giovedì 21 maggio 2015

Melancholie der Engel - Recensione 13


Stavo apprezzando questo film. Nonostante le critiche che lo stroncavano, nonostante la lentezza e le numerosissime inquadrature close-up, nonostante la lingua originale e i sottotitoli, io stavo apprezzando questo film, poi però, il dramma : Violenza su animali. Ora, non ho trovato informazioni realmente attendibili su questo fatto, quindi, lungi da me, l' idea di accusare la pellicola di violenza reale sugli animali, ma ciò che traspare dal film, è proprio questo. Gli animali, soprattutto insetti, vengono uccisi di continuo, vermi, scarafaggi, farfalle, lumache... Ok, in alcune scene, gli animaletti, paiono già morti, ad esempio la rana ed il geco, vengono schiacciati, ma sembra che siano cadavere già da prima dell' inizio del ciack, ma è comunque qualcosa che tocca (si il geco sembra che muove la coda, ma si sa che la coda delle lucertole, continua a muoversi dopo la morte, per diverso tempo ancora). Comunque, nel caso che anche solo una, degli atti violenti sulle povere bestiole sia reale, allora tutto il cast, avrebbe il mio più totale disprezzo, fino ad allora, voglio credere che siano stati effetti speciali, e quindi li tratterò come tali (se davvero hanno ucciso il gatto, allora che il cielo li fulmini, uno ad uno !), anche perché, nel 2009, data di uscita di Melancholie der Engel, tutto questo, è inaccettabile . Detto ciò, argomento chiuso, limitiamoci all' analisi del film. Due amici d' infanzia, Brauth e Katze, sono in un luna park, qui, rimorchieranno due ragazzine ed una donna molto disinibita, una specie di prostituta, a questo punto si scopre che Katze ha poco tempo ancora davanti a se, non si capisce bene per quale malattia o per quale motivo, sta di fatto che sta per morire, quindi, il gruppetto, si ritirerà in un decandentissimo casolare abbandonato, dove permettere al malato, di trascorrere i suoi ultimi giorni, nella più totale libertà morale, a loro si aggiungeranno un vecchio, che pare essere un artista, seguito da una ragazza disabile. Non aspettatevi regali ville settecentesche, alla "Salò o le 120 giornate di Sodoma", qui siamo in un posto totalmente ricoperto da marciume. Insetti, ragnatele e muffa e soprattutto ossa e sporcizia sono ovunque, la MDP non perde occasione per spararci in faccia tutti i dettagli più marci del marcio. Si riesce quasi a percepire l'odore nauseabondo che aleggia nell' aria delle camere, grazie anche alla fotografia, tutta incentrata su toni di gialli-verdi e grigi ovattati, che creano un' atmosfera marcia e malata al film. Lo so, ho detto troppe volte "marcio", ma davvero, guardate questo film e poi capirete. Il livello di lerciume, di sporcizia e depravazione, è talmente alto, da chiedersi che razza di persone siano realmente il regista Marian Dora, per aver messo in scena sta roba, gli sceneggiatori, per averla scritta e soprattutto gli attori, per essere stati materialmente a contatto con tutta quella merda. Questo è sicuramente il punto di forza, ma anche il punto debole stesso del film, perché Marian Dora, gioca con il ribrezzo, come un bambino che mette in posa tutti i suoi soldatini di piombo, compiacendosi di quanti ne ha e quanto sono belli ! Nonostante le ottime intenzioni del regista, di portare in scena concetti seri, come il non volersi più trattenere per il bene della morale e della pubblica decenza, alla scoperta del proprio corpo, da parte di una suora, ecc... La scena del sezionamento del coniglio (già morto), è una chiara metafora dello stato d' animo di Katze. Lui si sente esattamente come il povero coniglietto, infatti, Katze, ne distrugge il corpo, lasciando intatta solo la testa, che porterà poi con se sul cuscino del suo letto. Katze sa di essere vicino alla morte, quindi si sente con il corpo completamente distrutto, ma una psiche intatta, che lo porta a capire tutto ciò che gli sta succedendo. Per tutto il film, troviamo inserti onirici, dove la fotografia accentua i toni di giallo-verde, rendendo il tutto acido e luminoso, è maggiormente in questi momenti che i dialoghi, si perdono in discorsi metaforici, sulla vita, sul concetto di violenza, sesso, amore e morte. Sesso e morte, sembrano essere i due cardini su cui si fonda la pellicola, ricordiamo che queste persone, vengono qui per permettere al loro amico in punto di morte, di poter fare qualsiasi cosa senza nessun tipo di pudore o senso di colpa, e quale maggior libertà morale, se non quella di poter vivere il sesso, in tutte le sue forme più estreme e perverse ? Lasciandosi andare il più possibile, perché tanto non si ha più nulla da perdere. I discorsi e le immagini, si sforzano di essere per forza Arthouse, e questo si sente. Ogni scena, ogni inquadratura, porta la presunzione di voler essere un pezzo d'arte e devo dire che non sempre accade, cosa che rende la pellicola davvero pesante, al di là, di tutte le scene violente e disgustose del film, anche contando che tutto, questo Melancholie der Engel, dura ben due ore e quaranta. In pratica il film pretende di essere uno Shock-movie Arthouse, ed in parte ci riesce, ma non così in pieno, da come appare. La violenza, qui è dappertutto.  Qui non siamo di fronte a vittime e carnefici, ma ad un gruppo di persone che volontariamente, decide di darsi piacere e dolore, fino allo stremo. Non aspettatevi molto sangue, ci sono immagini che superano il muro dello splatter, ma non sono un elemento cardine del film, più che altro, la violenza, è malsana, perversa oltre ogni dire. La scena delle sevizie sulla povera disabile, è raccapricciante. La ragazza non parla, si limita solo ad esprimere il proprio dolore e il proprio terrore, gridando e emettendo gemiti, anche se il livello recitativo, non è dei migliore, riesce a mettere in scena immagini agghiaccianti, fatti di una cattiveria ed un sadismo, che lascia disorientato, anche lo spettatore più avezzo alla violenza sullo schermo : Per prima cosa, ci sono le offese verbali rivolte alla giovane, poi il trascinarla in una specie di stalla, con una cattiveria che taglia e fa male da guardare. Con uno strappo, le viene tirato via la sacca delle urine, e quella per le feci, lasciando aperta una ferita direttamente sull' intestino, dove poi Brauth, si divertirà ad inserire il dito. Giusto per farvi fare un' idea riguardo al marciume di questo film, che non si ferma solo alla location e agli elementi disgustosi, che si contano a migliaia, ma che straborda dalle azioni, dal comportamento dei protagonisti. Un' atmosfera talmente malata, che a confronto, la camera nel sotterraneo di Leatherface di "Non aprite quella porta", sembra essere una cameretta tutta rosa e fiori per bambini. Avremo scene porno, di pompini, pissing, masturbazioni, vomito, persino scat, e poi sangue, budella, corpi bruciati, baci in bocca ad animali, vivi e morti, e poi ci sono le sevizie sulla suora, ormai privata del suo sacro abito, insomma, tutto il peggio del peggio che riuscite ad immaginare, mai però, fine a se stesso. Il monologo di Katze, che viveva in una grotta, che usava topi morti come segnalibri, dove ci racconta della solitudine e del suo cadere nel baratro del delirio, è sottile ma potente, qualcosa che ci fa dimenticare lo schok-esploitation avuto  fino ad ora, per farci andare in pensieri onirici, che però trovano la loro giusta collocazione, nella vita reale, di tutti i giorni. E' forse qui che si cela la vera anima artistica del film ? Non so se è questa scena, l' apice della denuncia da parte del regista, ma sta di fatto, che il tutto è molto progressivo. Come ho già accennato, il film è lento, per i primi tre quarti d' ora, non succede quasi nulla, il tutto aumenta piano piano con lo scorrere della pellicola e l' ultima mezz' ora di film, è qualcosa che vi metterà a dura prova, anche se siete spettatori navigati. Insomma, un film che non mi è parso così orribile come mi aspettavo, avendo letto altre recensioni, che lascia numerosi messaggi su temi esistenziali, legati soprattutto allo scontrarsi e alla coesistenza, della vita civile, in una società, e la libertà personale di ognuno, intesa come libertà morale, sessuale e al contrasto tra l' essere se stessi e l' apparire sempre più imposto dal mondo moderno. Lo fa però in modo così estremo, da risultare stucchevole e pesante. L' idea di base, rischia di perdersi dietro ad un tale marciume, che lo si guarda, solo per scoprire cos' altro di malato ed estremo, il regista ha il serbo per noi, limitandosi alle sole immagini, ok si, questo non è un limite dell' opera, ma di chi la guarda, siamo d' accordo, però è il film stesso che vuole che ciò avvenga, andando ad esagerare, sempre e comunque, sfociando anche nel Trash (Campy per quanto mi riguarda !). Concludendo, se siete facilmente impressionabili, statene alla larga, ma se avete un buon rodaggio in fatto di cinema estremo, è da vedere, a patto che vogliate sopportare due ore e quaranta di orrore e disgusto (disgusto sul serio !), ed a patto che la storia delle violenze sugli animali, sia tutta una bufala...viva !

                                                                                                             A cura di Anthony





mercoledì 20 maggio 2015

Rabid - Sete di Sangue RECENSIONE 12

E' difficile per me cominciare a scrivere questa recensione, sono già diversi minuti che fisso lo schermo, senza trovare le parole adatte, per spiegarvi questo film, quindi, vado un po' a getto. E' il 1977, quando David Cronenberg e la bellissima Marilyn Chambers, già nota agli affezionati del porno, hanno la geniale idea, per il secondo film del regista, di di girare una pellicola che mettesse in guardia, in modo artistico e metaforico, la popolazione, davanti alla sempre più veloce diffusione, delle malattie sessualmente trasmissibili, di fatto, anticipando di una ventina d' anni, quella che sarà poi (ahi noi!) la più terribile e terrificante delle malattie dell' amore (sapete benissimo di cosa sto parlando, non ho la minima intenzione di nominarla !). Nonostante una prima parte del film, non solo lenta, ma anche abbastanza trash, la pellicola mette addosso una inquietudine glaciale. Qui il tema del vampirismo, viene accostato, mescolato, al classico zombie-movie, per ottenere qualcosa che farà poi scuola, negli anni a venire. La trama è presto detta "Rosy (Marilyn Chambers) ed il suo ragazzo, stanno correndo in moto, ad un certo punto, la strada viene interrotta da un camper che, per una manovra sconsiderata), si mette al centro della carreggiata, bloccando il traffico. La moto sbanda, i due vengono spazzati via e Rosy resta intrappolata sotto la motocicletta in fiamme. Lì vicino, c'è una clinica che si occupa solo di chirurgia estetica, che però prenderà in cura Rosy, trapiantandole della pelle che avevano recuperato da donatori morti, per ricostruire la cute bruciata della ragazza. Dopo un mese di coma, Rosy riprende conoscenza e da qui, inizia il dramma. Sotto l' ascella della ragazza, è presente una ghiandola che ricorda vagamente una vagina, da cui pare uscire uno spuntone, o qualcosa di simile. Il bisogno di sangue della ragazza, è palesemente un richiamo all' appetito sessuale della stessa, che la porta a "violentare" chiunque le capiti a tiro. Da questo momento, chi viene morso da Rosy, diventerà una sorta di zombie succhia sangue, interessato soltanto a mordere gli altri, spargendo ancora la malattia. La paura qui, è qualcosa che ti entra sotto la pelle. L' ansia, l' inquietudine, sono elementi che si presentano col tempo, con lo scorrere della pellicola, una paura graduale, ma in un crescendo costante, che porta lo spettatore a guardarsi intorno e sentirsi a disagio, passarsi le mani sulla schiena, grattandosi le braccia. Non sono gli zombie-vampiri a far paura, ma ciò che non possiamo battere, il virus che trasmettono, l' ambiente a rischio contagio, viene marcato dai medici in tuta anti-contaminazione, che ricordano molto "La città verrà distrutta all'alba" del 1973 ed un' atmosfera, che richiama l' "Incubo sulla città contaminata" di "Lenziana" memoria, di qualche anno dopo. L' apertura della pellicola, dove possiamo capire in pieno, la metafora del film, è la scena nel cinema porno, dove Rosy, pungerà ad una mano, un corteggiatore che si avvicinerà, nel tentativo di un approccio. Ed è lì, che il sesso entra di soppiatto nel film, sussurrandoci che non stiamo guardando un normale horror, che non si tratta di un film sui vampiri, né di uno sugli zombie, ma di qualcosa di estremamente più reale, dove la morte cammina ed ha spesso un viso d' angelo. La locandina stessa del film, ci porta un messaggio tremendo e spaventoso "Prega che non accada a te !" perché è inevitabile che accada, devi solo sperare che tu non sia il prossimo. E la cosa è raccapricciante. Tra l' altro, il film che viene proiettato nel cinema a luci rosse, dove entra Rosy, è "Resurrection of Eve", un porno del 1973, della stessa Marilyn Chambers, che va a palesare tutto il discorso fatto fino ad ora. E' presente poi, un poster di "Carrie, lo sguardo di Satana" di Brian De Palma, del 1976, questo ve lo dico, per saziare un po', la nostra sete di aneddoti e storie, legate al mondo del cinema, visto che Cronenberg, voleva fortemente Sissy Spacek, nel ruolo di Rosy, ma poi, l' idea venne accantonata. Altra scena che merita attenzione, è l'aggressione di una donna infetta nella metropolitana, scena che vuole richiamare, insieme all' immagine della locandina, il connubio legato tra malattie sessuali e tossico dipendenza. Altra aggressione su cui soffermarci, è il morso di un contagiato ad un ragazzo, in un centro commerciale, con tanto di Santa Claus freddato a colpi di Tommy-gun, scena che ispirerà poi George Romero, per il suo Zombi (Dawn of the dead), l' anno seguente. Durante questa aggressione, Rosy si renderà conto di essere lei il paziente "0" (zero), e di essere quindi, l' unica portatrice sana del morbo. Da qui in poi, Rosy cadrà in un delirio fatto di terrore e senso di colpa, che la porterà, ad essere vittima della malattia, da essa stessa diffusa. Un film che vuole metterci in guardia e ci riesce, che ci opprime, dopo la prima mezz' ora, passata a raccontare le cause del dilagare dell' infezione, che ci apre la mente e indirizza lo sguardo, su un argomento che troppo spesso viene sottovalutato, in nome del "tanto figurati se capita proprio a me!" ma la locandina, che è poi la prima cosa che vediamo del film stesso, parla chiaro "Prega che non accada a te !". I bagliori di speranza, vengono lasciati a se stessi, nell' ultima scena del film, la radio, ci annuncia che la malattia, sta dilagando anche in altre nazioni, e ci esorta a pregare per il genere umano, proprio quando vediamo Rosy, nella posa di Gesù Cristo, crocifisso. Brividi ragazzi, brividi ! Assolutamente da vedere, da (ri)scoprire ed amare. Non guardatelo in una serata tra amici, sarebbe un' offesa ad un film del genere, guardatelo da soli, in una serata calma e tranquilla, la tensione, di lacererà la pelle ! Per concludere, fate attenzione, aprite gli occhi sul messaggio di David Cronenberg, gli zombie-vampiri, sono tra noi...
                                                                                               A cura di Anthony

martedì 12 maggio 2015

La morte del Porno, riposa in pace, Pornografia.

Avendo aperto un blog che parla di cinema che spesso supera ogni limite, era inevitabile parlare anche di pornografia, spesso non fine a se stessa. Il mondo del Weird, e soprattutto degli Shock-movies, è spesso pregno di scene hardcore, che si mescolano a concetti cosmici voluti dai registi, da scene accusatorie, la pornografia, viene spesso usata per lanciare un forte attacco alla società o ad una parte di essa, prendiamo ad esempio "Salò o le 120 giornate di Sodoma"; "A serbian film" (che vi prego, non venitemi a dire che è il film più malato e perverso mai girato...) e anche "Otto; or, up with dead people", ma non solo, a volte le scene porno, servono solo a creare shock e portare la pellicola a toccare eccessi, che non si avrebbero senza determinate scene, mi viene il mente la trilogia di "August's Underground", la "Vomit-gore Trilogy" di Lucifer Valentine, così, giusto per farla breve. Ma, che piaccia o no, il porno è un elemento fondamentale nel cinema estremo, e forse è estremo già di suo. Il primo film etichettabile sotto questa definizione, si ebbe nel 1970, una pellicola che proveniva dalla Danimarca, intitolata "Sexual Freedom in Denmark" prima di allora, i film chiamati (forse) erroneamente porno, erano realizzati solo simulando gli atti sessuali, senza mai avere un effettivo contatto tra gli attori, e prima ancora, esistevano solo pellicole passate come arte, e quindi arrivate nelle mani solo di chi "poteva apprezzarle", mi riferisco agli "Stead Film" (si dice così? Illuminatemi per favore !), che altro non erano che scene sessuali, più o meno esplicite, completamente a camera fissa e musiche da organetti in sottofondo, se ne vedono alcuni spezzoni, in alcuni film di Tinto Brass. Fino agli sgoccioli degli anni 60 quindi, non esisteva nulla di sessualmente esplicito su pellicola, la ricerca del sesso visivo, era relegata alle riviste da occultare, da comprare sotto banco e con imbarazzo.fatte di fotografie camuffate spesso come pose artistiche, e ai fumetti erotici, anch' essi non privi di aneddoti gustosi per l' appassionato, ad esempio la censura sui capezzoli delle ragazze, che portò qualche anno dopo, al ridisegno del particolare anatomico, in tutte le tavole, tanto che il disegnatore addetto a tale scopo, si guadagnò subito l' appellativo di "Restauratore di capezzoli". Belle storie, certo, e ce ne sarebbero da raccontare, ma noi siamo qui per il cinema, quindi, saltiamo tutta la preistoria della pornografia, e torniamo alla nascita del genere in ambito cinematografico, nel 1970. La pellicola danese sopracitata, era poco più di uno pseudo documentario sulla sessualità, le leggi danesi del periodo, parlavano chiaro, il permesso di riprendere atti sessuali espliciti c' era, ma era concesso al solo scopo didattico-illustrativo, sia chiaro ! E fu così, che per qualche anno, si proseguì sulla falsa riga dei documentari avanguardistici, per girare pellicole di timido porno, più vintage del vintage, che trasudavano curiosità voyeristica, ancora vissuta, sbirciando con un occhio solo, nonostante, la grande diffusioni di testate giornalistiche quasi completamente incentrate sul genere, come ad esempio la nostrana "Le Ore". Qualche mese dopo, sempre nel 1970, sfruttando il clamore creato da "Sexual Freedom in Denmark", esce negli Stati Uniti "Mona : The virgin ninph", che è il primo esempio di film porno, con una trama vera e propria, trama che sfiora il trash a dire la verità (una ragazza, Mona, vuole rimanere vergine fino al giorno delle proprie nozze, ma, il suo lato oscuro, la tormenta con il continuo desiderio di avere rapporti orali), di interessante e leggermente weird, c'è  solo la scena dove la protagonista, è vestita da bambina, in braccio a suo padre, scena davvero forte per l' epoca. Nasce quindi, di pari passo al genere, la davvero ingombrante presenza dello stereotipo. L' immagine della lolita pura e tentatrice, casta, ma vogliosa e disinibita, è il primo personaggio tipico del genere che troviamo. Presenza questa, che non fa altro che andare a stuzzicare certe fantasie, rendendo il tutto meno reale, allontanando (per ora ancora di pochi passi), lo spettatore, dall' idea (seppur fittizia) di poter davvero arrivare a sperare in un amplesso con la protagonista, cosa che ha portato ai "POV" di oggi. Tornando negli anni '70, è solo quattro anni dopo, che si ebbe il vero boom : Gerard Damiano, porta nelle sale il suo "Deep Throat", un fenomeno tale, da aver creato pellicole che non sono altro che plagi su plagi, pregno di storie di retroscena, aneddoti, voci di corridoio, denunce legali e un alone di mistero, che alimentavano la brutale e morbosa curiosità voyeristica, dello spettatore di quegli anni, che ad un tratto si trova catapultato in quel mondo così estremo e scandaloso, stupendo e vergognoso. Se da un lato l' opinione pubblica, condannava tali pellicole, dall' altro ne incominciava ad essere affascinato e le ricercava, come con tutto ciò che esiste di moralmente "proibito". Nonostante Gola Profonda, non fosse un film che spiccasse per una trama particolarmente brillante, o per una produzione eccelsa, riuscì a divenire un prodotto quasi mainstream, un cult in breve tempo, che riuscì a spalancare definitivamente le porte a ciò che era il porno esplicito, visto come cinema, quindi come un film, come "arte", andando oltre tutto ciò che era la mera sex-esploitation delle pellicole precedenti. Un film che riuscì ad arrivare nel posto giusto, nel momento giusto. cavalcando l' onda del '68, agganciandosi pienamente ai pensieri di amore libero e cinema post-neorealista (il dopoguerra era finito da un pezzo, e quelli erano gli anni di transizione, dalla guerra, dal dimenticarsi della misera dei decenni passati, al benessere economico-sociale, a ciò che si avviava ad essere il mondo moderno), la musica che accompagnava le scene esplicite, era giovane, fresca e strizzava l'occhio ai giovani della contestazione, era tutto "puro anni '70", dove tutto era fresco, dove tutto era arte e dove tutto era forzatamente ribelle, anche a costo di diventare stucchevole. Dal momento del primo orgasmo di Linda, in Deep Throat, la pornografia inizia a vivere di vita propria ed a camminare con le sue gambe. Tutto questo scalpore, non poté che attirare a se i media e l' opinione pubblica, così si ebbero prodotti più o meno di spessore, che contestavano proprio questo nuovo scandaloso genere, i produttori ed i registi della vecchia guardia, tanto amati dal pubblico, si lanciavano frecciate maligne l' un l' altro, basti citare "Il comune senso del pudore", film ad episodi del 1976, tutti a tema, che racconta come quelli erano gli anni dove ciò che faceva scandalo, ora non lo fa più, dove ciò che era estremo, ora è in mano agli adolescenti e gli anni, dove al voler troppo, si finisce per storpiare, non solo il pudore, non solo la vergogna e l' intimità, ma l' arte del cinema stesso, che smette di vivere di sensazioni e sentimenti, per soddisfare la morbosa curiosità dello spettatore, affamato di shock (sex) esploitation. Da allora l' industria del porno, cominciò a guadagnare denaro in grande quantità. I cinema si specializzarono in pellicole a luci rosse, nacquero i famosi cinema porno, dove tra gli sguardi imbarazzati dei presenti e le poltrone sporche di solo Dio sa cosa (!), si poteva godere di questi film, che venivano prodotti a decine, nella Hollywood più nascosta e disinibita, che tuttavia, riscuoteva successi su successi, creando le sue vere e proprie star. Dal '76 in poi, si iniziano a vedere produzioni che superano persino i limiti del porno, cioè pellicole pornografiche per omosessuali e, quello ben più estremo, cioè il porno con animali. Questi due sottogeneri, ebbero grandissime difficoltà, soprattutto dal punto di vista legale. L' omosessualità, soprattutto maschile, era assolutamente discriminata, il fatto stesso che un gay, guardasse un porno (come facevano praticamente tutti ormai), era una cosa da abiurrare completamente, da schernire e condannare, che rendeva il povero ragazzo, un pervertito senza scusanti. Per il genere zoofilo poi, c' è bisogno di commentare ? Bodil Joensen, in Danimarca, faceva vomitare ed innamorare i cultori di tale genere, dopo alcuni porno più normali, volle lanciarsi in questa avventura bestiale, con cui ebbe la notorietà, un titolo su tutti, fu "Animal farm", morì a soli 40 anni per problemi epatici, dovuti alla sua dipendenza dall' alcool. Di pari passo, andava creandosi, anche un porno con una trama più seria, più vicina al thriller e all' horror, in chiave shock movies, possiamo quindi dire, che ormai, il genere, aveva creato dei sottogeneri, che rendevano il porno, un ingrediente adatto a tutte le salse. Diveniva qualcosa che poteva essere un film vero, non legato, obbligatoriamente ed essenzialmente, alle scene di solo sesso, ma dove il sesso stesso, diveniva solo un momento del film, ripetuto per tutte le volte che si riteneva necessario. Si mette in scena, in chiave pornografica, il concetto di "Eros e Thantos", dimostrando che il sesso, può contribuire al cinema, divenendo arte, se solo lo si desidera. Nel mondo, l' esplosione più totale della pornografia, si ebbe con l' arrivo degli anni '80. Dal nord Europa e dagli Stati Uniti, il porno viene prodotto praticamente ovunque, dal Giappone, al sud America e anche in Italia, dove Riccardo Schicchi, fonda la casa di produzione, dedicata a pellicole a luci rosse "Diva Futura", ma, la grande intuizione di Schicchi, fu quella di portare il mondo del porno, fuori, dai sexy shop e dai cinema a luci rosse, ma proporlo al grande pubblico (anche se in forma assolutamente soft), si ebbero quindi spettacoli a tema fortemente erotico, contraddistinti però, ad una eleganza velata, dove si cercava di eccitare lo spettatore, strappando anche un sorriso, un interesse che non si limitava alla scena in se. Canali privati, trasmettevano ormai spettacoli e film soft, in televisione dopo una certa ora e persino il mondo della politica fu invaso, l' Italia ormai, aveva superato lo stupore iniziale del decennio precedente, ed iniziava a riconoscere al porno il posto che si era ritagliato nella società, senza rinunciare però, alla falsa ipocrisia. Complice anche una grande simpatia, oltre alla bellezza e l' aria da Hippie sbarazzina, Ilona Staller, meglio nota come Cicciolina, diventa una vera star, nel 1986 esce "Telefono rosso", una commedia porno, che appare ancora legata al peggio del trash della commedia sexy degli anni 70-80 (genere che personalmente adoro alla follia), cult è comunque la scena del serpente e qualche citazione da film di ben altro spessore. Con lo spettacolo dal titolo "Curve pericolose", nasce il mito di Moana Pozzi, ma subito l' ipocrita borghesia radical chic, le volle entrambe denunciate per offesa al pudore, non facendo altro che attirare l' occhio dei media sulle due scandalose star, che portarono Moana, a lavorare in spettacoli televisivi ben lontani dal mondo dell' hard. Nel 1987, con il film "Fantastica Moana", la sua bellezza viene celebrata nel migliore dei modi e da questo momento, la Pozzi non perse occasione per dimostrarsi una persona estremamente intelligente, che riusciva tranquillamente a tenere testa ai benpensanti dei salotti televisivi italiani, entrando definitivamente nelle leggenda, con la sua entrata in politica, distruggendo ogni barriera di ipocrisia e bigottismo, era nato il "Porn Star System". Moana, era ormai amata da tutti, restò un mito per i ragazzi di allora, che si rafforzò, come spesso accade, dopo la sua scomparsa nel 1994. Con Marc Dorcel, nel 1989, si ebbe il porno d' epoca, affiancando immagini pornografiche, ad un film in costume, ambientato nella Francia del 1700, con "Initiation d'un jeune marquise", nasce il porno più "chic", quello più legato al concetto di erotismo, che deve per forza essere artistico ed elegante. Niente immagini volgari, niente sesso fine a se stesso, fatto solo per eccitare lo spettatore, ma un concetto di pornografia "pulita", elegante e raffinata, in contrapposizione all' idea che vuole il sesso, ed il porno più che mai, sporco e volgare. Tutto ciò, nonostante l' esplicito carattere pornografico della pellicola, la musica classica di sottofondo, le inquadrature studiatissime e la fotografia, palesemente ispirata agli artisti impressionisti, ne fanno un prodotto che eleva il porno, non più a qualcosa di mero uso e consumo, ma ad un genere, che trova qualcosa da dire, modi per intrattenere ed affascinare, al di là delle scene sessuali. Gli anni '80, sono contraddistinti anche per l' avvicinamento del porno, all' horror : Joe D' amato (al secolo Aristide Massaccesi), dopo aver ampliamente esplorato il mondo dell' eros, con la serie di "Emanuelle", sforna dei porno-horror che creano di fatto un nuovo genere, basti citare pietre miliari come "Le notti erotiche dei morti viventi", "Porno Holocaust". Da adesso in poi, i tipi di porno messi in scena, sono limitati solo dalla fantasia, vedremo l' avvento delle parodie di film famosi, di favole della Disney, nasce il genere "Gonzo" (fingere di abbordare una ragazza a caso per strada e girarci un porno in POV), un modo per tornare alla realtà del sesso, alla riscoperta della "ragazza della porta accanto". Gli estimatori del porno, iniziano a scocciarsi degli stereotipi che vogliono le bambolone super maggiorate, bionde e dagli sguardi provocanti, ma si scopre il desiderio di una sessualità più intima e meno artefatta. In Giappone, le leggi sulla pornografia, sono molto restrittive, quindi si svia alla legge, creando un genere di porno fatto di animazione, non più attori in carne e ossa, ma disegni animati a carattere pornografico, che per aggirare ancora le lggi, trasformano i falli in tentacoli e gli uomini in mostri, era nato l' Hentai, di pari passo ai film con transessuali (anche in Italia) e transessuali donne, che diventano uomini. Con il mercato delle VHS, degli anni '90 e l' avvento dell' home video, si entra in una nuova vita per il porno. I videoregistratori in VHS, erano nelle case di chiunque, ormai da circa un annetto, il tempo necessario per apprezzarne le potenzialità, i sexy shop quindi, fino ad allora rilegati in qualche vicolo di qualche metropoli d' oltreoceano, iniziano ad aprire anche in Europa ed in Italia, nascono le videoteche con le sezioni "V.M.18" e le parodie di altri film, girate in chiave porno, raggiungono qui, il loro apice (Biancaneve e i sette nani di Lo Cascio, ha fatto scuola !). Ma, da questo momento, iniziano ad essere prodotti film porno che hanno esauritogli argomenti, figli di un genere che fin dai primi ciack, ha sempre premuto a fondo sull' acceleratore, finendo di rimanere senza carburante dopo due o tre decenni appena. I film prodotti iniziano ad essere vuoti, con trame che sono solo un pretesto per mettere in scena carne su carne, senza un motivo valido, se non quello dell' atto masturbatorio, fine a se stesso. Un vero e proprio svuota palle. Per fortuna, si trova nuova linfa vitale con la serie di film di "Concetta Licata", di Mario Salieri del 1995, con protagonista femminile Selen, film che riporta il porno a voler essere un genere di denuncia, fatto di messaggi e mediazione artistica, allontanandosi da ciò che il genere, andava via via diventando. Anche qui, gli aneddoti legati alle pellicole di Salieri, si sprecano, come quello che vuole il primo film della saga, girato in una vera chiesa consacrata, che venne poi, sconsacrata dal Vaticano, dopo l' uscita del film. Fino ad ora, le star del mondo del porno, erano state tutte donne, si tendeva a rilegare il maschio come una comparsa, un "oggetto" sessuale, messo li per servire le voglie delle vere star, le regine del set, cioè le attrici donne, ribaltando una realtà maschilista, e, ancora una volta, aggrappandosi alla controcultura che andava rafforzandosi sempre di più, di pari passo, ovvero quella del femminismo. Gli attori porno maschi, erano pochi (ad esempio Ron Jeremy e John Holmes) e celebrati per lo più per le loro misure anatomiche, che per la bravura recitativa. Ma ecco che dagli anni '90, nasce la prima vera pornostar maschile, italiana, cioè Rocco Siffredi. Diciamo pure che fino ad ora, non si era mai vista una tale produzione di pellicole pornografiche. Arriviamo quindi agli anni 2000, dalle videocassette e i DVD, si passa al Personal Computer. Fino a poco tempo prima, si potevano caricare pochissime immagini sui floppy disc, in bassa risoluzione, ma la tecnologia si evolve in tempi rapidissimi, quello che si aveva prima in un decennio, ora lo abbiamo nel tempo di quattro o cinque mesi al massimo (al massimo !), ed ecco quindi intenet. Con l' arrivo della rete, cade il concetto di "film porno", a cui la gente si era abituata nel tempo, e nasce un concetto tutto nuovo, cioè quello degli "All Sex Movies" : Niente trama, niente mediazione artistica, niente contesto, solo sesso, su sesso, su sesso. I film sono episodi che hanno come unico filo conduttore, quello di essere legati ad un solo genere di porno (Orale, anale, cumshots e così via), ma che non hanno niente a che fare con il resto del film, tanto che possono essere anche separati e visionati (usati !) uno alla volta. Le case di produzione si allontanano da ciò che era il classico film porno, che rimane un prodotto vintage o riservato a nostalgici ed appassionati, non c'è posto nel mondo affamato di oggi, per il film del genere. Lo spettatore è ammaestrato, sa cosa vuole e lo vuole adesso e veloce ! Ha fretta, ha voglia e vuole togliersela adesso, nascono così siti pornografici che danno la possibilità di arrivare in fretta a qualsiasi genere di porno desideriamo, con video che durano cinque minuti appena, e che ci danno la possibilità di caricare e mettere in rete i nostri stessi video, realizzati in maniera del tutto amatoriale, per il puro piacere di riprendersi (ovvio che i filmetti fatti in casa, esistevano anche prima, ma erano filmati su VHS occultati, nascosti, adesso invece è facile e veloce realizzarli, caricarli e condividerli con mondo intero). Il mondo dei film porno, è definitivamente morto, sono nati gli "All Sex Videos". Di positivo, ci sono le scene delle Performance Art a carattere pornografico e la loro più semplice reperibilità, ma  un qualcosa che si allontana dal cinema e dal video, per entrare in un mondo suggestivo, fatto puramente di arte, che usa lo strumento pornografia, come oggetto per la pura espressione della propria arte (roba da vedere, weird-seekers !). Riguardo al porno, la nuova frontiera, pare essere la videochat, dove non si parla più di cinema, né di nulla che lo riguardi, ma solo di uno sfogo sessuale, legato al voyerismo più puro, che pare essere l' unica cosa davvero intramontabile. In pratica pagando la cifra pattuita, un po' come pagare una prostituta virtuale, ci si gode il suo spettacolo dall' altra parte dello schermo e, a quanto pare, tutto ciò, si avvia a diventare del tutto gratuita. E' la fine. Riposa in pace, Pornografia.
                                                                                               A cura di Anthony

martedì 5 maggio 2015

Slow Torture Puke Chamber - (Doppia) Recensione 11


Questa recensione è doppia, scritta da due autori diversi, spero che le apprezziate entrambe.

Qualche annetto dopo le nauseanti (ed è il caso di dirlo) immagini di ReGOREgitaded Sacrifice, mi ritrovo sulla strada una pellicola firmata Lucifer Valentine, ovvero, il terzo capitolo della sua "Vomit-gore Trilogy", di cui però, pare sia in cantiere un quarto parto. Per chi non conoscesse Mr. Valentine 666 (questo sembra essere il suo improbabile cognome), si tratta di un serie di film che mescola un certo tipo di porno fetish, in particolare le cosiddette dagli appassionati "Docce romane" e la pratica del pissing e (perché no !) self-pissing, con la pratica del puking (si dice così ?), cioè, vomito. Ora, detto così, sembra un porno per buongustai, se non fosse per l' alta dose di sangue e viscere messe su schermo, perché, cosa c'è  di più scioccante, che mescolare vomito, piscio, sangue e budella ? Ma devo dire che il tutto finisce li... se il fine ultimo del film, è lasciare il segno nella mente dello spettatore, continuando a mettere in scena cose su cose, devo dire che le intenzioni falliscono miseramente. Si perché, se Slaughtered Vomit Dolls (il primo film della saga), era qualcosa di abbastanza nuovo da potersi ritagliare uno spazio di interesse, nel calderone dell' horror-shock, e ReGOREgitaded Sacrifice ha deliziato i palati e gli stomaci dei Gore-hounds, per aver premuto sull' acceleratore, in tema di sangue e squartamenti, con delle deliziose trovate Weird (vedi il polpo e le sorelle siamesi), è anche vero che ormai, questa formula non disturba più, non interessa, non riesce ad accattivare. In realtà, le ragazze messe in scena come mamma le ha fatte, non sono niente male e alcune sequenze pornografiche sono da leccarsi i baffi, ma se oggi, si cerca di lasciare il segno facendo masturbare una ragazza con un crocifisso, bhè, allora Mr. Valentine è rimasto circa 30-35 anni indietro, perché ci aveva già pensato L' Esorcista, qualche decennio fa, e non basta poi, farle vomitare sopra (sulla papaya e sulla croce), sangue e altro, perché il tutto resta li... senza un seguito. Di positivo, c' è da dire che le sequenze noiose, scintillanti e distorte di ReGOREgitaded Sacrifice, qui invece cercano di acquistare un senso, non annoiano e soprattutto ci accompagnano nella visione. Gli shottini di sangue al vomito, non sono fini a se stessi, ma ci danno un qualcosa su cui riflettere e anche la torta alla panna condita di insetti, che oltre al suo discutibile sapore, sa anche di Weird (già visto, certo), che nasconde qualche senso, purtroppo non molto originale, tuttavia, abbiamo qualcosa da analizzare, andando oltre la pura immagine, senza fermarci alla schock-esploration. Sembra strano, ma la cosa succede anche nella scena più scandalosa e pesante di tutto il film, cioè le sevizie ai danni di un bambolotto rosso (palesemente di silicone, ma credo sia un effetto voluto, vista la grande qualità degli SX di tutta la Vomit-gore Trilogy), che stava a rappresentare un feto. Non voglio spoilerarvi più del dovuto, ma sappiate che dopo questo, non guarderete più ai frullatori con gli stessi occhi. Comunque, nel caso non si fosse capito, il film è estremamente violento, è vero che le violenze fisiche sono "poche", ma quelle sono sempre eccessive, però il livello del sangue e delle scene estreme è altissimo, inutile dire che se scegliete di guardare questa pellicola (e le precedenti), dovete sapere a cosa andate incontro. Consigliato a chi ha visto i primi due capitoli e a chi è un fan della serie, ma se non siete Gore-hound a caccia, passate pure oltre...

                                                                                          A cura di Anthony

Slow Torture Puke Chamber - Recensione 10


+Le tipe @SHOT VOMITO AL SANGUE
+Tette e fica+Uncensored @IL CROCIFISSO IN FICA+VOMITING
+Lucifer Valentine
+Extreme
+Intro da porno facefucking
+Il racconto di una slave messo in scena al limite
+Dominazione totale e distruzione

+/-Se siete deboli di stomaco è inguardabile

-A tratti pesante da guardare per noia
-Sfama il gore, ma non l'interesse



Slow Torture Puke Chamber è il capitolo conclusivo della saga Vomit Gore iniziata da Valentine nel 2005 con Slaughtered Vomit Dolls.
Il film non va per il sottile come i suoi predecessori, avremo gnocca, vomiting, pissing e tanto gore.
Le prime note positive le si hanno come sempre nel genere dal totale uncensored delle scene, che siano di gore o di masturbazione, o anche solo di nudo.
La trama è semplice, Angela è tormentata da Satana quindi soffre.
Nel frattempo durante le sequenze di gore o di nudo ci esporrà amabilmente i suoi passati abusi sessuali.
Detto questo passiamo ad analizzare meglio nel dettaglio il film, dell'insieme parleremo in seguito; infatti il film inizia come un vero e proprio porno da facefucking, e si sussegue nelle varie sevizie che le verranno inflitte, proprio come una slave, il tutto senza limiti apparenti, in una rappresentazione della dominazione morale e fisica nella sua versione Extreme.
Perchè proprio di estremo stiamo parlando, infatti fra shot di vomito sanguinolenti e vomiti vari di dubbio genere ci troveremo davanti allo sconcerto e a volte alla domanda : perchè ?
Tuttavia proprio in virtù di questo non è saggia la visione di questo film a chi è deboli di stomaco, potrebbe causare attacchi di vomito ed isteria, ma se siete capaci di mangiare un buon panino davanti a questo genere di film, ragazzi e ragazze siete al top.
Non c'è molto da dire su questo genere di film, infatti sono tantissime le scene di vomiting, pissing e violenze, sempre rivolte alle malcapitate perchè si, in questo capitolo saranno ben tre.
In sostanza è il sacrilegio della bellezza della donna, ridurre un essere umano alla completa distruzione, volontaria o meno, il buon Valentine ci riesce alla perfezione, ma le note negative le si notano guardando il lavoro d'insieme che non è così disturbante come i precedenti, infatti qui le scene impressioneranno, faranno del male ai vostri senso, ma non vi lasceranno quel senso di oppressione, a tratti in effetti è difficile continuare la visione ci vuole una leggera pausa e armarsi di altra "pazienza" per vedere cosa offrirà nei fotogrammi successivi.
Tuttavia scena a parere mio di rilievo è quella del "crocifisso in fica", che ha molto da dire grazie all'Esorcista, ma, come ben ci si può immaginare, qui è totalmente senza censure ed assume un carattere morboso ed ovviamente anche un altro pò di vomito.
In sostanza il film si sviluppa su queste due perversioni, vomito e piscio, senza però nulla togliere alla torta d'insetti, sempre a parere mio troppo buttata li a caso e poco significativa, ma che poteva dare tanto.
In sostanza un sei pieno, ha soddisfatto la mia fame di gore ed estremo, era da tanto che non guardavo qualcosa di così forte, tuttavia lo ritengo di pochissimo inferiore ai precedenti capitoli, però tolto questo, rimane un gore di altissima scuola e godibile fino allo stremo.

Alla prossima !                    
                                                                                 A cura di Artic

Mockingbird In diretta dall'Inferno - Recensione 9


+Falso documentario @ IL CLOWN = RISATE
+Intro Forte @ BISOGNA USCIRE IL FERRO
+Diverse storie che si susseguono parallelamente al finale
+La videocamera
+Un gioco
+Capitoli
+IL GIOCO
+Lenta, ma la tensione sale
+Psicologico---Prank---Molestie---Cell bombing
+Il Clown
+Tempo dilatato
+Finale shock

+/- Inquadrature un pò stressanti

-Tensione un pò troppo lenta a salire
-Reazioni umane discutibili
-Scopo del gioco ? Non si sa, ma sicuro la morte



MockingBird In diretta dall'Inferno è un film del 2014 diretto da Bryan Bertino della durata di 81 minuti girato con la tecnica del falso documentario (del quale purtroppo sono un accanito fan).
Premetto che questo è un film scelto al buio, quindi senza aver letto uno straccio di trama, e senza ne se ne ma, la copertina era invitante con un bel pagliaccio che sembrava così cattivo.
Della trama non parlerò molto, come capirete in seguito non è necessario.
L'intro ci butta li per caso una serie di immagini durante le quali viene ripresa una morte, e qui mi pregustavo uno stile snuff, ma no.
Il tutto verrà diviso in capitoli o episodi, tanto che si sembrerà di vedere un film di Tarantino ma senza quegli sbalzi temporali che danno un pò al cervello e causano trip involontari.
Quindi una coppia, una persona normale ed un tipo un pò esaltato ricevono una videocamere in premio ad un concorso.
Quindi tre situazioni, tre videocamere, queste videocamere all'apparenza innocue non causano sospetto a nessuno, anche se erano già accese e in ripresa già nella scatola.
Un solo biglietto, continua a filmare.
E così fanno tutti, anche perchè le videocamere si scopre non possono essere spente.
Da qui in realtà si susseguono dialoghi su dialoghi, che fanno calare quell'atmosfera di ansia e del chi va la.
Per un pò non accade nulla.
Cambi di scena per mostrare gli antri "vincitori" e il capitolo si chiude.
Questi vincitori vengono invitati a fare un gioco, dovranno continuare a filmare e portare le loro riprese alla strada MockingBird, il tutto completato da videocassetta contenenente immagini dell'intro e la famosa frase : IO TI VEDO ! Panico.
E qui mi sono detto, bene ora verranno messi l'uno contro l'altro, lotte infinite, violenza domestica e delirio.
Invece no, la tensione inizia a salire, chiavi scomparse, telefoni che squillano, un cell bombing costante, tantissimi prank e molestie varie.
Succede tutto in fretta e il tempo sembra fermarsi in attesa di una vittima.
Ma no. Continuo a sbagliarmi.
La questione però diventa chiara, è tutta una psicologia per renderli totalmente incapaci di ragionare.
Ora qui ci sono un paio di cose da precisare, se ti succedono queste cose, o semplicemente vieni molestato da qualcuno fuori casa, sei in America, ed hai una pistola, hai l'obbligo di "uscire il ferro" e risolvere le cose come nel vecchio west.
No ma che dico, devi per forza scappare in giro per casa trascinandoti dietro la moglie che ti invita lei stessa a prendere la pistola.
Il clown.
Ora ci si aspetta che il clown sia l'assassino, il pezzo marcio, l'autore di tutto come in un perverso Saw.
Invece il clown è un "concorrente" del gioco ! Viene invitato a fare cose totalmente senza senso che scadono nel ridicolo e a scatenare le risate è la sua voglia di fare, attirato da una cifra di denaro al termine del gioco.
Quindi il clown è un pezzo davvero fondamentale da come capiremo (o forse no) proseguendo la visione.
Il punto è che il film dura sostanzialmente pochissimo, un'ora e dieci minuti se togliamo i titoli di coda, ma ci sembreranno ore ed ore in attesa di una conclusione che ci tiene in una specie di bilico fra noia e tensione.
Sembra che io voglia dare addosso sempre allo stesso punto in ogni film, ma le reazioni umane sono davvero pessime.
Non parlo del clown o della donna li a caso, ma della coppia, infatti sono loro la nota che stona durante il film; presi dalla foga di decidere insieme come gestire, danno ognuno consigli all'altro e nulla di fatto, gente che corre per casa alla ricerca di chi sa cosa.
Dopo tutto questo delirio nelle tre storie finalmente si arriva ad un punto cruciale, vengono tutti invitati ad andare in questa strada chiamata MockingBird.
C'è una casa con palloncini rossi, e tutti vi entrano.
I dettagli li lascio alla vostra visione, ma il finale è qualcosa di totalmente assurdo.
Due persone armate con i nervi a fior di pelle vengono spaventato dal clown che appare all'improvviso credendo di trovarsi ad una festa.
Spari, urla, tutti morti.
Però, dopo una piccola pausa, la videocamera viene raccolta, non si sa da chi, una inquadratura mostra dei bambini truccati da clown, quindi i presunti artefici di tutta la perversione vista.
Shock totale, mai avevo visto un finale così vuoto e pieno allo stesso tempo.

Voto finale un 6,5 piena, idea carina che poteva essere sviluppata meglio, molte cose sono poco credibili e stonano, ma il falso documentario e l'ottima recitazione coinvolgono e sembra di aver passato molto più tempo in compagnia di questo psyco horror, consigliato per una serata horror senza troppe aspettative.

                                                                                      A Cura di Artic

Clown - Recensione 8


+Trama interessante
+Eli Roth = Malsano
+Tema Clown assassino rivisitato
+Suspence/humor
+Suicidio o no ?
+Suicidio Fantasioso
+Trasformazione
+Finale extradramma

+/- Horror ma non troppo

-Scelte discutibili
-Ma perchè aspetti ?
-Musiche più o meno invasive
-Clichè non è finita


Clown è un film del 2014 prodotto da Eli Roth, Harvey Weinstein, Bob Weinstein.
La trama è molto semplice ma intrigante, Kent McCoy ingaggia un clown per il decimo compleanno del figlio Jack, ma all'ultimo momento il clown ha un malore ed annulla il suo appuntamento.
Per salvare la festa ed il divertimento del pargolo decide di diventare egli stesso un clown, il costume ? Semplice, trovato in una soffitta di un'abitazione del quale curava la vendita.
Costume indossato, festa salvata, dormita con costume.
Le prime difficoltà arrivano fin da subito, si capisce dopo poco che è praticamente impossibile togliere il costume.
C'è da precisare una questione, ero fremente al pensiero di qualche splatterone alla Hostel, ben conoscendo il precedente lavoro di Eli Roth, mi aspettavo più sangue, tuttavia è molto presente la questione "malsano".
Quindi da come si è potuto capire abbiamo a che fare con il tema del clown assassino.
Tuttavia questo non è il solito ammazza e fuggi, ma ha dietro una parvenza di fondamento "storico".
Infatti era il costume indossato da un pagliaccio scandinavo che per rabbia aveva rapito e mangiato cinque bambini, uno per ogni mese più freddo dell'anno.
Bene, per fortuna niente magia, un demone di mezzo ma bene.
Le scene di humor però durano poco per lasciare spazio, al pezzo forte del film a mio parere.
La lenta discesa all'inferno del protagonista, che vede se stesso trasformarsi in un orrendo clown affamato, guarda caso di bambini.
L'unico modo per scacciare questo "demone" è la decapitazione, e dopo una escalation di eventi il protagonista cercherà di togliersi la vita in modi discutibili.
Si, molto discutibili.
Se la tua unica scelta è la decapitazione, cosa fai come prima cosa ?
Esatto, ti spari in bocca.
E se dopo questo tu fossi ritornato in vita (con una suspence davvero geniale), cosa faresti ?
Ovvio, allestiresti un numero da circo con sedia e sega elettrica che ti decapiti alla caduta, geniale !
Due parole vanno spese anche sul comparto audio, non proprio piacevoli, a volte le musiche raggiungono picchi che infastidiscono, e rendono poco godibile la scena.
Altre note negative le troviamo nei soliti clichè che distruggono un pò tutto il film.
Il primo è il più comune : Perché quando hai la possibilità di mettere fine allo scempio aspetti ? Beh certo, altrimenti il film non ha luogo, si ma normalità zero !
In chiusura parliamo del finale.
Si, il finale è un dramma a schermo, perché dopo lo sviluppo dell'intero film si assiste alla moglie che davanti al figlio deve scegliere se sacrificare la sua prole o uccidere il proprio marito.
Dopo uno scontro...discutibile... si arriva alla fine, il demone è sconfitto, e dopo un pò perde le sue sembianze per tornare il Kent di sempre, aggiungendo dramma al dramma.
Ma qui distruzione del pathos, clicchè del pezzo di parrucca e del vestito del clown, segno che la maledizione non è spezzata.
Pessimo clichè, da evitare, ha spezzato l'atmosfera di fine straziante.

Voto finale una sufficienza non stentata ma nemmeno piena, la trama era interessante, si poteva spingere molto di più sull'emotività di cadere preda di un demone famelico ed aumentare in maniera consistente lo splatter rendendolo un dramma per gli occhi.
Alla prossima !
                                                                                           A Cura di Artic