mercoledì 10 giugno 2015

La notte dei morti viventi - Recensione 14


Dracula, Frankenstain, l' Uomo-Lupo e si, anche la Mummia, sono personaggi di culto, nell' horror di tutti i tempi, soprattutto quello un po' più datato e legato al mondo del romanzo Gotico (basta guardare i primi due !). Tuttavia, insieme a questi quattro mattacchioni dello spavento, si aggiunge un quinto elemento, che non è un singolo dotato di identità propria, ma che più che altro, si trova a rappresentare una categoria : Lo Zombie !
E cosa sarebbe stato del filone degli Z-movies, senza questo caposaldo del genere ? Un film che ha avuto non poche difficoltà, già dai primi ciack, ad esempio, la scelta del titolo definitivo, l' ostacolo del basso badjet a disposizione, appena 114.000 dollari, pensate che uno dei produttori, era il macellaio che riforniva la troupe di sangue e frattaglie per le scene gore ! Ma fosse solo questo ! Un altro problema, si presentò con la distribuzione della pellicola. Nel 1968, i film nelle sale uscivano già a colori, mentre Romero, fu "costretto" ad utilizzare il bianco e nero, per l' alto costo delle riprese a colori, quindi, per questo motivo, non c' era una casa di distruzione, disposta ad investire su questo progetto, così forte, sperimentale, innovativo, ma anche retrò e ormai superato nella realizzazione tecnica. Quando infine poi, la Columbia Pictures, l' unica major realmente interessata alla distribuzione, abbandonò l' idea di distribuire La notte dei morti viventi nelle sale, lasciò via libera alla AIP, che decise di rischiare, non dopo aver cercato di ottenere accordi con il regista, sull' andamento della pellicola stessa. Era infatti sconvolgente che Duane Jones (l' attore che interpreta Ben), fosse un afro-americano, in un ruolo da protagonista (il primo nel cinema horror) ! Inoltre, Ben, non è affatto un tipico eroe da storia mainstream, a cui il pubblico perbenista guardava, ma è una sorta di anti-eroe. Un uomo che sa alzare la voce e farsi valere, che non esita a picchiare una donna e a sparare in testa ad una bambina (zombie, ovvio). Tuttavia, Ben fa discutere, al di là della questione razziale, è un personaggio scomodo, che non accenna ad un minimo interesse sentimentale o sessuale, per la traumatizzata Barbara, che non è affatto la ragazza sexy che sa il fatto suo, stereotipo nei film di serie B. tipico degli anni a venire, ma è una donna a cui è stato ucciso il fratello davanti agli occhi, che ne è stata comprensibilmente traumatizzata, ma, nonostante ciò, non trova tregua, né pace. Non ci sono eroi pronti a tutto pur di proteggerla, non esistono finali lieti. Questa fu una bella patata bollente per il mondo del cinema horror, che si trovò a diventare ciò per cui era nato : Cinema che spaventi ! Le pellicole in uscita, andavano sempre di più categorizzandosi in filoni i cui plot avevano (quasi) sempre uno schema prefissato, a cui il pubblico era ormai abituato "Eroe o Eroina come protagonista, problema più o meno spaventoso, scene più o meno cariche di tensione, scene d' azione, inizio del rapporto sentimentale tra il protagonista e uno dei personaggi, soluzione al problema e lieto fine". Romero, stravolge tutto ciò. Non esistono eroi buoni, l' eroe è un uomo che ha come unico obbiettivo, quello di sopravvivere, senza la pretesa di dover per forza salvare qualcun' altro, per di più è un nero e per di più non caga di striscio Barbara. Il rapporto amoroso, viene sottolineato ed in parte, parodiato, dalla presenza dei due fidanzati, non esistono frasi fatte e azioni spettacolari, e questo è un bene. Anche se a volte, il tutto rischia di sfociare nel tragi-comico (ad esempio la scena del lancio dei barattoli dalla finestra), il senso kitch del film, decade totalmente quando ci rendiamo conto che tutto ciò, non fa che aggiungere realismo alle scene. E' lontana la Hollywood delle frasi ad effetto e dell' eroe invincibile in silhouette al tramonto, questi dialoghi sono veri, reali, è quello che direi io nel caso mi trovassi in una situazione simile. Gergo e linguaggio di uso comune, sono la scelta vincente, ed il pubblico apprezzò l' assenza di freddure tipo "Ma ti ha dato di volta il cervello ?", o ancora "Cosa fai li impalato ?" . Che tristezza, avete mai sentito qualcuno parlare così nella vita di tutti i giorni ? Io mai ! Quindi, l' audacia di Romero fu ampiamente ricompensata, con ben 12 milioni di dollari incassati al botteghino. Cifra record per quegli anni.
Un altro aspetto principale del film, sono proprio loro, gli strani esseri resuscitati. Romero prende spunto dalla tradizione Voo Doo, nella creazione di umani che somigliano di più ad automi e al romanzo di Richard Matherson "I am a legend", che ha poi ispirato numerosi altri film. Fino ad allora, non esisteva un concetto di Zombie, così come lo conosciamo oggi. Si optò per il cannibalismo, perché secondo il regista, questa era la cosa peggiore che dei morti, risorti con fare famelico, potessero fare ai vivi.Sono morti diversi dallo Zombie attuale. Dimostrano cattiveria e capacità di pensare, di usare oggetti come armi e sono molto più umani dei morti viventi dei decenni a venire, che persero questa caratterista, per divenire sostanzialmente una flotta di ameba ambulanti, senza la minima traccia di intelligenza. capacità di usare armi o oggetti, ma anche senza cattiveria né paura (in questo film, i morti hanno paura del fuoco !). Nonostante ciò, vengono messe le "regole" all' uso dello Zombie come personaggio, nelle produzioni seguenti : I morti muoiono solo se gli si distrugge il cervello; I morti cremati non tornato in vita come Zombie; Chiunque muore, diventa un morto vivente; Se si è morsi da uno Zombie, diventi uno Zombie e così via... Non è chiaro, se questi primissimi morti viventi, targati George Romero, sentano il dolore oppure no, in alcune scene lo ignorano, in altre sembrano risentire delle ferite, in ogni caso, è un bene non spiegare sempre tutto in un film. Detto ciò, non è che questo, sia un film consigliato, ma semplicemente, se non lo conoscete e non l' avete mai visto, allora non solo di horror, ma di cinema non ne sapete proprio nulla !

                                                                                                                      A cura di Anthony