini di film horror e vari foto e video della band, degli anni scorsi. Inutile dire che la i Death SS si riconfermano una delle band di punta dello schock rock italiano e che sono tornati alla grande con il nuovo album.A discapito di chi lo ha snobbato e, grazie alla clemenza delle nuvole che non hanno scatenato la pioggia sull’evento, la ventiquattresima edizione dell’Agglutination Metal Festa, è stata una della più belle, con nessuno dei gruppi sottotono, ma che anzi, è stato un crescendo di adrenalina e spettacolarità che ha deliziato i presenti, che sicuramente ora aspetteranno la prossima edizione con tanta trepidazione!

Anthony

lunedì 6 agosto 2018

Epica live a Vinci - Isaac Delahaye e Coen Janssen ai nostri microfoni ! - Intervista #5


A cura di Anthony

ATTENZIONE:
Intervista già pubblicata da me, sulle pagine di "All Around Metal"

Lavorare,  ormai da diversi anni, in questo campo mi dà il grande privilegio non solo di poter incontrare di persona le band che più amo, ma, come in questo caso, stringere una sorta di “amicizia”, con i vari componenti, che ormai riconoscono i reporter che vedono più spesso e si dimostrano sempre felici di rincontrarci. Questo è quello che è successo sabato 28 luglio in quel di Vinci, dove, durante la splendida “Festa dell’Unicorno”, ho potuto incontrare di nuovo i miei amati Epica, per un faccia a faccia cordialissimo e piacevole.

Arrivo in anticipo a Vinci dalla stazione di Empoli da dove, grazie al servizio di navetta gratuito, messo a disposizione dall’organizzazione della festa dell’Unicorno, si raggiunge il comune toscano in modo comodissimo. Sbrigati i convenevoli all’ingresso, raggiungo il largo dove è pronto il palco con già la scritta “EPICA”, che troneggia in bella vista. Poco distante, un gazebo crea l’unica ombra disponibile ed è lì che Mark (Jansen) e Simone (Simons), salutano i fan e si concedono molto allegramente ad autografi e foto. Mark mi vede da lontano e mi fa segno di avvicinarmi, ci diamo la mano e ci salutiamo come se fossimo amici che non si vedono da qualche tempo. Simone è di spalle, impegnata ad autografare gli album. L’emozione è grande, non ci si abitua mai a qualcosa del genere, poter avere una foto solo con Simone Simons, era un mio sogno dai tempi di “The Phantom Agony” e c’ero quasi riuscito tempo fa, però ho avuto una foto con tutta la band e non solo con lei come desideravo. Ma, questi sono aneddoti personali che finirebbero per annoiarvi, cari lettori ! Comunque, man mano riesco a beccare tutta la band ed ognuno di loro mi concede autografo, foto e qualche minuto per chiacchierare e salutarsi.

L’intervista era fissata per le 17:30 e quando entro nel backstage, trovo Isaac che mi saluta cordialmente, ed esplode in una risata, quando mi riconosce “Ah sì, ci siamo visti a Milano l’anno scorso, mi ricordo benissimo !” dice e la cosa mi fa incredibilmente piacere. Mi offre da bere molto gentilmente e ci mettiamo comodi. Nella stanza è presente anche Coen (Jansen) intento a giocare col cellulare. Simone, Rob (Van der Loo), il tour manager ed altri dello staff, a volte entrano passeggiando, prendono delle cose ed escono in punta di piedi, scusandosi per il disturbo.

A questo punto lo ringrazio

“Ciao Isaac, innanzitutto grazie mille per la tua cordialità e bentornato nella Stanza B-151!

Isaac : Non c’è di che, grazie a voi per la disponibilità !

“Parlaci di questo progetto, com’è nato “Epica vs Attack on Titan Songs”?

Isaac: Il tizio che ha scritto le musiche per la serie animata di Attack on Titan, è un fan degli Epica e così ci ha chiesto se potevano realizzare delle speciali “cover” (fa il gesto delle virgolette con le mani n.d.a.) in stile Epica, dei suoi pezzi. Così abbiamo chiamato il nostro manager e dopo averli ascoltati, abbiamo pensato che sarebbe stato carino far indossare a quelle composizioni, la giacca degli Epica ! (Ride) Poi, ovviamente, abbiamo pensato che la cosa non fosse solo un lavoro fine a se stesso, siccome c’è molta gente che segue l’anime e lo ama, soprattutto in Giappone, abbiamo pensato che valeva la pena divertirsi con questo progetto ed abbiamo accettato !

Com’è stato il processo creativo, com’è stato gestito il lavoro dietro le quinte di Attack on Titan ?

Isaac: Il processo creativo è partito proprio dal guardare la serie, perché è molto dinamica e succedono molte cose contemporaneamente, quindi la sfida è stata fare in modo che suonasse “Epica”, ma che mantenesse le atmosfere (dice proprio “Vibe”), dell’originale. Abbiamo dovuto prestare particolare attenzione alle melodie ed adattare il modo di comporre degli Epica a quello di qualcun altro. L’impostazione in pratica è stata questa, abbiamo ascoltato il tutto, l’abbiamo analizzato e lo abbiamo ricomposto a modo nostro, ma attenendoci alle linee guida originali.

Quindi sei solito guardare gli anime ?

Isaac : No (ride), nella band Rob guarda molti anime e serie Tv, e invece mio fratello segue molto il mondo anime e manga, al contrario di me (ride) 

Quanti anni ha lui ?

Isaac: Mio fratello ? Ha due anni meno di me, quindi è ancora molto, molto giovane! (ride) Simone inoltre è molto legata a film e serie Tv, la sua è quasi una dipendenza!

Scoppiamo tutti e tre a ridere ed aggiungo “Bhè è vero, io stesso ho guardato una serie su netflix, perché Simone l’aveva consigliata su instagram !”

Isaac: Bhè, non seguirla troppo, potresti ritrovarti a guardare roba anche molto trash ! (continua a ridere)

Tornando seri, ho letto proprio stamattina su una rivista, che Epica vs Attack on Titan, veniva considerato un lavoro per i fan della serie, un lavoro per i fan degli Epica, ma non per chi ama il metal e la musica in genere, cosa ne pensi di questa affermazione ?

Isaac: No, non sono per niente d’accordo, è un mini-album adatto a chiunque, ovviamente soprattutto a chi ama il metal, ma non credo che sia relegato soltanto a chi ascolta gli Epica o guarda Attack on Titan. E’ un vero album di metal sinfonico che suona esattamente nel modo che i nostri fan si aspettano, ma anche chi non ascolta la band o non segue l’anime, può goderselo tranquillamente !

Ok, ora una domanda che mi tocca da vicino : Come mai un brano incredibile come “Architect of light”, è stato scartato da “The Holographic Principle” ?



Mi guarda con aria interrogativa e non capisce il termine inglese “discarded” (scartato), e chiede a Coen che glielo traduce in tedesco (credo…), poi mi risponde

Isaac: Bhè, abbiamo solo dodici posti per i brani in un album e ci siamo trovati a scegliere le migliori o comunque quelle più adatte a finire nell’album principale, è inevitabile che a volte qualche brano valido, venga comunque messo in secondo piano. Tuttavia, non vedo la cosa da un punto di vista negativo, è si stata scartata da un lato, ma poi è stata ripescata dall’altro per essere inserita in “The Solace System”, quindi i fan l’hanno comunque avuta.

Bhé si, sai, per me quella canzone è veramente il massimo…

Isaac: Bhè si, ma per te, insomma credo che sia un qualcosa di molto personale, magari un’altra persona potrebbe amare un altro brano, insomma, non si può mai accontentare tutti !

Si…anche io ho una band e so cosa significa…

(Qui mi chiede delle cose riguardo la mia band che vi risparmio n.d.a.)

Parliamo del libro, com’è nata l’idea di un libro sugli Epica ?

Isaac : Gli editori ci hanno chiesto di lavorare ad un libro e, siccome sono passati circa dieci anni da “The Road to Paradiso”, abbiamo altri dieci anni di materiale da raccontare e ci siamo detti “Ok, facciamolo !”

Ah, “The Road to Paradiso”, siamo in molti a sperare in una Re-release !

Isaac: Ma… perché sperare in una re-release di qualcosa di vecchio ? Ora uscirà il libro nuovo, concentrati su quello !

Si ma, io vorrei comprarlo ed è assolutamente impossibile da trovare !

Isaac e Coen si mettono a ridere e poi continua

Isaac :Bhe si, è andato a ruba in effetti…

Questo nuovo libro, sarà una biografia ?

Isaac: Probabilmente sarà la storia della band, quindi più o meno una biografia, comprenderà storie dai vari tour, backstage, aneddoti, sia felici che tristi, vorremmo dare ai fan un’idea di quello che è il mondo dietro le quinte degli Epica!

Ma, lo avremo anche in italiano e nelle varie altre lingue ?

Isaac: Sono sincero, non lo so, ma immagino che purtroppo sarà solo in inglese, almeno credo!

Puoi darci quindi qualche news in esclusiva su un nuovo album magari ?

Isaac: No, per ora non è prevista nessuna nuova release, non abbiamo grandi news, siamo in tour da circa due anni e ora ci sono i grandi festival, inoltre dopo i due Ep, abbiamo davvero bisogno di una pausa adesso ! (ridono entrambi abbondantemente)

Coen : Abbiamo in realtà solo una piccola chicca, il brano registrato con la Metropole Orchestra, la canzone è già pronta, ma uscirà più avanti !

Isaac: Ah si, è vero, abbiamo vinto un contest in Olanda e siamo stati selezionati come miglior artista o band olandese, per registrare un brano con la Metropole Orchestra, questo ci ha riempito di gioia ed orgoglio ovviamente, è stato davvero qualcosa di straordinario !

Coen: Si infatti, è veramente qualcosa di pazzesco aver vinto ! Comunque si tratta di una canzone che i fan già conoscono, non è quindi una vera e propria “hot news” (ride), solo che non l’hanno mai ascoltata suonata in quel modo con un’orchestra così incredibile!

Avremo altri concerti in Italia ? Magari al sud…

Isaac :(ride) Si, in Italia ormai ci torniamo spesso, ma per il sud, bisognerebbe chiederlo a Mark che vive in Sicilia! (continua a ridere), abbiamo suonato a Roma, ma comunque arrivare in alcuni luoghi del sud Italia è piuttosto lungo e a volte complicato, poi col bus, insomma, non è molto confortevole o rapido…

Bhè dai…ma perché ? Il territorio italiano non è così particolare in fondo…

Isaac: Perché ?! (ride) Hai mai provato ad attraversare tutta l’Italia su un autobus suonando quasi ogni sera ? Ti assicuro che può essere veramente estenuante a volte, sia fisicamente che mentalmente !

Bhè si, mio padre è un autotrasportatore quindi forse ho capito cosa intendi…

Isaac: Davvero ? Fantastico, magari allora la prossima volta può venire a prenderci lui, chiediglielo !

Rido io e continuo “Si, magari ! appena torno a casa gli dico che Isaac degli Epica, vuole un viaggio per la band !”

Ti ringrazio per la disponibilità e la cortesia, è sempre un piacere incontrarvi e passare del tempo con voi che siete i miei idoli, gli Epica sono la mia band preferita !

Coen : Oh si, è anche la mia band preferita ! (ride a crepapelle)

Isaac : Fantastico, è un piacere e ti ringrazio per il supporto, spero che ti godrai lo show !

Coen: Grazie anche da parte mia, buon concerto !

Qui iniziamo a ridere e scherzare e una volta finita l’intervista, restiamo ancora a chiacchierare e farci le foto e gli autografi di rito !

Durante il live poi, alcune ore dopo, Isaac mi fa cenno dal palco e mi lancia una bottiglia d’acqua : per me, un mito !

Anthony