sabato 22 settembre 2018

MaYaN - Dhyana - Recensione Album #24


ATTENZIONE : Recensione già pubblicata da me su All Around Metal

A cura di Anthony

Tornano i MaYaN, il super-gruppo gemello degli Epica, che risorge quando questi ultimi, sempre più instancabili, finiscono il lavoro prefissato. Mark Jansen e friends, praticamente l’80% della formazione olandese, sfornano un altro lavoro di Symphonic Death Metal basato sulla cultura Maya, tanto cara al leader, ed ecco quindi dopo il fantastico “Quarterpast” ed il leggermente più calante “Antagonize”, viene rilasciato il terzo lavoro in studio “Dhyana”, che si apre con le orchestrazioni in pieno stile Epica di “The Rhythm of Freedom”, ed il suo blast beat da martello pneumatico. Una manciata di scambi sulle ritmiche e si parte già sparati a mille. La voce alterna grunt in secondo piano, in un crescendo si armonie ed orchestrazioni, dove le lead vocals, si accompagnano a cori femminili, quasi a voler sottolineare il rapporto identico eppur contrario, con gli Epica, un Yin e Yang musicale, che però vive della stessa linfa artistica. Linfa che pulsa potente e viva, ed esplode sull’intro di “Tornado of Thoughts (I Don't Think Therefore I Am)”. Groove sinfonico, che anticipa la ormai consolidata corsa in doppia cassa, mentre le tastiere disegnano fiumi fatti di arcobaleni oscuri. Bella sorpresa sono le voci femminili di Marcela Bovio e della nostrana Laura Macrì che questa volta ritagliano il suo spazio e donano un ricamo unico, decorazioni che vanno ad arricchire una composizione già così ricca e articolata, rendendola quasi barocca. “Saints Don't Die” rallenta i toni e calma gli animi. Pianoforte e voce lirica per una canzone che aspetta il suo momento per esplodere. Devo dire che non sto apprezzando particolarmente le clean vocals, che a mio avviso smorzano non poco l’effetto totale, donando quell’aura Power Metal che poco ha a che fare con la linea intrapresa ed il risultato ne risente inevitabilmente, ma la pinza all’intro sul finale, cancella tutti questi pensieri negativi e mi lascio cullare da questo splendore in musica.
Arriva quindi la title-track “Dhyana”, chitarra acustica e voci femminili intrecciate in italiano e spagnolo, che spaziano dalle clean vocals di Marcela Bovio, al più raffinato lirico di Laura Macrì, in una danza totalmente estranea al metal, ma che qui trova, incredibilmente, la sua dimensione ideale. Ed il tutto è così sublime. Traccia numero cinque intitolata “Rebirth from Despair” e tornano le orchestrazioni maestose, miste ad un martellante Death Metal, potente e tecnico. Quello che colpisce sono i vocalizzi in secondo piano, come urla di fantasmi disperati, presenze in cerca di pace tra le rovine di una cattedrale gotica, il tutto arricchito, affiancato ed innalzato da cori e voci liriche, che vanno oltre il concetto di “Symphonic Metal” e ci regalano veri e propri crossover tra generi così apparentemente distanti tra loro, eppure così affini, che riescono a creare magia, meraviglia e splendore, quando uniti da mani sapienti e pregne di arte e bellezza, incanalate in musica.
Violoncelli in solitaria per “The Power Process”, che subito vengono affiancati da voci basse ed inquietanti. Con l’attacco di un basso potente e prepotente, tornano a farla da padrone le voci femminili delle due regine di casa MaYaN e, ammetto, mi rattrista non sentire neanche una sola nota della voce di Simone Simons, che ha dato il suo contributo ai passati lavori della band, ma tant’è, la Dea olandese regna in casa Epica, del tutto incontrastata. L’assolo (il primo che sento in questo album), molto deve a Kerry King, stessa rabbia, stessa squillante e aggressiva cacofonia, prima del finale molto alto, che ci accompagna fino a “The Illusory Self”, dove la carica iniziale, viene smorzata totalmente da inserti acustici, dove trova spazio la voce pulita di Henning Basse, totalmente oscurato dal lirico di Laura Macrì. Poi di colpo tutto esplode e tutto torna a tingersi di rosso e nero. La melodia invade il death metal dei nostri, che però non cala di mezzo tono, tutto è ad altissimi livelli di violenza ed aggressività, per non parlare della tecnica o della fantasia compositiva, che trasudano genialità. Forse il brano migliore, una vera perla, quando sento Laura cantare in italiano, tutto diventa veramente spettacolare. Carrellata sul finale in crescendo e si riprende fiato con il pianoforte iniziale di “Satori”. Intermezzo (?) lirico pregno di sinfonia, totalmente in italiano, che dona ulteriore carica e serve da apripista per caricare l’Hype (ancora di più!), per “Maya (The Veil of Delusion)”. Blast Beat molto secco, ed una impeto rabbioso che non si evolve in velocità, ma resta su binari più contenuti, almeno sulla prima parte, poi si lascia andare a riffing groove da headbanging, per un piatto che è capace di accontentare anche i più esigenti. Si torna leggeri solo per pochi secondi, prima che “The Flaming Rage of God”, scateni totalmente la sua furia. Melodic Death Metal che non conosce barriere o gabbie, furia mirata e tagliente come un bisturi, che colpisce nei punti esatti, dove fa più male, riuscendo a torturare nel migliore dei modi la nostra anima. Uno dei brani più complessi, e creativi, insieme a “The Illusory Self”, forse il vero punto di forza di tutto l’album, che comunque non conosce mai un calo di tono, mai una imprecisione o qualcosa che faccia storcere il naso, anzi, è una raffica di diretti e montanti da far invidia a Mike Tyson, tutti sparati a mille giusto in faccia! Ultimo step per “Set Me Free”, un brano molto melodico, che si sostiene su una batteria perfetta e trova forza negli intrecci vocali. Unica pecca, ancora una volta, sono le clean vocals, totalmente inutili e anche abbastanza bruttine… mi dispiace dirlo, ma che tuttavia non vanno a minare l’efficacia e la bellezza di questo pezzo, che anzi, è assolutamente degno dei suoi predecessori, soprattutto con un assolo del genere e, che sicuramente contribuisce ad arricchire tutto questo “Dhyana”.
Purtroppo gli undici pezzi finiscono qui, il secondo disco, contiene le versioni strumentali delle canzoni del primo. Si tratta di un grandissimo ritorno quello dei MaYaN, “Dhyana” è un album che sicuramente renderà giustizia a questa band, non relegandola ancora come “sorella” degli Epica, ma donandole la dignità propria, riconoscendole il grande valore che merita. Unica nota scolorita, sono le clean vocals di Henning Basse, che non me ne voglia, ma non sono riuscito veramente a digerire, ma, a parte questo piccolo neo, “Dhyana” è sicuramente superiore ad “Antagonize” e col tempo, vedremo se riuscirà a superare anche il mitico “Quarterpast”, perché qui, davvero si rasenta il capolavoro.
Da avere, da amare, ascoltare e riascoltare.

Anthony



venerdì 7 settembre 2018

Empirea "Ibis" (Only Piano) - Recensione Album #23


A cura di Anthony

Lo avevamo incontrato nella Stanza più Buia alcuni mesi fa, quando venne rilasciato il video di “Ibis”, il primo singolo del progetto “Empirea”. Un lavoro estremamente particolare, che unisce la musica classica al metal più o meno estremo. Si, so benissimo che molte band hanno provato a fare cose del genere, ma non in questo modo, tanto che con “Empirea”, possiamo parlare di “Piano Metal”. In attesa del primo album Full-lenght “Myriads”, previsto per il prossimo anno, ci godiamo l’Ep di debutto “Ibis”, nella sua versione “total piano”.
Un viaggio etereo, già dall’intro “Heroicity”, che apre la strada alla versione suonata unicamente al pianoforte della title track “Ibis”, un brano dolcissimo e malinconico che non deluderà gli amanti della musica classica e strumentale. Personalmente apprezzo soprattutto la seconda parte del pezzo, dove tutto si apre e diventa più “arioso”, più pieno di luce e vento tra le foglie, così come il numero tre “Cosmicraft”, anche qui nella sua versione total piano. Il pezzo più lungo dell’EP mi dà tutto il tempo di perdermi ascoltando i grandiosi intrecci di scale alte e basso, una danza leggiadra sui tasti che diventano la pista da ballo di una grande artista, dove la danza classica, diventa visione e proiezione direttamente dietro le nostre cornee, direttamente nel cervello e prende forma una grande e delicatissima opera, grazie alle note fatte di pura sensibilità e maestria.
“Planetae Humani”, è un intermezzo di pochi secondi, poco più di un minuto, piazzato al punto esatto del mini-album, che va a spianare la strada per “Ghost”, ma quella che realmente colpisce nel segno è “The Flight”, un capolavoro vero, un brano sinuoso e sensuale, spensierato, qualcosa che davvero non lascia indifferenti. Di questo brano, è disponibile sul tubo, anche un video official live, che va ad affiancare il video ufficiale di “Ibis”.
In ultima analisi, si tratta di un lavoro che (in questa versione), non ha niente di metal, si tratta comunque di un Ep che è stato spogliato della sua parte più aggressiva e metallica, per poter essere apprezzato come un lavoro di solo pianoforte e ci riesce alla grande. Persino chi non ama questo genere, persino chi, come me, non riesce ad ascoltare altro che metal estremo, non si lasci ingannare e non si perda questa piccola grande perla. Da scoprire ed amare. 
Di seguito, il video Official Live, di "The Flight".

Anthony






lunedì 3 settembre 2018

HANORMALE - GHETTOBLASTER BLACK METAL


Con piacere, vi presento il video degli amici "Hanormale", che ci propongono una anteprima del nuovo disco !

HANORMALE - GHETTOBLASTER BLACK METAL, breve video durante la registrazione del basso improvvisato sul brano contenuto nel nuovo disco. Il brano (che sarà contenuto nel nuovo disco dI HANORMALE) ruota attorno ad un giro di basso improvvisato in studio da Ste Naked su una base di batteria (con 8 rullanti) precedentemente improvvisata da Marco Zambruni.
Ghettoblaster Black Metal è un ironico tributo all'atmosfera che c'era a Milano nella fine degli anni ’90.
Ci sono riferimenti alle bands in cui suonava Arcanus Incubus (Mortuarium e Mystical Fullmoon), ai luoghi (Midnight Pub, Sound Cave...), e alle ‘usanze’ dei pochi adepti alla fiamma nera del Black Metal, tipiche di quegli anni, prima della sua consacrazione e definitiva commercializzazione.

giovedì 30 agosto 2018

La Bufera sull'Agglutination Metal Fest e la risposta dei Death SS


ATTENZIONE : Articolo già pubblicato da me su All Around Metal

La stampa è un mezzo potente. Lo sappiamo tutti e come tutte le cose potenti, è molto, molto pericoloso darla in mano a chi non è capace di controllarla, perché come ci insegna il buon Spiderman “Da un grande potere, derivano grandi responsabilità”, ed anche il rischio di fare, o di dire, come in questo caso, grandissime stronzate.  Quando si parla di qualcosa che non si conosce soprattutto, si rischia non solo di fare una grandissima figura di merda e questa, ben venga, perché è così che si combatte chi ha la bocca inversamente proporzionale alle dimensioni del cervello, ma soprattutto, si rischia di fare dei grossi danni ad altri e questo non si deve permettere che avvenga. Mi riferisco alla inutile, ridicola, stupida e vergognosa polemica che si è abbattuta sull’Agglutination Metal Fest negli ultimi giorni, in particolare sulla vicenda che vede coinvolti (eh, si, dopo quarant’anni di carriera…) i Death SS. “Satanismo”; “E’ stato commesso uno scempio”; ”Il popolo lucano non merita questo” ma soprattutto “Sacrifici di animali” e “Tombe profanate”, fin qui, ci sarebbe da ridere e mandare a cagare, se non fosse, che l’Agglutination è il più grande festival di Heavy Metal del sud Italia, che è il più longevo di tutto il nostro Paese e che è sempre una grande festa ogni anno. I Death SS sono una band molto scenica e teatrale, che si rifà spesso al teatro nero e agli spettacoli di inizio ‘900 del “Grand Guignol”, un particolare tipo di opere teatrali, caratterizzate da un gusto molto macabro e violento. Opere Teatrali, scena, finzione, ARTE, che evidentemente chi ha rivolto queste accuse alla band, non conosce e non riesce a comprendere, ma, da che mondo è mondo, l’arte deve essere irriverente, per smuovere le coscienze e portare la gente a pensare…prima di scrivere cazzate! Mi sono sempre chiesto perché un libro horror, è comunque una grande opera, un romanzo gotico, cultura; perché un film horror, è una “cosa da ragazzini”, per spaventare le compagne di classe per poi tranquillizzarle a colpi di baci e carezze; ma una canzone metal no, quella non può essere che satanismo e quindi prete, parrocchia, indagini, sacrifici umani, esorcismi! Siete davvero ridicoli, seppur interessanti. Interessante è come non capite che come esiste un film horror, così esiste anche un libro horror ed allo stesso modo esiste anche la musica dell’orrore! Nessuno si sognerebbe di dare del satanista al regista de “L’Esorcista” oppure a Dario Argento e, tenetevi forte : I Death SS fanno musica dell’orrore !! Pazzesco vero? Eh già, ma è così, mettetevi l’anima in pace, l’horror metal è stato proprio creato dalla band toscana negli anni ’70, figlio di quello shock rock che ha reso celebri Alice Cooper, Kiss, Mercyful Fate e King Diamond, lo stesso Marilyn Manson e molti altri grandi artisti che, oggi, all’inizio della seconda metà del 2018, si devono sentir dire le stesse cazzate di quarant’anni fa. Ma che parliamo a fare? Vorrei soffermarmi soprattutto sulla grandissima, enorme cazzata dei presunti “Sacrifici animali”, compiuti dalla band stessa: Steve Silvester (fondatore e cantante dei Death SS), è vegano, VEGANO, gestisce un ristorante a Firenze, il cui menù è totalmente vegano ed inoltre, è in prima persona impegnato nel difendere i diritti degli animali, aiutando i canili, i rifugi per animali, le colonie feline e via dicendo, una persona straordinaria, di una sensibilità e passione unica, che si deve sentir dire che uccide animali, per scopi occulti e satanici. Un’accusa ridicola e vergognosa, che copre di infamia unicamente chi l’ha mossa e chi gli dà retta. Una persona tra l’altro molto famosa, spesso invitata a partecipare ad eventi sulla RAI e che ha recitato nei panni di se stesso, anche in una fiction! La cosa buffa, è che alla fine dello show, Gerardo Cafaro (da sempre organizzatore e patron dell’Agglutination), è salito sul palco per salutare il pubblico dicendo “Ringrazio Dio che sia andato tutto bene, ho pregato tanto e il Signore ci ha concesso anche quest’anno la nostra festa!” e tutti, tutti nel pubblico, hanno applaudito e ringraziato. Io ero presente, al contrario di chi ha attaccato l’evento, che si sono informati “con articoli e video”, articoli di chi ne sapeva anche meno di loro e gli unici video del concerto che ho trovato, sono su youtube ripresi dal pubblico con i cellulari, che a causa delle luci e del movimento, al massimo si riconoscono le sagome, come si può sperare di informarsi guardando materiale del genere? Non voglio entrare poi nella vicenda politica, perché come sempre in Italia, quando accade qualcosa è sempre per motivi politici, perché quando non si può battere qualcuno alle urne, è meglio screditarlo il più possibile stando all’opposizione, gufando per una fine di mandato anticipata. Quello che mi chiedo, è cosa ci fa in politica, gente a cui non frega niente della propria terra. Queste persone non sono qui per fare del bene all’Italia, al territorio lucano o alla città di Chiaromonte, ma evidentemente solo per screditare, infangare e coltivare interessi personali. Vado ogni anno a Chiaromonte, ho amici che vivono ed abitano lì, so quanto può essere isolato e deserto, soprattutto in inverno, ma conosco anche il cuore e la cordialità dei residenti, che sempre accolgono il festival con interesse e gentilezza, da ventiquattro anni accolgono questi capelloni coi tatuaggi e i vestiti di pelle, che magari portano anche un po’ di allegria e qualche (brutta si intende) faccia nuova. Se davvero tenessero al bene della propria regione e città, aiuterebbero un festival che fa comunque incassi che restano a livello locale, invece di far ridere i polli, chiedendo ridicole sanzioni di “50 euro”, perché “I Death SS hanno bestemmiato”, cosa tra l’altro, assolutamente non vera. Avrebbero aiutato l’organizzazione e avrebbero accresciuto la popolarità e possibilità dell’Agglutination di crescere e creare turismo, invece di infangare chi con grande fatica, impegno, e rimettendoci di tasca propria, ha sempre lavorato per il solo amore dell’arte, della cultura e per amore della propria terra. Per concludere, voglio dire che sarebbe troppo comodo per me ora, ricordare ai signori accusatori, che proprio in questi giorni, Papa Francesco è al centro delle polemiche per gli scandali di pedofilia nella Chiesa e che quindi farebbero meglio a pensare ai loro problemi, invece di attaccare uno show, tra l’altro a pagamento, a cui si assiste solo se lo si vuole! Invece voglio invitare, con tutto il rispetto e l’amicizia che posso, queste persone ad informarsi meglio, su cos’è realmente il mondo metal, dove fratellanza, amicizia e sensibilità, sono molto più presenti che in qualsiasi altro ambiente abbia io frequentato, ad informarsi sulle band e sulla loro arte e studiare cosa è realmente il satanismo, in modo che vedranno con i loro occhi, che la cattiveria e i rituali di sangue, non fanno parte della nostra arte, sarebbe troppo facile attaccare, insultare e far notare le ipocrisie e la cattiveria con cui hanno infangato un evento che è già di per se complicato da mettere in pratica, figuriamoci nel sud Italia, dove anche le band più grandi e famose, non mettono mai piede, “sarebbe una volgare manifestazione di potenza” (giornalistica), tanto per fare una citazione a tema, far notare che se questa è “la musica del diavolo”, allora è quella di Dio, ad avere qualche problema. 

Anthony

Ecco il comunicato pubblicato sulla pagina dei Death SS, riguardo la vicenda. A Gerardo Cafaro e ai Death SS il nostro sostegno e la nostra solidarietà. #lungavitaagglutination
Anthony
I DEATH SS RISPONDONO ufficialmente alle accuse da parte del “Consiglio Pastorale Parrocchiale e gli Operatori Pastorali” di Chiaromonte, in seguito al concerto Agglutination.

Riscontriamo il comunicato firmato dal “Consiglio Pastorale Parrocchiale e gli Operatori Pastorali” di Chiaromonte (PZ) all’indomani del Festival Musicale Agglutination del 19 agosto 2018, del quale respingiamo integralmente il contenuto.

Chi ha predisposto il comunicato, con toni solo apparentemente pacati, sembra ignorare che in Italia la libertà di espressione, anche artistica, è tutelata dalla Costituzione senza limitazioni di sorta; e che reati anacronistici, come quelli cui il comunicato sembrerebbe fare riferimento, sono stati depenalizzati.
Ciononostante ci troviamo costretti, per difendere la nostra immagine, a rispondere punto per punto alle accuse che ci vengono mosse.

Da più di 40 anni i DEATH SS portano in scena con successo sia in Italia che all’estero una rappresentazione teatrale di genere horror/grand-guignol, e sono considerati capostipiti di un genere musicale e artistico che fonda le sue radici sulla rappresentazione di scene DARK - GOTHIC - HORROR, alla stessa stregua della visione di un film, come del resto fanno da decenni altri artisti di riconosciuta fama mondiale, quali BLACK SABBATH, ALICE COOPER, ROB ZOMBIE o MARILYN MANSON tra i tanti.

La band non interagisce col pubblico, limitandosi a suonare e a portare in scena i vari sipari teatrali che la singola canzone interpretata richiede, senza emettere proclami o incitazioni di sorta, a favore o contro qualsivoglia ideologia religiosa o politica.

La band non ha mai professato apertamente alcuna religione, né tantomeno promosso il satanismo o atti di vilipendio al cristianesimo o ad altre confessioni; né i suoi musicisti appartengono ad alcuna associazione religiosa. L’uso di alcune iconografie religiose ha puro scopo teatrale.

Le croci utilizzate sul palco sono coreografie rappresentanti un cimitero, entro il quale si svolge la rappresentazione in copione, e non sono utilizzate capovolte come nell’iconografia satanica (che chi ha predisposto il comunicato dimostra di non conoscere). 
La croce di fiamme esibita durante la canzone “Terror” non intende profanare il Crocifisso in alcun modo, bensì l’esatto opposto, in quanto rappresenta la luce della ragione che mette in fuga le anime erranti (in questo caso gli zombie che escono dal cimitero, interpretati da appositi figuranti truccati).

L’atto autoerotico che sembra tanto scandalizzare il Consiglio Pastorale, non è che un richiamo a film horror come “L’Esorcista” o “ I Diavoli” di Ken Russell, ai quali la canzone “vampire” si ispira.

Riguardo invece il lamentato “uso sacrilego del calice e delle ostie con un rituale macabro mediante l’uso di un incensiere realizzato con il teschio di una capra fumante, il cui significato è (per loro) inequivocabile”, invitiamo i solerti censori (che evidentemente non hanno neppure guardato bene lo spettacolo) a fare maggiore attenzione. Le “ostie” erano cialdini farmaceutici e sono stati manualmente distribuiti a fine concerto dalle tre attrici durante il brano “Heavy Demons”, mentre “l’incensiere” in questione è il simbolo della divinità animistica haitiana “Baron Samedi” (il cosiddetto “guardiano dei cimiteri”), ed è costituito da un trittico di teschi, umani ed animali (ovviamente finti) con un sigaro acceso in bocca. 
Non c’è quindi alcun nesso, neppure temporale, tra la realtà dei fatti e le accuse contenute nel comunicato, che nascono da un’interpretazione, nella migliore delle ipotesi, superficiale e arbitraria.

Ciò che secondo il Consiglio Pastorale è “un messaggio altamente non educativo”, altro non è che un tipo di spettacolo, evidentemente non adatto al gusto e alla sensibilità degli Operatori Pastorali; spettacolo al quale, se non gradito, bastava non presenziare.

Riteniamo poi particolarmente sgradevole e fuori luogo quanto apparso sul quotidiano Gazzetta Del Mezzogiorno , Edizione di Potenza . A pag. 9 dell' edizione del 28 agosto nell’articolo a firma di Massimo Brancati: “..in paese c’è chi parla di sacrifici di animali DURANTE e dopo il (nostro) concerto, all’interno di un rituale macabro”; il quale giornalista riporta volentieri chiacchiere prive di qualsivoglia fondamento, piuttosto che sentire cosa i sottoscritti avessero da dire: gli avremmo spiegato che buona parte di noi è dichiaratamente e comprovatamente vegano e animalista.

Dello stesso tenore quanto dichiarato dalla sig.ra Valeria Giorgio al portale Sassilive.it il 28.08.2018, la quale (citando disposizioni normative a casaccio o inesistenti) chiede che le autorità competenti verifichino se possiamo essere incriminati per qualche reato.
Invitiamo la sig.ra Giorgio a studiare meglio il Codice Penale: si accorgerà che siamo nel 2018, e i reati da lei citati sono stati in gran parte depenalizzati da un pezzo; e la invitiamo anche a dimostrare che il DEATH SS abbiano commesso gli atti da lei citati, durante il concerto.

Ulteriore invito ci permettiamo poi di rivolgerlo agli “Operatori Pastorali” del Consiglio di Chiaromonte: a verificare con più attenzione la natura del messaggio che credono di aver ricevuto, e ad abbassare i toni inquisitori nei confronti di un gruppo che da oltre 40 anni non offre altro che una rappresentazione artistica, seppure estrema: e ciò senza perseguire fini religiosi o politici, come invece appare evidente dai succitati articoli, dove il concerto e la sua presunta “blasfemia” paiono un evidente capro espiatorio per una lotta intestina di potere ai danni dell’Amministrazione che l’ha organizzato.
La politica, come già detto, non ci riguarda: ma ogni atto calunnioso o diffamatorio nei nostri confronti troverà d’ora in avanti pronta e adeguata risposta in tutte le sedi competenti.

Concludiamo riportando parte del commento del solo pubblico che ci interessa, i giovani di “Basilicata Metal” che, lungi dall’essere burattini manovrati da “insidiose ed oscure forze maligne”, sono venuti al Festival per l’unico motivo per cui è stato organizzato: passare una giornata pacifica nel segno della musica e dell’intrattenimento. 
“…..Si tratta dunque di un festival in cui gli spettacoli hanno appunto argomenti artistici, nell'accezione più democraticamente pluralista e rispettosa delle libertà di pensiero e di espressione garantite dalla Costituzione Italiana. È una manifestazione culturale che non viene imposta alla collettività come accade con altri tipi di manifestazioni: chi non ritiene interessante assistervi o per suo gusto o per sua sensibilità non è costretto a farlo, essendo uno spettacolo a pagamento a cui può assistere solo chi decide di sua spontanea volontà di pagare un biglietto. La presenza delle forze dell'ordine e di diverse testate giornalistiche e televisive dall'inizio alla fine del festival (come in ogni grande manifestazione che si rispetti in Italia) è a testimonianza, fra l'altro, dell'inconsistenza delle calunnie portate avanti da persone che non erano presenti, ma pronte ad inventare assurdità che vanno oltre l'offesa per l'intelligenza di chi legga le dichiarazioni in questione. Attaccare in maniera così pusillanime e priva di fondamento quella che è la più importante manifestazione culturale per decine di migliaia di cittadini italiani è un pericoloso ed antidemocratico attacco alla libertà di ogni cittadino, un'imposizione a cui fermamente noi metallari italiani ci opponiamo, con piena fraterna solidarietà e facendo quadrato attorno a Gerardo e all'Agglutination, senza distinzioni di idee politiche, filosofiche, religiose…”

I DEATH SS

mercoledì 29 agosto 2018

"Vodka&Inferno - La Morte Fidanzata" Recensione Libro #1


A cura di Anthony

Questa è la prima volta che mi trovo a parlare di un libro su questo blog e devo dire che la cosa è alquanto strana, considerando che io stesso sono un amante della letteratura horror ed erotica, che però, non riesce mai a ricevere le attenzioni che meriterebbe da parte mia, per svariati motivi. E’ anche per questo che sono contento di aver tra le mani il primo volume della saga “Vodka&Inferno”, intitolato “La Morte Fidanzata”, di Penelope Delle Colonne, edito da “Milena Edizioni”. Il bel volumone che ho qui con me, di oltre cinquecento pagine, si presenta con una copertina molto accattivante, che mette subito in chiaro la sua condizione di romanzo gotico.
Siamo a Venezia durante il 1800, una città uggiosa, sporca ma romantica, dove i ricchi in frak e cilindro spadroneggiano e non si curano neanche dei meno abbienti nel bassifondi e nei luoghi “da evitare”. Ed è proprio qui che facciamo la conoscenza di “Frattaglia”, un ragazzino (?) che lavora in un obitorio. Frattaglia non è certo uno stinco di santo, è solito sollazzarsi guardando le nudità dei cadaveri, ma, anche se non è mai andato oltre, non riesce a resistere quando viene portato il corpo di un ragazzo che pare avere la pelle di porcellana, profumata e le unghie e i capelli perfetti. Si tratta di Viktor, un russo, capitato chissà come in quella Venezia sempre troppo scura, dove vi ha trovato la morte. Frattaglia se ne innamora follemente, tanto da accompagnare la salma nella sua città natale “Soroka”, in Russia, pur di assistere alla tumulazione. Ciò che Frattaglia non immagina, è che “Viktor Mickalov”, questo il cognome dell’affascinante russo, è colpito da una “maledizione”, oppure “dono”, a seconda dei punti di vista, cioè, tornerà in vita dopo la morte, sotto forma di “Upyr”, cioè un vampiro! Penelope Delle Colonne, è figlia di una scrittura potente, audace e feroce, che non lascia nulla al caso e non ha la minima intenzione (per fortuna) di autocensurarsi. Affronta la tematica dell’omosessualità usando la metafora di una ambientazione relegata ai secoli scorsi, che ben si presta all’atmosfera gotica del romanzo. Un modo sottile ed efficace per dipingere la società moderna che ancora discrimina ed assurdamente condanna chi ha una sessualità diversa dalla “norma”. Una norma che appunto non ha motivo d’esistere; per Viktor Mickalov, è normalità tornare in vita, quindi ciò che definiamo normalità, è davvero così “normale” ? L’autrice dà vita a personaggi negativi già dalle prime pagine, ma li rende non solo carnefici, ma figli di un mondo che li vuole tali, per poi poterli incolpare, denigrare e ricacciare nelle ombre, ripulendosi la coscienza! Questa è una storia d’amore e morte, che come dice il romanzo stesso “hanno una sola lettera di differenza”, amore e morte che si cercano e si rifuggono, intersecano ed intrecciano, i due lati della stessa medaglia. Uno schiaffo morale ai benpensanti, da sempre convinti di essere gli unici detentori della verità e gli unici a potersi permettere un vero amore, relegando tutti gli altri rapporti, ad una becera perversione ed invece, l’amore vince ovunque, nei bassifondi, in un obitorio, vince sul tempo e sulla distanza, vince sul sesso e sulla vita stessa, nasce tra i rinnegati, tra gli emarginati e vince, vince ovunque, perché un vivo può persino innamorarsi di un morto.
Scordatevi Twilight, dimenticatevi dei romanzi adolescenziali con protagonisti vampiri perfetti, belli e dannati, non stiamo parlando di un misero young-adult, questo è un romanzo horror-gotico a tutti gli effetti, il moderno discendente di Poe e Bram Stoker, ma ancor di più di De Sade e sorella (minore) di Isabella Santacroce, a mio avviso massimo esponente dell’odierna scrittura “estrema”, sia per forma, che per contenuti “L’amore è uno specchio che la morte riflette, niente come l’amore, avvicina alla morte”-cit.
Il libro non si nega scene splatter, contenuti sessuali al limite del porno, alternate a scene tremendamente sottili e tenere, da indurre a credere che non siano state scritte dalla stessa persona, se non fosse per lo stile dell’autrice, assolutamente riconoscibile e personale. Quello che mi sento di “criticare”, appunto, è la povertà di alcune (solo alcune eh) descrizioni, purtroppo gli ambienti ed alcuni eventi sono solo abbozzati e non descritti con un livello di dettaglio che potesse appagare la curiosità del lettore, come ad esempio il viaggio da Venezia a Soroka in treno, che dura poche pagine ed immediatamente si passa oltre. Capisco la volontà di non aggiungere filler e di non voler allungare il brodo con scene praticamente inutili, ma neanche finire per “mutilare”, la storia e soprattutto l’ambientazione, con superficialità e “voglia di proseguire”. Tuttavia, è solo una piccola inerzia rispetto alla grandiosità di “Vodka&Inferno – La Morte Fidanzata”, che non per questo cala di tono e di bellezza sublime.
Fatevi un regalo, leggete “La Morte Fidanzata”, della saga “Vodka&Inferno”, in attesa del secondo volume, disponibile a breve. “In Vodka&Inferno Veritas!”-cit.

Anthony

Titolo : Vodka&Inferno - La Morte Fidanzata
Autrice : Penelope Delle Colonne
Casa Editrice : Milena Edizioni
Anno di Pubblicazione : 2016






mercoledì 22 agosto 2018

Agglutination Metal Fest 2018 - Il Live Report !


Attenzione : Articolo già pubblicato da me su All Around Metal

Sono circa dieci anni che per me ogni agosto è fisso l’appuntamento con l’Agglutination Metal Fest, a Chiaromonte, in provincia di Potenza. Molti sono stati i grandi nomi che si sono susseguiti sul palco del più grande festival metal del sud Italia, tra cui vale la pena citare Cannibal Corpse, Carcass, Therion Marduk e molti altri. Questa volta, è stata una edizione, la ventiquattresima, che parlava quasi totalmente italiano, infatti ad eccezione degli olandesi Pestilence, tutti i restanti gruppi provenivano dal nostro Paese (alla faccia di chi considera l’Italia totalmente estranea al mondo metal !)Purtroppo, un po’ per paura della minaccia della pioggia (il meteo prevedeva nuvole nere su Chiaromonte per il diciannove agosto), un po’ per stupidi ed infondati pregiudizi sulle band italiane, che ancora aleggiano nell’ambiente, i presenti non erano tantissimi, almeno fino alle 20, dopo di che, il campo ha iniziato a riempirsi. La prima band ad esibirsi, quella con l’ingrato compito di sciogliere il ghiaccio, sono stati i “Rome in Monochrome”, che purtroppo sono stati penalizzati dal poco pubblico presente. Tuttavia, hanno saputo riscaldare bene l’ambiente con una massiccia dose di atmosfere e metal oscuro e malinconico. Subito dopo è toccato ai salernitani “Circle of Witches”, che hanno dato ai presenti la giusta scarica di Heavy Metal che cercava. Infatti molti hanno apprezzato la performance, a giudicare dalle corna alzate in direzione del palco, tutt’altro genere rispetto alla band precedente e molto probabilmente più adatta ad un clima di festa.Quello che è un vero peccato invece, è che il black metal viene sempre molto penalizzato, quando è ancora giorno. Infatti gli “Ad Noctem Funeriis”, si sono esibiti quando il sole era ancora lontano dal tramontare e, nonostante i sempre accattivanti faccioni dipinti di bianco e nero e i vari spuntoni su braccia e gambe, l’atmosfera che la band pugliese ha creato, è stata purtroppo dimezzata nell’efficacia. Quello che non è cambiato di un decimo invece, è la carica oscura e malsana che traspariva dal black metal dei nostri, che hanno anche presentato alcuni pezzi dall’ultimo lavoro in studio, cioè lo split album con Infernal Angels e Catechon.Dopo questa scarica di aggressività nera, è tempo di smorzare i toni e riprendere il clima di festa e, cosa succede se agli Steel Panther, aggiungi gli Skorpions e i Kiss? Ecco che saltano fuori i “Witchunter”, band dell’abruzzo che ha veramente riscaldato l’atmosfera con una scarica di Trash-speed, ma soprattutto una bella dose di Heavy Metal e Rock’n Roll, con tanto di cover dei Kiss !Ed ora, si inizia a fare sul serio, i primi dei grandi nomi a salire sul palco, sono i “Necrodeath”, la storica band Ligure che non ah di certo bisogno di presentazioni, è stata quella che è riuscita a catturare l’attenzione dei presenti e, purtroppo, anche Flegias e co. Sono stati penalizzati dal fatto di essersi dovuti esibire prima del tramonto. Dopo di loro, sono i “Folkstone”, una belle band più attese dal pubblico presente che si raggruppa velocemente sotto al palco, a deliziarci con la loro performance che, a mio avviso, è quella più alta tecnicamente, non solo per l’uso di strumenti non convenzionali nel metal, come cornamuse e flauti, ma anche per la capacità dei vari membri di scambiarsi di posto e cambiare strumento tra una fase e l’altra di una stessa canzone! Veramente ammirevole, sublime. Ed ecco il turno dell’unica band estera del bill dell’Agglutination, ovvero i Pestilence. Una cascata di Death-Thrash che non conosce un secondo di pace. Il palco si infiamma e gli olandesi non lasciano passare neanche un secondo tra un brano e l’altro, tanto che è quasi impossibile distinguere lo stacco. Non un attimo di pace, nessun prigioniero per i Pestilence che con le distorsioni granitiche e la batteria in up, hanno distrutto letteralmente il palco e tutti i presenti! Una vera macchina da guerra.Ma, calate le luci, ecco che è il grande momento, quello che tutti aspettavano, i mitici Death SS stanno per salire sul palco e già l’atmosfera inizia a farsi terrificante.Due druidi incappucciati, entrano in scena portando una bara e immagini esoteriche e spaventose, iniziano ad essere proiettate sul tabellone alle loro spalle. Appena i riflettori si accendono, una malsana e blasfema cantilena viene recitata dai due loschi figuri ed il Fantasma, il lupo mannaro, la mummia e lo zombie salgono prendono posto con i loro strumenti pronti a scatenare l’horror metal ed è allora, dopo i giri iniziali con tanto di fiamme e croci in bella mostra sul palco, che Steve Sylvester salta fuori dalla bara e saluta il pubblico in delirio. Scenografie spettacolari come sempre, lo show dei toscani fa impallidire alcuni dei presenti, proprio accanto a me vedo le facce di due signore sbiancare, spaventate dalle immagini horror ed esoteriche proiettate sullo sfondo, che immediatamente dopo il primo pezzo, lasciano il pubblico contrariate (!!!) Molti sono i pezzi classici della band, accompagnata da tanto di performer non lasciano nulla all’immaginazione, Horrible Eyes, Lilith, Lady of Babylon, Scarlet Woman, Vampire con tanto di stupro della suora sullo stage e soprattutto i brani tratti dal nuovo album, tra cui il singolo “Rock’n Roll Armaggeddon”, che quando ho sentito la prima volta, mi sapeva così tanto di anni ’70, che mi si sono automaticamente arruffati i capelli alla “Disco ‘Stu” e le mie scarpe si sono trasformate in zeppe da sole senza cambiarle e mi fece storcere un po’ il naso, se devo essere sincero. Invece devo dire che live fa tutto un altro effetto, anzi, diventa un pezzo con una grandissima carica, che accende il pubblico e risulta divertentissimo! Inutile dire che a parte i pezzi storici, la vera forza della band è la sua spettacolarità live, come una croce infiammata e quando Steve Sylvester lancia sul pubblico del sangue (finto), da un calice e le ballerine consegnano delle ostie alle prime file, il tutto contornato dalle splendide immagini di film horror e vari foto e video della band, degli anni scorsi. Inutile dire che la i Death SS si riconfermano una delle band di punta dello schock rock italiano e che sono tornati alla grande con il nuovo album.A discapito di chi lo ha snobbato e, grazie alla clemenza delle nuvole che non hanno scatenato la pioggia sull’evento, la ventiquattresima edizione dell’Agglutination Metal Festa, è stata una della più belle, con nessuno dei gruppi sottotono, ma che anzi, è stato un crescendo di adrenalina e spettacolarità che ha deliziato i presenti, che sicuramente ora aspetteranno la prossima edizione con tanta trepidazione!

Anthony

lunedì 6 agosto 2018

Epica live a Vinci - Isaac Delahaye e Coen Janssen ai nostri microfoni ! - Intervista #5


A cura di Anthony

ATTENZIONE:
Intervista già pubblicata da me, sulle pagine di "All Around Metal"

Lavorare,  ormai da diversi anni, in questo campo mi dà il grande privilegio non solo di poter incontrare di persona le band che più amo, ma, come in questo caso, stringere una sorta di “amicizia”, con i vari componenti, che ormai riconoscono i reporter che vedono più spesso e si dimostrano sempre felici di rincontrarci. Questo è quello che è successo sabato 28 luglio in quel di Vinci, dove, durante la splendida “Festa dell’Unicorno”, ho potuto incontrare di nuovo i miei amati Epica, per un faccia a faccia cordialissimo e piacevole.

Arrivo in anticipo a Vinci dalla stazione di Empoli da dove, grazie al servizio di navetta gratuito, messo a disposizione dall’organizzazione della festa dell’Unicorno, si raggiunge il comune toscano in modo comodissimo. Sbrigati i convenevoli all’ingresso, raggiungo il largo dove è pronto il palco con già la scritta “EPICA”, che troneggia in bella vista. Poco distante, un gazebo crea l’unica ombra disponibile ed è lì che Mark (Jansen) e Simone (Simons), salutano i fan e si concedono molto allegramente ad autografi e foto. Mark mi vede da lontano e mi fa segno di avvicinarmi, ci diamo la mano e ci salutiamo come se fossimo amici che non si vedono da qualche tempo. Simone è di spalle, impegnata ad autografare gli album. L’emozione è grande, non ci si abitua mai a qualcosa del genere, poter avere una foto solo con Simone Simons, era un mio sogno dai tempi di “The Phantom Agony” e c’ero quasi riuscito tempo fa, però ho avuto una foto con tutta la band e non solo con lei come desideravo. Ma, questi sono aneddoti personali che finirebbero per annoiarvi, cari lettori ! Comunque, man mano riesco a beccare tutta la band ed ognuno di loro mi concede autografo, foto e qualche minuto per chiacchierare e salutarsi.

L’intervista era fissata per le 17:30 e quando entro nel backstage, trovo Isaac che mi saluta cordialmente, ed esplode in una risata, quando mi riconosce “Ah sì, ci siamo visti a Milano l’anno scorso, mi ricordo benissimo !” dice e la cosa mi fa incredibilmente piacere. Mi offre da bere molto gentilmente e ci mettiamo comodi. Nella stanza è presente anche Coen (Jansen) intento a giocare col cellulare. Simone, Rob (Van der Loo), il tour manager ed altri dello staff, a volte entrano passeggiando, prendono delle cose ed escono in punta di piedi, scusandosi per il disturbo.

A questo punto lo ringrazio

“Ciao Isaac, innanzitutto grazie mille per la tua cordialità e bentornato nella Stanza B-151!

Isaac : Non c’è di che, grazie a voi per la disponibilità !

“Parlaci di questo progetto, com’è nato “Epica vs Attack on Titan Songs”?

Isaac: Il tizio che ha scritto le musiche per la serie animata di Attack on Titan, è un fan degli Epica e così ci ha chiesto se potevano realizzare delle speciali “cover” (fa il gesto delle virgolette con le mani n.d.a.) in stile Epica, dei suoi pezzi. Così abbiamo chiamato il nostro manager e dopo averli ascoltati, abbiamo pensato che sarebbe stato carino far indossare a quelle composizioni, la giacca degli Epica ! (Ride) Poi, ovviamente, abbiamo pensato che la cosa non fosse solo un lavoro fine a se stesso, siccome c’è molta gente che segue l’anime e lo ama, soprattutto in Giappone, abbiamo pensato che valeva la pena divertirsi con questo progetto ed abbiamo accettato !

Com’è stato il processo creativo, com’è stato gestito il lavoro dietro le quinte di Attack on Titan ?

Isaac: Il processo creativo è partito proprio dal guardare la serie, perché è molto dinamica e succedono molte cose contemporaneamente, quindi la sfida è stata fare in modo che suonasse “Epica”, ma che mantenesse le atmosfere (dice proprio “Vibe”), dell’originale. Abbiamo dovuto prestare particolare attenzione alle melodie ed adattare il modo di comporre degli Epica a quello di qualcun altro. L’impostazione in pratica è stata questa, abbiamo ascoltato il tutto, l’abbiamo analizzato e lo abbiamo ricomposto a modo nostro, ma attenendoci alle linee guida originali.

Quindi sei solito guardare gli anime ?

Isaac : No (ride), nella band Rob guarda molti anime e serie Tv, e invece mio fratello segue molto il mondo anime e manga, al contrario di me (ride) 

Quanti anni ha lui ?

Isaac: Mio fratello ? Ha due anni meno di me, quindi è ancora molto, molto giovane! (ride) Simone inoltre è molto legata a film e serie Tv, la sua è quasi una dipendenza!

Scoppiamo tutti e tre a ridere ed aggiungo “Bhè è vero, io stesso ho guardato una serie su netflix, perché Simone l’aveva consigliata su instagram !”

Isaac: Bhè, non seguirla troppo, potresti ritrovarti a guardare roba anche molto trash ! (continua a ridere)

Tornando seri, ho letto proprio stamattina su una rivista, che Epica vs Attack on Titan, veniva considerato un lavoro per i fan della serie, un lavoro per i fan degli Epica, ma non per chi ama il metal e la musica in genere, cosa ne pensi di questa affermazione ?

Isaac: No, non sono per niente d’accordo, è un mini-album adatto a chiunque, ovviamente soprattutto a chi ama il metal, ma non credo che sia relegato soltanto a chi ascolta gli Epica o guarda Attack on Titan. E’ un vero album di metal sinfonico che suona esattamente nel modo che i nostri fan si aspettano, ma anche chi non ascolta la band o non segue l’anime, può goderselo tranquillamente !

Ok, ora una domanda che mi tocca da vicino : Come mai un brano incredibile come “Architect of light”, è stato scartato da “The Holographic Principle” ?



Mi guarda con aria interrogativa e non capisce il termine inglese “discarded” (scartato), e chiede a Coen che glielo traduce in tedesco (credo…), poi mi risponde

Isaac: Bhè, abbiamo solo dodici posti per i brani in un album e ci siamo trovati a scegliere le migliori o comunque quelle più adatte a finire nell’album principale, è inevitabile che a volte qualche brano valido, venga comunque messo in secondo piano. Tuttavia, non vedo la cosa da un punto di vista negativo, è si stata scartata da un lato, ma poi è stata ripescata dall’altro per essere inserita in “The Solace System”, quindi i fan l’hanno comunque avuta.

Bhé si, sai, per me quella canzone è veramente il massimo…

Isaac: Bhè si, ma per te, insomma credo che sia un qualcosa di molto personale, magari un’altra persona potrebbe amare un altro brano, insomma, non si può mai accontentare tutti !

Si…anche io ho una band e so cosa significa…

(Qui mi chiede delle cose riguardo la mia band che vi risparmio n.d.a.)

Parliamo del libro, com’è nata l’idea di un libro sugli Epica ?

Isaac : Gli editori ci hanno chiesto di lavorare ad un libro e, siccome sono passati circa dieci anni da “The Road to Paradiso”, abbiamo altri dieci anni di materiale da raccontare e ci siamo detti “Ok, facciamolo !”

Ah, “The Road to Paradiso”, siamo in molti a sperare in una Re-release !

Isaac: Ma… perché sperare in una re-release di qualcosa di vecchio ? Ora uscirà il libro nuovo, concentrati su quello !

Si ma, io vorrei comprarlo ed è assolutamente impossibile da trovare !

Isaac e Coen si mettono a ridere e poi continua

Isaac :Bhe si, è andato a ruba in effetti…

Questo nuovo libro, sarà una biografia ?

Isaac: Probabilmente sarà la storia della band, quindi più o meno una biografia, comprenderà storie dai vari tour, backstage, aneddoti, sia felici che tristi, vorremmo dare ai fan un’idea di quello che è il mondo dietro le quinte degli Epica!

Ma, lo avremo anche in italiano e nelle varie altre lingue ?

Isaac: Sono sincero, non lo so, ma immagino che purtroppo sarà solo in inglese, almeno credo!

Puoi darci quindi qualche news in esclusiva su un nuovo album magari ?

Isaac: No, per ora non è prevista nessuna nuova release, non abbiamo grandi news, siamo in tour da circa due anni e ora ci sono i grandi festival, inoltre dopo i due Ep, abbiamo davvero bisogno di una pausa adesso ! (ridono entrambi abbondantemente)

Coen : Abbiamo in realtà solo una piccola chicca, il brano registrato con la Metropole Orchestra, la canzone è già pronta, ma uscirà più avanti !

Isaac: Ah si, è vero, abbiamo vinto un contest in Olanda e siamo stati selezionati come miglior artista o band olandese, per registrare un brano con la Metropole Orchestra, questo ci ha riempito di gioia ed orgoglio ovviamente, è stato davvero qualcosa di straordinario !

Coen: Si infatti, è veramente qualcosa di pazzesco aver vinto ! Comunque si tratta di una canzone che i fan già conoscono, non è quindi una vera e propria “hot news” (ride), solo che non l’hanno mai ascoltata suonata in quel modo con un’orchestra così incredibile!

Avremo altri concerti in Italia ? Magari al sud…

Isaac :(ride) Si, in Italia ormai ci torniamo spesso, ma per il sud, bisognerebbe chiederlo a Mark che vive in Sicilia! (continua a ridere), abbiamo suonato a Roma, ma comunque arrivare in alcuni luoghi del sud Italia è piuttosto lungo e a volte complicato, poi col bus, insomma, non è molto confortevole o rapido…

Bhè dai…ma perché ? Il territorio italiano non è così particolare in fondo…

Isaac: Perché ?! (ride) Hai mai provato ad attraversare tutta l’Italia su un autobus suonando quasi ogni sera ? Ti assicuro che può essere veramente estenuante a volte, sia fisicamente che mentalmente !

Bhè si, mio padre è un autotrasportatore quindi forse ho capito cosa intendi…

Isaac: Davvero ? Fantastico, magari allora la prossima volta può venire a prenderci lui, chiediglielo !

Rido io e continuo “Si, magari ! appena torno a casa gli dico che Isaac degli Epica, vuole un viaggio per la band !”

Ti ringrazio per la disponibilità e la cortesia, è sempre un piacere incontrarvi e passare del tempo con voi che siete i miei idoli, gli Epica sono la mia band preferita !

Coen : Oh si, è anche la mia band preferita ! (ride a crepapelle)

Isaac : Fantastico, è un piacere e ti ringrazio per il supporto, spero che ti godrai lo show !

Coen: Grazie anche da parte mia, buon concerto !

Qui iniziamo a ridere e scherzare e una volta finita l’intervista, restiamo ancora a chiacchierare e farci le foto e gli autografi di rito !

Durante il live poi, alcune ore dopo, Isaac mi fa cenno dal palco e mi lancia una bottiglia d’acqua : per me, un mito !

Anthony




mercoledì 25 luglio 2018

Veratrum "Visioni" - Recensione Album #22


A cura di Anthony 

A tre anni dal Full-Lenght “Mondi Sospesi” (Fan dei Litfiba state bboni !), tornano con un secondo Ep i bergamaschi “Veratrum”, intitolato “Visioni”, un piacevole rinfresco estivo di una ventina di minuti d’ascolto, in attesa del prossimo album.
Ho tra le mani il bellissimo cofanetto digipack che però, non contiene nessun booklet… e questo un po’ dispiace… comunque poco male, i testi (non tutti a dire la verità) ed i credits, sono riportate sulle pagine stesse del cofanetto. Bella ed accattivante la copertina, che già dalla presentazione della stessa, lascia intuire il lato mistico, etereo e spirituale che vogliono trasmettere questi brani.
Il primo pezzo è “Oltre il Vero”, intro macabra e spirituale, cori sinistri fanno la loro comparsa e non promettono nulla di buono… una rullata poi e si scatena una infernale rabbia. Black e Death metal si fondono tra sinfonie maestose ed il cantato in italiano, non può che aumentare il livello di misticismo portato in musica da questa band. Buone le vocals, screams acidi e grunt rabbiosi si alternano ed il tutto è assolutamente sotto controllo. La batteria scandisce tempi che cambiano e si alternano con riffing che derivano dal death-thrash più tecnico, fino al classico vortice di stampo black. La composizione dei Veratrum, che danno il giusto spazio a tutti gli strumenti. Le tastiere mai opprimenti, sono il giusto accompagnamento dei cori finali, che ben si collegano all’orgia sonora infernale di “Per Antares”. Un vero e proprio sabba dove le note stesse danzano come le streghe che evocano e materializzano davanti agli occhi di un ascoltatore sognante e terrorizzato da cotanta solennità sinistra. Con “L'Alchimista”, tornano gli scream acidi e maligni corrono su una tappeto di doppia cassa e il tutto viene innalzato verso il cielo notturno, come il fumo nero di un falò, dagli accordi dinamici di tastiere che quasi scompaiono, ma allo stesso tempo, mettono un velo nero su tutta la composizione. Veramente un brano magnifico, pieno di potere ed accattivante, mi tornano in mente gli Aborym di “Roma Divina Urbs”, quando la voce diventa pulita per qualche battuta. Poi, il tutto si ferma di colpo ed è favoloso. Ma il vero punto di forza di questo Ep, è a mio avviso lo splendido singolo “La Stella Imperitura”, un brano da brividi, dove gli intrecci di voce sono un ricamo raffinatissimo, sopra la potenza e prepotenza di un metal estremo marcio eppur signore allo stesso tempo, un pezzo che da solo rende “Visioni”, meritevole d’ascolto. Immagini di divinità Lovercraftiane, seguaci intenti in evocazioni oscure, terrore cosmico da altri universi, ecco cosa si racchiude tra le note di “La Stella Imperitura”, un mix di allucinazioni celestiali ed infernali si mescolano e questa musica così evocativa, è il prodotto di questi artisti magnifici che conoscono il modo di terrorizzarci e farci godere, con il solo uso dei propri strumenti.
Giungo quindi alla fine con “Limen Operis” la degna outro evocativa persino più dei pezzi precedenti. Un grande lavoro che trasuda dell’attenzioni che ha ricevuto e mi perdo tra le splendide note leggiadre sul finale, pensando che davvero, il metal italiano non è né morto, né inesistente, ma è florido, rigoglioso e magnifico, grazie a band come questa, che portano avanti la musica che amiamo con una grande maestria, aspettando dunque con reale hype il prossimo album completo, “Visioni”, è assolutamente consigliato.
Anthony

1. Oltre il Vero
2. Per Antares
3. L'Alchimista
4. La Stella Imperitura
5. Limen Operis

Genere:
Prophetic Metal
(Symphonic Death-Black)

Paese:
Italia

Città :
Bergamo

Line Up :

Haiwas -Voice / Guitar,
Rimmon - Guitar / Vocals,
Marchosias - Bass,
Sabnok - Drums

Contatti:
Facebook
veratrumdeath@gmail.com





domenica 22 luglio 2018

Epica Vs Attack on Titan Songs - Recensione Album #21


A cura di Anthony

Quando si dice che una band è instancabile, spesso ci si riferisce al fatto che fa tour molto lunghi, oppure che comunque suoni spesso dal vivo, ma suonare brani che sono diventati cult per i fan, è una cosa all’ordine del giorno per dei musicisti professionisti, è una cosa che comunque fanno normalmente tutti i giorni, vuoi come esercizio, vuoi per pura passione.
Il discorso invece, cambia quando una band che ha da poco rilasciato un album di inediti, con ben sei bonus track, rilascia dopo qualche mese un altro Ep, che va a completare il cerchio, con altri sei “grandi eslusi” dall’album principale che non meritavano il dimenticatoio. Dopo questo, un fan si aspetterebbe almeno due o tre anni di silenzio, magari un tour nelle maggiori città dei vari Paesi, ma niente di realmente inedito. Ed invece, ecco che ad appena tre mesi dall’ Ep “The Solace System”, viene annunciata una speciale pubblicazione di un ulteriore Ep, in esclusiva per il mercato giapponese, ovvero “Epica vs. Attack on Titan Songs”, supportato da una manciata di concerti, solamente in Giappone. Tuttavia, il grande successo del mini-album e la delusione dei fan, mai sazi di novità, hanno convinto gli Epica, ma soprattutto la Nuclear Blast, a distribuire, qualche mese dopo la data d’uscita in Giappone, a distribuire l’Ep in tutto il mondo.
Per chi non lo sapesse, Attack on Titan, è un anime (un cartone animato, per noi della vecchia scuola), giapponese di cui gli Epica hanno rivisitato le musiche, tradotto e riscritto i testi delle varie sigle e colonne sonore, creando brani totalmente nuovi, rivisitati in pieno stile Epica.
I pezzi partono con la maestosa, immensa ed stupenda “Crimson Bow and Arrow”, una corsa incessante, un crescendo di cori, voci eteree, che mi lascia estasiato. Un capolavoro che lascia senza parole sia i fan del metal che i fan dell’anime. Già dalle primissime note si nota la maestria e la capacità tecnica e compositiva degli olandesi, che squarciano il silenzio con cori bassi, che in attimo si innalzano al cielo ed aprono la strada alla meraviglioso voce della dea fiammeggiante : Simone Simons, che non viene quasi mai lasciata correre in solitaria, ma è sempre scortata dalle voci in sottofondo, che tacciono solo durante il grunt di Mark Jansen. Uno scambio di fasi quello dei due singer, che però sa quando tacere e quando aumentare di intensità. Il tutto poi sfocia in un sublime scambio di assoli chitarra-synt e tutto crolla, il mondo implode in un buco nero di solennità, per poi rinascere nell’ immensità sonora di un cosmo troppo piccolo, per accogliere l’attacco di questi giganti del Symphonic Metal mondiale. Sublime.
Il secondo posto è occupato da “Wings of Freedom” ed immediatamente sembra di ascoltare una marcia militare, o un inno, qualcosa di molto simile ad un canto popolare, che però muta con l’ingresso in scena delle terzine sulla sei corde distorta. Anche qui è massiccio l’utilizzo di voci orchestrali. Le lead vocals non sono quasi mai lasciate in solitaria, ma sempre accompagnati da accordi vocali mantenuti per la durata delle varie battute, oppure scambi con il growl che spesso accelera ricordando brani come “Consign to Oblivion”, degli stessi Epica. Anche qui, il momento dell’assolo è magico. Chitarra e synt si scambiano note su note, correndo e volando su un tappeto di luce come un treno delle montagne russe, tra acrobazie sulle tastiere e salti direttamente nel sole. Come moderno Icaro, questa band crea mondi inesistenti col suo grande impatto evocativo e la mente viaggia, cullata dalle note sublimi di un metal che da rude, sporco e cattivo, diventa sempre più raffinato, tagliente, sublime e divino.
“If Inside These Walls Was a House”, è la terza canzone dell’ Ep e ci troviamo di fronte ad una dolce ballad. Simone Simons canta con una produzione cristallina che fa addirittura assaporare le lettere stesse che escono limpide dalle sue desiderabili labbra, sorrette da un tappeto di tastiere che “brillano”, fino a quando tutta la band entra in scena, e il brano esplode in una immensità disarmante. Per uno che come me, ascolta quasi unicamente Black metal e Technical Death metal, è una sorpresa ogni volta che gli Epica toccano i miei timpani, ogni volta che li cullano, ogni volta che li accarezzano, perché si, il metal può anche accarezzare i timpani, non è detto che debba per forza, sempre distruggerli. Nessun’altra band del genere riesce a toccare questi livelli di splendore, gli Epica sono un altro mondo, anzi, che dico, un altro sistema solare, un'altra galassia, un’altra dimensione, in una realtà che si fonde con l’illusione e i multi-versi si fondono e si confondono, in un’altra percezione di noi stessi, che appartiene al divino.
Nonostante il mini Cd continui, io mi fermo nel raccontarvelo a questo quarto brano, intitolato “Dedicate Your Heart!” col suono pianoforte iniziale. Una scarica di adrenalina improvvisa e si entra nel vivo. Anche qui, è l’intreccio di voci a colpire immediatamente, la freschezza della vocalità così espressiva e bellissima di Simone, si trasforma da un cantato pulito e limpido, ad uno più tecnico e lirico. Forse il brano più veloce di tutta la pubblicazione. Notevole il lavoro dietro di le pelli, ma quello che, come sempre mi lascia sbalordito, è la creatività compositiva del combo olandese, sei persone, sei grandi artisti, e mai nessuno viene messo in secondo piano, ma anzi, ognuno di loro ha il proprio momento magico e lo sfruttano sempre nel migliore dei modi, dimostrando di padroneggiare l’arte della musica in tutte le sue forme, dalla classica al metal (anche estremo, ascoltate da The Phantom Agony fino a The Holographic Principle e capirete).
Come già anticipato, mi fermo qui e mi godo i restanti quattro brani con gli occhi chiusi e la mente nello spazio, perché altro non sono che i quattro brani già recensiti, nelle loro versioni strumentali.
Insomma gli Epica sono davvero instancabili e non solo, riescono a trasformare in oro qualsiasi cosa tocchino (da notare la cover dei Powerwolf contenuta nella Limited Edition del nuovo album dei Lupi di Attila, The Sacrament of Sin), una band che non solo sforna release su release, ma che non sbaglia un colpo, non cala mai un tono e prosegue una carriera sbalorditiva che dura ormai da quindici anni, sempre al top ! Acquisto obbligato per fan della band, i fan del metal, per i fan dell’anime, per i fan della musica e per chi ama l’arte e le cose belle.
Anthony

Tracklist:

01. Crimson Bow And Arrow

02. Wings Of Freedom

03. If Inside These Walls Was A House

04. Dedicate Your Heart!

05. Crimson Bow And Arrow (Instrumental)

06. Wings Of Freedom (Instrumental)

07. If Inside These Walls Was A House (Instrumental)

08. Dedicate Your Heart! (Instrumental)

Line-Up


Simone Simons – Lead Vocals
Mark Jansen – Chitarra ritmica, Grunt
Isaac Delahaye – Chitarra solista, Cori
Rob van der Loo – Basso
Coen Janssen – Tastiere e Synth
Ariën van Weesenbeek – Batteria, Growl


martedì 5 giugno 2018

Time of Anger - Charlotte in Cage - Recensione Album #20



A cura di Anthony 

Era da un po’ di tempo che aspettavo il debut album di questa band campana, tutta al femminile, le “Charlotte in Cage”, moniker molto carino, che deriva da una canzone delle “Kittie”, una delle band con la sezione ritmica più figa dal ’96 ad oggi ! Arrivano quindi queste Alternative Rocker campane, con il primo lavoro sulla lunga distanza, intitolato “Time of Anger”. Una copertina parecchio accattivante che, a mio avviso, calza a pennello con la proposta musicale presentata. Quindi bando alle ciance, premo play e parte il primo pezzo “Liar”: arpeggio distorto che subito viene cadenzato da colpi di batteria molto presenti e opprimenti. La voce appare tagliente e ricorda il rock anni ’70, di artisti come Janis Joplin e nelle strofe, addirittura Blondie. Il growl-grunt che appare nel ritornello però, suona sforzato e anche leggermente fuori luogo, in un brano tuttavia molto melodico. Mi piace molto la produzione tagliente ed acida, che mette in risalto la distorsione di chitarre asciutte e graffianti che, anche se non esprimono una grande potenza sonora, fanno bene il loro lavoro e risultano, nell’ insieme, perfette.
Il secondo brano dal titolo oscuro “I hate myself”, presenta una struttura simile, ma con un basso meravigliosamente presente, su una voce sensuale e suadente, quasi un “The Sisters of Mercy” al femminile (tenendo presente le dovute differenze). Un assolo graffiante, fin troppo acido, si muove pesantemente su una sezione ritmica molto presente e predominante. Il brano poi esplode in una buona dose di rabbia sul finale, che ci accompagna a “Yours Faithfully”, con il suo “Motherfucker” iniziale e il riffing di basso. Mi trovo di fronte ad un brano molto diverso dai precedenti, assolutamente molto più cattivo, con elementi direttamente che derivano direttamente dal metal. Salta all’orecchio, oltre al riff di basso incessante, il lavoro sui piatti dietro le pelli. “Dionysus”, è la numero quattro, da cui è stato anche tratto un videoclip ufficiale, che vi invito a cercare su youtube. Tastiere cupe e pesanti, introducono l’arpeggio e i primi groove. La voce come sempre, molto sensuale ed accattivante, ricorda goth queen anni ’80, come Patricia Morrison. A mio avviso però, il pezzo, perde nella seconda parte, dove sono proprio le vocals a non essere all’altezza, anche se si salvano in corner, con le risate sul finale, sempre molto accattivanti.
“13 years old” è una ballad molto malinconica già dalle prime note, un brano piacevole che non teme di alzare il volume quando occorre. Bello l’assolo allucinato al centro del running e tutto sommato, la composizione è buona, con quella nota di basso incastonata al punto giusto, che è sempre un piacere ritrovare.
Proseguo con la title track “Times of Anger”. Anche qui, è il basso a farla da padrone. Un guadagno notevole sugli altri strumenti, cosa rara, e che va a sorreggere una voce in chourus, assolutamente perfetta, con quell’aria da menefreghismo scocciato. Non mi piacciono i cori però, li trovo fuori luogo e per fortuna il pezzo ne prosegue privo. Un assolo deliziosamente Rock, è la ciliegina sulla torta che porta con se quella nota acida di dei cori, non necessari. Dei sussurri gotici ed inquietanti, sono l’intro di “Monster I became”, ma immediatamente il pezzo si apre arioso, facendo entrare una grande luce che non mi sarei aspettato. Una canzone rock quasi canonica, che forse, pecca leggermente in una eccessiva durata delle strofe, ma è un aspetto assolutamente secondario, che passa totalmente nel dimenticatoio, quando il titolo viene recitato da un growl che ci ricorda che abbiamo a che fare con un mostro !
Arrivo purtroppo all’ultima tappa, ovvero “The Plastic Beast”, un bellissimo riff di basso mi accoglie, accompagnato da una chitarra arpeggiata che è una meraviglia ascoltare, nel momento in cui entra anche la batteria ed il tutto si innalza. Anche qui la voce è molto sensuale e raddoppiata dal chourus, che avanza danzando sulle note degli strumenti a corde. Il basso resta presente e padrone della scena, cosa che apprezzo tantissimo. La sublime tonalità arrotonda e dona potenza a tutto il pezzo. Unica pecca, sono i tentativi di sporcare con growl e scream che non sono purtroppo all’altezza, appaiono sforzati e soffocati, il che è un peccato, soprattutto perché mi trovo di fronte al pezzo che mi sta piacendo di più di tutto l’album. Le Charlotte in Cage, hanno tenuto sul finale il dolce più sublime, che mi accompagna alla fine, con un armonico statico e in fade-out.
Per concludere, si tratta di un debutto non esente da difetti, ma assolutamente piacevole e degno di nota, sarebbe un peccato infatti snobbare l’album e passare oltre, soprattutto con dei titoli così splendidi !
Più di tutto, salta all’attenzione soprattutto il lavoro di basso che ho apprezzato particolarmente, ma devo dire che qui ogni cosa è al suo posto, dalle chitarre graffianti quanto basta, alla voce molto sensuale e piacevole. La batteria poi, anche non eccellendo in virtuosismi, riesce a farsi notare e fa più che bene il suo lavoro, insomma, queste ragazze ci sanno fare, ed hanno tutte le carte in regola per poter uscire dall’underground (a mio avviso), già dal prossimo lavoro in studio, dove oltre alla bravura e alla passione, si andrà ad aggiungere l’esperienza accumulata con “Time of Anger”, che farà in modo che evitino le mancanze (più che errori), dell’album in questione. Ciò che manca invece, è un bel po’ di potenza sonora, che faccia veramente tremare i muri e suoni “Rock” nel vero senso della parola e qualcuno che sappia realmente cantare in scream e growl e che non si limiti solo a rendere più oscura e cupa la voce, sforzando le corde vocali per raggiungere note più basse e cattive, ma ovviamente, l'impegno è palese e indubbiamente apprezzato ! Si tratta infatti di piccolezze, dovuta anche alla produzione, all’inesperienza e, perché no, al budjet che non è mai abbastanza. Ci si può tranquillamente passare sopra. Per il resto, “Time of Anger” delle “Charlotte in Cage”, è assolutamente consigliato !

"All female band.
Feminists.
Fight everyday for equal rights.
Remove the veils, be yourself, stand up!"

                                                              Anthony

Tracklist : 

1- Liar
2- I hate myself
3- Yours Faithfully
4- Dionysus
5- 13 years old
6- Times of Anger
7- Monster I Became
8- The Plastic Beast

Genere: 
Anternative Rock-Metal

Paese: 
Italia

Città : 
Eboli (SA)

Line Up (attuale) : 

Marianna Forino: guitar
Susanna Angelino: bass/back vocals
Annalisa Barra: drums

Contatti:
Facebook
angelinosusanna81@gmail.com




giovedì 22 febbraio 2018

New Zone il video di "Breathe"


Li abbiamo avuti ospiti qui nella Stanza B-151, con una bella intervista alla splendida singer "Nicole Willerton", proprio qualche settimana fa ed ecco oggi la release del videoclip del primo singolo estratto dall'album "Desire", cioè "Breathe". Un bellissimo lavoro che anticipa un album che dimostra di saper creare un certo Hype intorno a se stesso, non ci resta che aspettare quindi godendoci nel frattempo, il bel video di "Breathe". Buona visione.
Anthony




lunedì 29 gennaio 2018

Empirea - Il debutto nel singolo "Ibis"


Il progetto One Man Band "Empirea", nasce nella mente e nel cuore di un ragazzo romano "Ivan Spurio Venarucci", che, unendo la malinconia del pianoforte alla potenza del metal estremo, riesce a creare territori onirici dall'incredibile bellezza e pregni di arte e sentimento.
Di seguito il video rilasciato su youtube il 23 gennaio 2018, ed il singolo, è disponibile in free download sul profilo Bandcamp degli Empirea, cliccando Quì.

Anthony

 


domenica 21 gennaio 2018

New Zone - Intervista #4


A cura di Anthony

Vengono dalla Svezia, terra dove il concetto di Metal batte forte, con un interessantissimo comparto tecnico e (lasciatemelo dire), una front woman che non passa di certo inosservata, questi New Zone, sembrano essere tra le promesse più succulente di questo 2018. Abbiamo chiesto alla singer, la splendida Nicole Willerton, nella loro prima intervista in Italia, cosa dobbiamo aspettarci, per iniziare a conoscere bene questa promettente band !

Intervista in Inglese per cordialità verso i nostri ospiti, la troverete comunque in Italiano, scorrendo la pagina.

B-151- Hi Nicole, welcome in the "La Stanza B-151" !

Nicole Willerton : Hello, thank you, glad to do it !

1- How did New Zone come together ? 

- Me and our rhythm guitarrist Tim Vincent began writing songs for the band all the way back in 2015 duing the time at our music university. We both share the love for metal and especially symphonic metal, so we began exploring the sounds we would like to be in the music. Since we have different musical backgrounds there are a lot of influences in our sound and therefor it becomes alternative. Therefor we call our genre alternative symphonic metal. Later on we contacted our drummer Måns Lögdlund, lead guitarist Johan Rapp and bass player Torgny Elgstrand. We knew them from the past and they live near our hometown. Tim has also played with Johan before and Torgny was the bass player in Tim’s old melodic death metal band Ennead. 

2- Have you already done studio work ?

-I practically lived in the studio during my time at music school because I really enjoy it. For the band we have done studio work for a full album. We don’t nessesarily write the songs in the studio but we do try out sounds, melodies and ideas.

3- Who's the main composers of the band ?

-The main composers of the band is me and Tim. Usually I will write the melodies and chords while Tim does the heavy riffs and drops. When creating the demo versions of our music Tim will record the rock ensemble instruments (midi-drums, bass and guitars) while I will compose the orchestrial arrangements, SFX and midi sounds. 


4- What about the lyrics ? Who's the main songwriter ?

- I write all the lyrics to our band. For me I wanted the lyrics in New Zone to be romantic and artistic because that’s how I feel about music I like. Whenever I hear a song I get images and colours in my head, therefor there are many metafors that invole colours and dreamlike concepts. I like the lyrics to be passionate and strengthening, allowing the music to bring emotions and release. As if you where in a new zone, haha!

5- Is your album a concept ?

-Our album will be titled Desire and all songs are based around different desires and emotions within it.

6-  What about the metal scene in Sweden ? Is it really so fluent ?

-Compared to other countries I think Sweden are open for the metal genre. I mean even though metal might not be in the mainstream I think it has it’s own place everywhere, like it’s own group that always continues to be appriciated. The same thing for other more alternaive genres. Sweden has got many great festivals/venues, radios/press for rock/metal music. 



7- What's your reference bands?

-Haha we have so many! I would say the music you listen to the most naurally will become your reference. I listen to many genres so it might come across. If there’s something specific we are inspired by in our sound it is game-music. I’m inspired by the industrial sound effects and use of midi-instruments. Chosing a band is difficult because I like so many.

8- Do you prefer studio work, or the live activities ?

-I like everthing abou being in the band but I perfer the work behind it. I love recording vocals and writing the songs. One of the things I enjoy the most is also when we create the images and videos since we can express ourselves in image as well. It’s important for me to bring out the image we want to show from our music.

9- How is consider the italian scene in Sweden ?

- That’s a difficult question because I can’t say that I’m involved in any part of the Italian scene. Some people in Sweden might listen to a lot of Italian music but from my perspecitve I never hear anything about it apart from your amazing opera concerts. I think it’s more about the genre and music rather than the country.

10- You had a featuring with Neropulsar, an italian band. How did this feel ? What do you think about them ?

- Yes I did. The first word that comes to mind is exciting. I’ve always wanted to feature in music that aims towards black metal because of the concepts of the genre. I got the freedom to create my own melodie to the lyrics I got sent which I enjoyed. To anyone who reads this, definitely check these guys out.

11- Which band you want to share the stage with ?

 -Again that’s a difficult question. I will have to dream a little now haha! If I had to chose a band I would say Devin Townsend project because I love the music and he experiments a lot. Another band that would have been very nice to share with would have been HIM but since they had their farewell tour it won’t happen. 

12- Have you already played out of Sweden? Where ?

-No we have only played in Sweden so far but we would like to play in other countries when the time is right for it.

13- What does inspire you ?

-Again I’m inspired by many things. I’m going to make it short and say that I’m inspired by strong emotions. They could come from an experience, a song, a person, anything.

14- When will we have the pleasure of seeing you in Italy ?

-As soon as we have a gig planned in Italy so hopefully soon. 

15- Your future projects .

- We are planning to release our first original single from our upcoming album along with a music video on the 23rd of February so stay tuned! After the single release we will continue to gig and release material.


Thank you so much for your gentle, I hope to see you in Italy soon !

Band : New Zone
Genere : Alternative Symphonic Metal
Paese : Svezia
Città : Linköping
Line Up : 
Nicole Willerton - Vocals
Tim Stridh - Guitar, vocals
Johan Rapp - Guitar
Henrik Rapp - Keyboard
Torgny Elgstrand - Bass
Måns Lögdlund - Drums
Discografia : "Demons" - Demo (2017)
Contacts : Facebook Page Instagram
E-mail : catrin.willerton@hotmail.se
Anthony


Versione Italiana

B-151- Ciao Nicole, benvenuto nella "Stanza B-151"!

Nicole Willerton - Ciao, grazie a te, sono lieta di farlo !

1- Come sono nati i New Zone ?
- Io e il nostro chitarrista ritmico, Tim Vincent, abbiamo iniziato a scrivere canzoni per la band nel 2015 durante la nostra università musicale. Entrambi condividiamo l'amore per il metal e, specialmente per il symphonic metal, quindi abbiamo iniziato a esplorare i suoni che vorremmo fossero nella nostra musica. Dal momento che abbiamo diversi background musicali ci sono molte influenze nel nostro sound e quindi diventa un'alternativa. Perciò chiamiamo il nostro genere Alternative Symphonic Metal . Più tardi contattammo il nostro batterista Måns Lögdlund, il chitarrista solista Johan Rapp e il bassista Torgny Elgstrand. Li conoscevamo già in passato e vivono vicino alla nostra città natale. Tim ha anche suonato con Johan prima e Torgny è stato il bassista della vecchia band melodica death metal di Tim, gli "Ennead".

2- Avete già realizzato lavori in studio ?
-Ho praticamente vissuto in studio durante il mio periodo presso la scuola di musica, perché mi diverte molto. Per la band abbiamo fatto un lavoro in studio e un album completo. Non scriviamo le canzoni in studio, ma proviamo suoni, melodie e idee.

3- Chi sono i principali compositori della band ?
-I principali compositori della band siamo io e Tim. Di solito scrivo le melodie e gli accordi mentre Tim fa i pesanti riff e i drops. Durante la creazione delle versioni demo della nostra musica, Tim registra gli strumenti rock ensemble (midi-drums, bass e chitarre) mentre io compongo arrangiamenti orchestrali, suoni SFX e midi.

4- E i testi? Chi è il principale autore delle lyrics ?
-Scrivo io tutti i testi della nostra band. Per quanto mi riguarda, volevo che i testi dei New Zone fossero romantici ed artistici, perché è quello che provo per la musica che mi piace. Ogni volta che ascolto una canzone ottengo immagini e colori nella mia testa, quindi ci sono molti metafore che invocano colori e concetti onirici. Mi piace che i testi siano passionali e intensi, permettendo alla musica di portare emozioni e rilasciarle all'ascoltatore. Come se tu fossi in una nuova zona, ahah!

5- Il vostro album sarà un concept ?
-Il nostro album sarà intitolato "Desire" e tutte le canzoni sono basate su desideri ed emozioni differenti al suo interno.

6- Che dire della scena metal in Svezia? E 'davvero così fluente ?
-Rispetto ad altri paesi, penso che la Svezia sia aperta al genere metal. Voglio dire, anche se il metal potrebbe non essere nel mainstream, penso che abbia il proprio posto ovunque, come se fosse un bisogno che continua ad essere appagato. La stessa cosa per altri generi più alternativi. La Svezia ha molti grandi festival / luoghi, radio / stampa per musica rock / metal.

7- Quali sono le tue band di riferimento ?
- Haha ne abbiamo così tante ! Direi che la musica che ascolti più naturalmente diventerà il tuo riferimento per questo motivo cerco di ascoltare molti generi diversi tra loro, per avere più riferimenti. Se c'è qualcosa di specifico nel quale ci ispiriamo, è la musica da videogioco. Mi ispiro agli effetti sonori industriali e all'uso di strumenti midi. Scegliere una band è difficile perché me ne piacciono così tante !

8- Preferisci il lavoro in studio o le attività dal vivo?
- Mi piace tutto ciò che è nella band, ma perferisco il lavoro in background. Adoro registrare le voci e scrivere le canzoni. Una delle cose che mi piace di più è anche quando creiamo le immagini e i video perché possiamo esprimerci anche visivamente. Per me è importante far emergere l'immagine che vogliamo mostrare dalla nostra musica.

9- Come si considera la scena italiana in Svezia?
-Questa è una domanda difficile perché non posso dire di essere coinvolta in nessuna parte della scena italiana. Alcune persone in Svezia potrebbero ascoltare molta musica italiana, ma dal mio punto di vista non ho mai sentito nulla a parte i vostri straordinari concerti d'opera, lirica e classica. Penso che riguardi il genere e la musica piuttosto che il Paese.

10- Hai avuto un feat con i Neropulsar, una band italiana. Come ti sei sentita ? Cosa ne pensi di loro ?
-Sì, l'ho fatto. La prima parola che mi viene in mente è eccitante ! Ho sempre desiderato essere presente nella musica che punta al black metal a dati i concetti del genere. Ho avuto la libertà di creare il mio melodie nei testi che ho ricevuto e che mi sono piaciuti. A chiunque stia leggendo :  controllate questi ragazzi !

11- Con quale band vuoi condividere il palco ?
-Anche questa è una domanda difficile. Dovrò sognare un po 'ora haha! Se dovessi scegliere una band, direi il progetto Devin Townsend perché amo la musica e lui sperimenta molto. Un altro gruppo con cui sarebbe stato molto bello condividere un palco, sarebbe stati gli HIM, ma dal momento che hanno avuto il loro tour di addio non succederà.

12- Hai già suonato fuori dalla Svezia? Dove ?
- No, abbiamo suonato finora solo in Svezia, ma vorremmo suonare in altri paesi quando sarà il momento giusto.

13- Da cosa traete la vostra ispirazione ?
-Sono sempre ispirata da molte cose. Succederà a breve e dirò che sono ispirata dalle forti emozioni. Potrebbero venire da un'esperienza, una canzone, una persona, qualsiasi cosa.

14- Quando avremo il piacere di vedervi in Italia ?
-Non appena programmeremo un concerto in Italia, speriamo presto !

15- I vostri progetti futuri.
- Stiamo pianificando di pubblicare il nostro primo singolo originale dal nostro prossimo album insieme a un video musicale il 23 febbraio, quindi rimanete sintonizzati ! Dopo l' uscita del singolo, continueremo a suonare e rilasciare materiale.

Grazie mille per la tua gentilezza, spero di vederti presto in Italia !

Anthony