sabato 28 gennaio 2017

Epica + Powerwolf + Beyond the Black : L'Ologramma in scena, al Live Club ! - Live Report #1



A cura di Anthony

Ed ecco finalmente, anche il live report del concerto degli Epica, a cui ho assistito come inviato di All Around Metal, che trovate anche sul suddetto. Vi lascio quindi al report, sperando che possa essere esaustivo della serata ! 

E ci siamo finalmente, erano mesi che aspettavo questa data, carico anche per l' euforia data dal nuovo, strabiliante album degli Epica “The Holographic Principle”, e non vedevo l' ora di arrivare al Live Club di Trezzo sull' Adda, famosissimo locale, spesso tappa obbligata per le band che vengono a punzecchiare il nostro Paese con i loro concerti. E quindi mi trovo davanti ad un corteo di gente già in fila, in attesa di una serata che si preannuncia magica !
Ed infatti, già dalle prime note suonate nell' ampio salone del locale, si percepisce l' intensità e la magnifica atmosfera che poco dopo i Beyond the Black andranno a creare con il primo brano da loro eseguito, cioè quel “Lost in Forever”, che segue a ruota la intro molto accattivante. Conoscevo solo di nome questa band tedesca, nuova leva di un Synphonic con spesso elementi Alternative, che sa tanto di Whitin Temptation, quanto di Xandria e Lacuna Coil, perfettamente amalgamati tra di loro e devo dire che mi lascio trasportare dalla voce e dal visetto delizioso della singer Jennifer Haben, attraverso brani piacevoli come “Our little time” e un titolo pacchiano e tra usato come “In the shadows”, che nonostante tutto si fanno ascoltare e deliziano i presenti. Io aspetto un pochino in più e mi abbandono al “cullante” ritornello di “Shine and Shade”, che riesce a conquistarmi, tanto che mi dispiace che la seguente “Running to the edge”, sia l' ultimo brano eseguito dai Beyond the Black che così si congedano sulla raffica di applausi del pubblico del Live Club e devo dire, che se li sono meritati, anche se con soli sei brani eseguiti.
Ma la notte è giovane e dopo questa riscaldata iniziale di una band giovane ed alle prime armi, è tempo di fare sul serio : Un telo nero viene calato e il logo “PX” dei Powerwolf inizia a sventolare davanti al palco. Il pubblico non riesce a mantenere le urla e le mani si alzano al cielo, fino a che le luci calate, non tornano a brillare sull' entrata in scena di Attila e co. “Blessed & Possessed” apre le danze. L' impatto visivo è grandioso, i faccioni dipinti dei lupi tedeschi non nega la spettacolarità, così come la grande presenza scenica del vocalist, con tutta la sua potenza vocale. I fratelli Greywolf, i due axemans del gruppo, non trovano pace in un punto del palco e grande è l' energia che trasmettono andando avanti nella serata, con brani come “Army Of The Night” che segue immediatamente l' apertura, “Amen & Attack”; “Coleus Sanctus”, la curiosa “Dead Boys Don’t Cry”, che tanto richiama altri brani di “The Curiana” memoria, e “Sacred & Wild”. Ogni brano viene accompagnato dal coro del pubblico che grida a gran voce “Powerwolf, Powerwolf !” e così Attila si diverte a far cantare i presenti, su vocalizzi inventati sul momento, con scale e cambi di intonazione fulminei, cosa che prosegue anche con “In The Name Of God (Deus Vult)” e “Armata Strigoi”. Dopo l' entusiasmante “Werewolves of Armenia”, un punto da evidenziare è sicuramente il momento che precede uno dei brani più divertenti ed amati dei Powerwolf, quando Attila ci parla del Natale da poco passato e della nascita di Cristo, ci ricorda che i cristiani, sono soliti festeggiare la sua resurrezione, ma che noi siamo qui stasera, per celebrare un' altra resurrezione “Resurrection by Erection” ed il delirio del pubblico è totale ! Resta solo il tempo di coccolare ancora i presenti con “Lupus Dei”; “Sanctified With Dynamite” e “We Drink Your Blood”, che la spettacolare performance dei Powerwolf giunge al termine tra gli applausi ed i cori del pubblico, mai sazio.
Ed eccoci finalmente al momento più atteso, ancora carichi e pieni di hype, le luci calano ancora una volta ed è “Eidola” ad accogliere le urla dei fan. Tra la spettrale cantilena con la voce di una bambina, i ragazzi degli Epica finalmente prendono il loro posto sullo stage, facendo partire il riffing smorzato ed accattivante che fa tremare le pareti dei Live Club, ma ovviamente, quelli che tutti attendevano è la suadente voce della regina, la vera dea della serata, Simone Simons, che entra alcuni secondi dopo gli altri, con il sussurro iniziale di “Edge of the Blade”, e la sua fluente chioma rossa, attira l' attenzione di tutto il pubblico che l' accoglie acclamandola, con urla ed applausi. Immediatamente dopo, ancora storditi ed increduli dalla vista dei propri beniamini sul palco a pochi metri da loro, il pubblico canta e sbatte la testa su “A Phantasmic Parade” e quando ci sembra che la maggior parte dei brani saranno dedicati al nuovo album, ecco che è una vecchia chicca e sorprenderci, cioè “Sensorium”. Il vestito a strisce della meravigliosa singer, è abbagliante, attira lo sguardo e ci costringe ad abbandonarci a cotanta celestiale visione, quando Simone fa ruotare i suoi capelli di fuoco sull' intro di “Divide And Conquer”, altro brano notevole dell' ultima fatica in studio degli olandesi, che contribuisce non poco ad aumentare lo spessore dell' album stesso. Si fa ancora qualche passo indietro con “Storm the Sorrow”, direttamente da quel capolavoro tanto amato che odiato dai fan che è “Requiem for the Indifferent”, di sicuro una pietra fondamentale per gli Epica, su cui mettere le fondamenta per la nuova era del gruppo, con i nuovi due pilastri che sono “The Quantum Enigma” e il fratello “The Holographic Principle”, due album che a detta dello stesso Mark Jansen, sono strettamente collegati tra loro, pur essendo due lavori a se stanti. Ed è proprio da “The Quantum Enigma” che i nostri sfornano una “The Essence Of Silence”, meravigliosa, che carica e fa sbattere la testa, e dopo il primo singolo rilasciato dall' album precedente, Simone si prende una piccola pausa, lasciando il pubblico in buone mani, con la lunga parte strumentale di “The Obsessive Devotion” e fa riposare le corde vocali per il capolavoro “Ascension – Dream State Armageddon” che ci riporta nella tracklist del nuovo album. Seguono a ruota “Dancing In A Hurricane” e “Unchain Utopia”, prima della totalmente inaspettata “Cry for the Moon”, che manda letteralmente in delirio i fan. Un brano quasi “dimenticato”, ma sempre amato e richiestissimo dal seguito degli Epica durante gli show, che questa volta viene eseguito quasi a sorpresa. Una piccola pausa per tutta la band che si concede un momento per tirare il fiato, e poi è il momento della chiusura. L' ultima parte inizia con “Sancta Terra” e tutti iniziano a saltare insieme a Simone ed al suo corpo da statua greca, sul ritornello di “Beyond the Matrix” e Mark chiede un Wall of death che in parte si realizza, sulle note in chiusura di “Consign to Oblivion”. Il tempo dei saluti finali, quando dei fan regalano disegni e bandiere alla band che accetta di buon gusto, e poi tutto si conclude con la ormai consueta, foto di fine show. Quando la band si ritira dopo l' inchino, mandando baci al pubblico, le luci si alzano ed è veramente la fine. Una serata magnifica e divertentissima, che ha rallegrato i presenti e contribuito a sfamare la nostra voglia continua di buona musica e buon metal. Un ringraziamento speciale va all' organizzazione del Live Club di Trezzo sull' Adda, per aver permesso una serata impeccabile, come sempre quando ospita guest di tale livello, e alla nostra amica Pamela, per essersi impegnata per farci avere tutti i permessi necessari ! Alla prossima !

Anthony


BEYOND THE BLACK Setlist:

1- Intro
2- Lost In Forever
3- Our Little Time
4- In The Shadows
5- Shine And Shade
6- Running To The Edge

POWERWOLF Setlist :
1- Blessed & Possessed
2- Army Of The Night
3- Amen & Attack
4- Coleus Sanctus
5- Dead Boys Don’t Cry
6- Sacred & Wild
7- In The Name Of God (Deus Vult)
8- Armata Strigoi
9- Werewolves Of Armenia
10- Resurrection By Erection
11- Lupus Dei
12- Sanctified With Dynamite
13- We Drink Your Blood

EPICA Setlist:
1- Ediola
2- Edge Of The Blade
3- A Phantasmic Parade
4- Sensorium
5 -Divide And Conquer
6- Storm The Sorrow
7- The Essence Of Silence
8- The Obsessive Devotion
9- Ascension – Dream State Armageddon
10- Dancing In A Hurricane
11- Unchain Utopia
12- Cry For The Moon
13- Sancta Terra
14- Beyond The Matrix
15- Consign To Oblivion

lunedì 23 gennaio 2017

Epica - Isaac Delahaye : Sto pensando ad un album solista, tutto in acustico ! - Intervista #2



A cura di Anthony

Mercoledì 18 Gennaio, sono stato all' unica tappa italiana del nuovo tour degli Epica, di supporto al nuovo album "The Holographic Principle", al Live Club di Trezzo sull' Adda, come inviato di All Around Metal per intervistare gli olandesi e come reporter della serata. Ecco qui quindi di seguito, la mia intervista ad Isaac Delahaye, la stessa che trovate anche su All Around Metal. A Breve anche il Live Report, su entrambi i siti. 

Isaac Delahaye - L' Ologramma del Metal gentile 

A cura di Anthony

Si, si, lo so, volevate tutti Simone, quando si parla di Epica, è impossibile non concentrarsi sul più grande sex symbol  del metal (si ok, Alissa White-Gluz, Tarja e Charlotte Wessels, ma vogliamo mettere ?!), ma questa volta, è il chitarrista Isaac Delahaye a sottoporsi ben volentieri alla chiacchierata nel backstage del Live Club di Trezzo sull' Adda, in occasione dell' unica data italiana del nuovo tour di supporto al nuovo album "The Holographic Principle" , accompagnati da Powerwolf e Beyond the Black !
Trovo un Isaac molto rilassato, forse leggermente brillo, con tanto di calice di buon vino, ad attendermi nel backstage, invece di stringerci la mano, ci abbandoniamo ad un lungo e divertente abbraccio e così, dopo i saluti di rito, iniziamo a parlare più seriamente :

Ciao Isaac, benvenuto sulle pagine di All Around Metal e della Stanza B-151, grazie per la disponibilità !
Isaac : Grazie a voi, è un piacere !

-Parliamo delle origini, cosa è cambiato da The Phantom Agony, a The Holographic Principle ?
Isaac : Lungo la strada il suono si è appesantito, per come la vedo io, gli Epica erano solo una Synphonic Metal Band, c' erano tante orchestrazioni, mescolate al metal, ora invece la cosa si è invertita, anche se è sempre lo stesso stile, ma noi lo vediamo in modo differente in ogni album. Se prima c' era una band Synphonic con delle componenti Metal, ora abbiamo una band Metal, con componenti sinfoniche, almeno io la vedo così !

-Vi manca il sound più grezzo e “reale” quello che definiremmo “il buon vecchio sound” degli esordi ? E' difficile avere a che fare con una produzione così impeccabile e plastica, ad ogni pezzo ?
Isaac : (Ride e la sua espressione diventa furbetta !) Bhè sai, noi cerchiamo comunque di evolverci come band e di non fare le stesse cose ogni volta lungo gli anni, cerchiamo però ovviamente di rimanere interessanti, utilizzando gli stessi elementi produttivi. Siamo sempre fieri dei primi album, ma cerchiamo di fare qualcosa che sia diverso ora. Se fai ogni volta lo stesso album, non importerà più a nessuno alla fine, quindi cerchiamo sempre prima i punti di vista per realizzare cose nuove, anche se con gli stessi elementi

-Come avviene il processo di songwriting negli Epica ?
Isaac : In generale non saprei, stiamo molto in tour, che per ogni album dura circa due ore...ehmm ops ! (si corregge e ridacchia), due anni volevo dire ! Cerchiamo di scrivere i pezzi tra un tour e l'altro e se abbiamo abbastanza materiale, decidiamo quando andare in studio. Abbiamo comunque un management che gestisce la parte legata al business, cioè fatto di foto, video e cose del genere. In realtà a volte mi chiedo anche io come facciamo (ride di gusto) ! Ma comunque alla base c'è l'amore per quello che facciamo, quindi non ci pesa, in pratica non lo sentiamo come un vero e proprio lavoro. E' sempre bello andare in tour, vedere la gente che impazzisce agli show, le reazioni dei fan al nuovo album, insomma è tutto questo che ci da la carica per andare avanti !

-Come sono le prove a livello professionale ?
Isaac : Noi andiamo in sala prove, solamente nei due mesi che precedono l' entrata in studio. Iniziamo a suonare per prime le canzoni che abbiamo registrato nell' home-studio, registrando per prima cosa la batteria, basso e poi le chitarre, a quel punto Simone (Simons n.d.a.) incide la voce e poi man mano aggiungiamo le orchestrazioni e tutto il resto. Non siamo quel tipo di band che si chiude in garage a provare e riprovare tantissimo, ogni week-end a suonare (Ride), noi non lo facciamo, lavoriamo solamente per i nuovi progetti ed i nuovi album che usciranno poi in futuro.

-Quanto tempo passate quindi in sala prove ?
Isaac : Io, personalmente ? Dipende perché la parte legata al business prende molto tempo, però io cerco di suonare il più possibile, amo la chitarra acustica, quindi la suono molto e adoro il finger picking, mi piacerebbe registrare un album solista, tutto in acustico !

-Wow, ma questo è uno scoop !
Isaac : (Ride) Bhè si... forse, ma non credo sia così importante, non è una cosa che credo realizzerò a breve ! Comunque suono meno che in passato, ma cerco sempre di tenere le mie abilità al top, in modo che io possa suonare qualsiasi cosa decidessimo di fare come band.

-Ma a questo punto della vostra carriera, c'è ancora qualche altra band con cui vorreste condividere il palco ?
Isaac: Ah ! (ci pensa un attimo) io sono un grande fan dei Panthera, ho tutti i loro album, li ascolto spesso e li ho visti dal vivo, è stato davvero un peccato che Dimebag non ci sia più (si intristisce e diventa di colpo più serio), se ci fossero stati ancora, mi sarebbe piaciuto molto condividere il palco con loro. Comunque siamo al punto in cui suoniamo in grandi festival e quindi condividiamo lo stage con un sacco di grandi band.

-C' è comunque un musicista che ti ispira a comporre ?
Isaac : Non c'è proprio un “musicista” in particolare, ma sono band che mi ispirano, ad esempio ascolto molto i Soilwork, Children of Bodom, Disturbed, in passato ascoltavo comunque molto il Thrash Metal Old-school, ma mi piace molto questa nuova ondata di Thrash moderno. In passato ero un grande fan dei Dream Theater, quando compongo rivado sempre ad ascoltare le canzoni dei miei sedici anni. Ora comunque ho sviluppato un mio stile personale ed è tutto più naturale.

-Pensi sia carino registrare un Ep di cover interpretate dagli Epica ? Quali pezzi vi piacerebbe interpretare ?
Isaac : Ah ! Mmmmh è difficile da dire ! (resta qualche secondo a fissare il vuoto facendo spallucce)

-Neanche Cowboys from Hell ?
Isaac : Si, certo, quella senza dubbio, ma non la farei mai bene quanto lui ! Io non sono Dimebag ed ho troppo rispetto per lui, così come per Slash o per David Gilmour e di tutti i Pink Floyd in generale. Alcuni musicisti non sono grandi per quello che fanno, ma per come lo fanno, ad esempio il batterista dei Beatles non era un grandissimo Drummer, ma nei Beatles aveva senso e li arricchiva, quindi non lo cambierei mai. Questa è una domanda a cui non posso veramente rispondere, perché ci sono musicisti che suonano le loro cose e fanno bene, se le suonassi io, non avrebbero più senso !


-Ok, ho capito, è stata una domanda stupida !
Isaac : No, non è affatto stupida, semplicemente alcuni canzoni sono grandi perché suonate da quel musicista e non da altri, se io mettessi mano sui pezzi che amo, mi accorgerei che non hanno la stessa verve !

-Ricordi un aneddoto particolare successo durante un live ?
Isaac : Bhè ieri abbiamo celebrato il compleanno di Simone, lei non se lo aspettava minimamente, abbiamo portato una torta sullo stage ed è stato divertente. Cerchiamo sempre di divertirci il più possibile sul palco, rido un sacco durante gli show, perché magari Coen (Jansen n.d.a.) fa le facce stupide, o qualcun' altro fa qualcosa di divertente. In genere ci divertiamo sempre molto sul palco, crediamo sia molto importante !

-Avete già iniziato a pensare ad un successore per The Holographic Principle ?
Isaac : Si, abbiamo già iniziato a pensare al suo successore, ma ovviamente non abbiamo nulla di già scritto, però abbiamo delle rimanenze di The Holographic Principle che potrebbero anche finire nel nuovo album, ma ovviamente, non possiamo saperlo con precisione, sono solo delle idee. Diciamo che per ora siamo concentrati sul nuovo tour e siamo impegnati a vedere la reazione dei fan per il nuovo album, magari in estate, quando abbiamo solo i festival estivi, abbiamo in genere più tempo libero e allora inizieremo a lavorare più seriamente ad un successore per The Holographic Principle.

-Vi piacerebbe un nuovo DVD firmato Epica ? Magari live, con backstage e materiale inedito...
Isaac: Non da questo tour, ma siamo una band che è abbastanza regolare nell' uscita degli album e già questo richiede tantissimo tempo e lavoro. Di solito le band usano i DVD per riempire i buchi di ispirazione, quando non hanno del buon materiale per un nuovo album. Comunque sicuramente in futuro ce ne sarà uno anche se non so dire esattamente quando. Diciamo “prima o poi”, semplicemente non abbiamo bisogno di un DVD ora, magari ne faremo uno dove suoniamo per cinque ore di fila, chissà ! (Ride)

-In conclusione, che consiglio ti senti di dare ad una band giovane che si trova alle prime armi, per raggiungere il vostro livello ?
Isaac : L' unico vero consiglio che posso dare è siate onesti con voi stessi e con il resto della band, ad esempio, se vedete che il batterista non fa niente e non si impegna, vi costringe a perdere tempo, parlatene e prendete provvedimenti, se vi accorgete che qualcosa non funziona, fate di tutto per farla funzionare. Questo è il punto da cui partire : Lavorate per le cose, perché esse non verranno facilmente, ci devi lavorare ed essere onesto con te stesso e con la gente con cui lavori, ed anche con i fans, non pretendiate di sembrare ai loro occhi, ciò che non siete ! Bisogna essere umili e lavorare sodo !

-Ti ringrazio per questa chiacchierata, ed è stato un grande piacere rivederti dopo diverso tempo, adesso vado a godermi lo show !
Isaac : (Ride) E' stato un piacere anche per me, grazie e spero che il concerto sia di tuo gradimento ! Alla prossima !

Anthony





mercoledì 11 gennaio 2017

Gotland - "Gloria et Morte" - Recensione Album #12




A cura di Anthony

E' Passato un po' di tempo (mea culpa), dall' invio di questo disco ed ho tardato a recensirlo per altre cose che avevo in scaletta. Comunque, proprio per questo, bando alle ciance e iniziamo la recensione!
Il Black metal si sa, è molto più versatile di quanto non si creda. Un genere molto chiuso e che raramente mostra il volere di aprirsi ad altre contaminazioni, ma che quando misto a generi che gli conferiscono ben altre emozioni ed interpretazioni, diventa qualcosa di veramente magico, per chi, come noi, ha il gusto (e perché no, anche l' esperienza), di apprezzare certe cose.
E' il caso di questi ragazzi torinesi, i Blacksters “Gotland”, di cui oggi mi trovo a recensire l' album di debutto sulla lunga distanza “Gloria et Morte”, in attesa del secondo full-leght album, che vedrà il nuovo vocalist Edoardo “Irmin” Iacono, già co-frontman dei grandiosi “Misteyes”, con l' ugola d'oro di Denise “Ainwen” Manzi, dietro al microfono. Qui infatti, è ancora la voce di “Vidarr” (che ha lasciato la band subito dopo la registrazione dell' album) ad accompagnarmi in questi undici pezzi, che iniziano con “Proelium Aeternus – Intro”, suoni glaciali e cupi che iniziano già a non promettere niente di confortante, mentre qualche nota di pianoforte squarcia il synth iniziale, creando una danza funesta, fatta di poesia macabra e oscura epicità. Niente di insensato, ma anzi, una mano nera che ti prende e coinvolge attirando magistralmente l' attenzione, trasportandomi quindi a “Courage to Die” la prima vera traccia al numero due. Riffing veloce e aggressivo su una produzione tipicamente black metal. Immediatamente la voce violenta invade le casse e inaspettatamente mi trovo un intermezzo di piano che va a smorzare la furia del blast beat e il vortice inarrestabile delle chitarre che si tramuta in un poderoso palm-muting. Sono immediatamente riconoscibili le attitudini tipiche dell' Epic metal dei Gotland, messe si in secondo piano rispetto alla base assolutamente Black metal, ma non per questo meno importanti. L' epicità qui è palpabile ed è essenziale ai fini della resa artistica desiderata dai torinesi. Cosa che si ripete nel brano seguente “A New Reign” che sbalordisce con l'entrata in scena di strumenti a fiato, bellissimi e piacevoli. Ornamenti di flauti e (credo) cornamuse, ad affiancare le chitarre su un tappeto ritmico notevole e assolutamente da head-banging : Qualcosa di sublime ! La voce tende a perdere leggermente nel momento in cui la strofa prosegue forse un po' troppo, creando un rimando ai Cradle of Filth, ma senza la malignità tipica del timbro di Dani Filth. Il punto forte di questo brano sono assolutamente gli strumenti a fiato, senza i quali non sarebbe stato lo stesso, soprattutto quando creano riff nuovi e freschi, intrecciati a gridi di guerra e suoni epici di battaglie, anche con l' ausilio di campionamenti, sempre accattivanti. Un brano da ascoltare e godersi, lasciandosi trasportare dall' energia e dalle atmosfere messe in musica dai Gotland. Un inizio col botto praticamente, che al terzo brano già ha saputo catturare la mia attenzione. Proseguo quindi immediatamente con “Adrianopoli”, titolo curioso per un pezzo che parte carico di tensione crescente, con un guitar working che salta subito all' occhio, ops, pardon, all'orecchio volevo dire, per una melodia potente e graffiante, prima dell' entrata in scena di una batteria precisa e martellante, che si trasforma subito dopo in un blast beat a tappeto, potente e che non lascia un secondo di respiro. Le orchestrazioni pretendono il loro giusto spazio e forse un po' a discapito delle chitarre, lo ottengono in armonie pompose ed evocative, così come l' inizio di “Guta Saga” al numero cinque. Trovo un brano che mi fa innamorare immediatamente già dalle prime note. Molto più oscuro degli altri, qui è predominante la componente black metal, che però si amalgama perfettamente con una epicità sorprendente, non posso fare a meno di pensare agli Emperor ed alle atmosfere eteree e malefiche portate in musica da Ihsahn e compagni, e così, mi cade tra capo e collo la title-track “Gloria et Morte” e la sua intro strumentale, a dir poco sensazionale. Chitarre prepotenti, synth magnifici ed eterei, si incontrano e si scontrano con un blast beat predominante ed acido da scampanellio sui piatti, mentre la voce dona la sua violenza ed oscurità, persino in un fantastico intermezzo fatto da flauti e strumenti a fiato. I riff circolari si arrampicano su scale rock ed acide, il tutto contornato dalle danze di strumenti folkroritici, senza però mai dimenticarsi della potenza sonora che trova il suo apice nei cori di battaglia sul finale. L' atmosfera si fa pesante con “Heroic Eternity” con una intro cupa ed agghiacciante, sfociante poi nella sfuriata delle strofa. Un brano devo dire, molto più cupo ed oscuro degli altri, dove la componente Black prende il sopravvento e contamina tutto il resto. Pare di ascoltare la storia di un qualche necromante che ci racconta del suo tormento e dei suoi poteri, in un' epicità oscura. Sensazione che si accentua nel momento in cui i rallentamenti fanno il loro ingresso. Il tutto è pregno di malignità e le leggende raccontate, sanno di cattiveria ed occulto, di cose negate, oscurate, cose che non si possono e non si devono sapere ! “Slaves ov the Empire” ed i suoi campionamenti iniziali, ribaltano questa sensazione e mi ritrovo su un campo di battaglia medievale. Le cavalcate della batteria seguono i cavalli nella loro corsa contro il nemico, le chitarre raccontano di spade scintillanti all' orizzonte e trovo un pezzo veramente vario ed entusiasmante. Dinamicità e tecnica sono spiattellate in bella mostra, devo dire uno dei pezzi migliori questa numero otto, che eleva tutto l' album ad un livello ancora superiore, data la varietà e la bellezza di questo brano. Più di sette minuti che scorrono via come se fossero tre, qui viene palesata tutta la tecnica e la bravura, sia esecutiva che compositiva di questi ragazzi, e mi sarebbe piaciuto trovare più brani con questa varietà di elementi, tutti perfettamente amalgamati tra di loro, in una ricetta perfetta ! Numero nove, occupato da “Tenebrae in Urbe”, che apre magnificamente con il campionamento di un temporale, arricchito da synth e pianoforte, in un connubio stupendo, magnificamente evocativo, che sfocia poi in una violenza controllata, precisa al millesimo e trovo anche accenni di Pig-squeal nelle vocals. Le chitarre si dedicano a creare una tensione costante, con una cattiveria fuori dal comune, che si addolcisce magicamente, nell' entrata di un flauto e tutto si trasforma in qualcosa di etereo e viscerale. Un legame alle vecchie leggende che non sono solo storie da raccontare ai bambini, ma che bisogna conoscere ed onorare, per dare il giusto valore agli eroi caduti in battaglia, nei secoli passati, che mai dovranno essere dimenticati. Sul finale poi, le chitarre si regalano un ricamo di pura bellezza sonora, da ascoltare ! Arrivo quindi al finale con “From Ashes to a New Era – Outro”, ed il pianoforte torna a massaggiarmi la tromba di Eustacchio, con una melodia decadente e malinconica. Un arpeggio in acustico che altro non è se non pura estetica ed emozioni in musica, qualcosa di veramente superbo. Nei suoi tre minuti e dieci secondi, “From Ashes to a New Era – Outro” è un brano strumentale vero e proprio, più che una semplice outro, nonostante i campionamenti sul finale che la rendono più post-moderna e sperimentale, ma è comunque un viaggio tenue e meraviglioso alla fine di questo album. Le sorprese non finiscono qui, perché la bonus track al numero undici è “The Spiritlord”, cover dei “Windir”, realizzata (di sicuro appositamente), con una produzione molto più bassa rispetto al resto di questo “Gloria et Morte”. Quindi in conclusione, mi godo l'ultimo brano e consiglio a tutti di recuperare il primo lavoro in studio dei “Gotland”, una prova perfetta per un gruppo alla sua prima release di spessore, da conoscere e supportare, assolutamente, e, ovviamente, da godersi, in attesa del nuovo album con il nuovo vocalist, previsto per questo 2017 !


Voto
8 – 10


Anthony  

Line Up :
Vidarr - Vocals (Early)  / Irmin - Lead Vocals  (Now)
EG Orkan - (Lead Guitar)
Hoskuld (Drums) - Var (Bass) 
Arnbjörn - (Rhythm Guitar and Backing Vocals)
Session member: Gabriele "Hyde" Gilodi (Orchestrations)

Genere:
Epic Black Metal

Paese :
Italia

Città:
Torino

Discografia :
"Gotland" - (Demo 2008)
"Behind the Horizon" (Ep 2010)
"Gloria et Morte" (Full-Leght 2014)

Contatti :
gotland@hotmail.it - E-mail Ufficiale


martedì 10 gennaio 2017

Tributo musicale a David Bowie !

L'omaggio a David Bowie realizzato da Danilo degli Emian al bouzouki e dalla nostra sensazionale  Margoth.
 Buon ascolto !

Anthony


giovedì 5 gennaio 2017

I GIGANTOMACHIA, ci raccontano la loro band - Intervista #1



A cura di Anthony

 E ci siamo, non avevamo avuto ancora l' occasione di fare una intervista qui nella Stanza B- 151, ma sapevamo che prima o poi, questo sarebbe stato un passo che avremmo fatto. Quindi sono davvero contento di ospitare questa band molto interessante, che ci parla del loro lavoro. Vi lascio quindi alle parole dei Gigantomachia :

-Innanzitutto salve e benvenuto nella Stanza B-151. Parlaci dei Gigantomachia. Come e quando è nato questo progetto?

Salve a tutti e grazie mille per la disponibilità. Allora, il progetto nasce nel Maggio 2015, da un mio vecchio sogno rimasto assopito fin troppo: Quello di dare vita ad una band Death.

-Avete un nome molto particolare...qualcosa di "titanico", com' è nato ?

Abbiamo voluto dare un nome epico alla band per un' unico ma corposo motivo: i nostri brani parlano delle leggende della nostra città natale, Alatri, un paesello nel cuore della ciociaria le cui origini affondato nella storia antecedente a quella romana. Infatti la leggenda narra che sia stata costruita dai Ciclopi ed era popolata dai Saturnini che, in futuro divennero gli Ernici. Nella guerra fra titani, c'è una parte in cui quest' ultimi ormai intrappolati nel tartaro, continuano la loro distruzione per mezzo dei giganti,e gli dei in loro difesa,si avvalgono dell'aiuto dei Ciclopi. Questa parte è chiamata "Gigantomachia". Per onorare la nostra città e le nostre antiche leggende, abbiamo voluto onorarla con un nome epico e ancestrale.

-Parlaci del vostro album, cosa ci dobbiamo aspettare ?

Tanta potenza sonora alternata con epicità e violenza. Abbiamo voluto creare un sound nostro, capace di spiccare tra un brano e l'altro, dando originalità ma allo stesso modo rimanendo costante sul genere. 

-Quali sono le tematiche principali dei vostri testi?

Le tematiche principali sono le leggende della nostra città, tutte a base di mitologia greca, la quale era molto costante prima dell'avvento della cristianità. ma parliamo anche di miti greci in generale, dando voce alle vecchie leggende che popolavano queste terre secoli or sono.

- C'è un argomento comune che fa da filo conduttore da cui traete maggiore ispirazione ?

Come già detto, la nostra ispirazione generale e' la nostra città antica e tutto ciò ne che gira intorno, per il nostro primo album abbiamo voluto parlare un po' di lei ma anche di mitologia in generale.

-Suonare "live": ha più importanza rispetto ai lavori in "studio" secondo voi ?

Suonare live fa benissimo! Da esperienza e quant' altro,infatti noi fortunatamente riusciamo a coprire parecchie date in un'anno, anche festival ed altro, pero' prima bisogna provare moltissimo e soprattutto trovare la giusta sintonia. Il lavoro in studio non è da meno, un' album registrato perfettamente è un' ottimo biglietto da visita per etichette e agenzie. Bisogna mostrare la qualità in primis.

-Vi muovete tra Melodic death metal, Doom/death ed Epic death metal, come mai la scelta di questa dimensione, che varia ed è palesemente variabile, ma che resta comunque sempre
legata alla scena Death ?

Inizialmente abbiamo voluto creare un suono death ma suonando assieme, siamo riusciti a dare epicità ai testi ed hai momenti solisti mentre per altri versi, riusciamo a dare quel tocco di pesantezza ed oscurità ai brani, una specie di break, rimanendo costante comunque alla linea death. La scelta di ciò è stata casuale, semplicemente ci è venuta fuori suonando e sinceramente, a noi e' piaciuta molto come cosa e abbiamo deciso di continuare su questa linea d'onda.

-Che ne pensi della scena metal italiana di oggi ?

La scena è piena zeppa di band, molte validissime, ma purtroppo in italia c'è un' enorme difetto: non c'è molta collaborazione ! Le band si fanno la guerra tra di loro, non c'è più sostegno reciproco. E' brutto da dire, ma e' la verità. Poi i locali non aiutano molto, veniamo spesso rimpiazzati da cover band oppure i locali non elargiscono un rimborso, quindi in generale è davvero difficile. Certo il discorso non vale per tutte, io personalmente conosco molte band con le quali c'è supporto reciproco e rispetto. La scena Italiana non ha nulla da invidiare al resto del mondo, a parte qualche festival. Se ci fosse più collaborazione e rispetto, sarebbe una  delle più grandi scene mondiali. Speriamo soltanto che diventi realtà al più presto.

-Quali sono le vostre band preferite?

Personalmente amo ogni band pesante, adoro i Death e i Cannibal Corpse, ma anche parecchie band italiane, come ADE, Fleshgod Apocalypse e Hour of Penance. I nostri chitarristi invece, sono appassionati di post harcore e simili, crescendo in una scena nu metal,vanno matti per disturbed, Avenged 7fold, Slipknot e altri. Il batterista invece e' più sul classico ma gli piace spaziare. Ultimamente e' in fissa con i Lacuna Coil.

-Vi ispirate a queste nella composizione dei vostri pezzi, o cercate altrove ciò che possa ispirarvi ?

Si, ognuno di noi viene da una scena diversa e, quando suoniamo proviamo a unire tutte queste influenze, dando vita ad un suono originale ma possente. La nostra più grossa fonte di ispirazione sono i Gojira per i tempi dispari, i Fleshgod (Apocalypse n.d.a.) per l'epicità e le line vocali e gli Ex Deo per dare un tocco di cattiveria al tutto.

-Progetti futuri ?

Stiamo firmando con un'agenzia di Booking e con un'etichetta, abbiamo già alcune date organizzate, tra cui un festival fuori dall'Italia.

-C'è qualche band in particolare con cui vorreste condividere il palco ?

Be' una di quelle citate prima sarebbe il top! Personalmente gradirei farlo con i Fleshgod, sono una band nostrana che ho sempre ammirato e rispettato e sarebbe grandioso riuscire a condividere stesso palco.


-Ringraziandovi per il tempo concessoci, lascio a voi la chiusura ed i saluti ai nostri lettori...

Ringraziamo di cuore voi per la disponibilità e i nostri lettori, spero che le vostre curiosità siano state sanate! Continuate a seguirci sui nostri canali che presto ci saranno enormi e succose novità!

Anthony

Band :
Gigantomachia

Line up :
Barabba (Bass)
Alessandro (Guitar solo)
Nicola (Drum)
davide (Ritmic guitar and vocal)

Genere :
Melodic death metal
Doom/death metal
Epic death metal

Paese : Italia

Città : Alatri (Frosinone)

Discografia :
"Ep" - (Ep 2016)

Contatti :
Facebook
E-mail Ufficiale
You Tube



domenica 1 gennaio 2017

LA NUOVA COMPILATION DI MISTER FOLK ORA DISPONIBILE !


DISPONIBILE ORA LA NUOVA COMPILATION DI MISTER FOLK CON SKYFORGER E ALTRE 20 BAND

È disponibile il quarto volume della compilation di Mister Folk, che ha lo scopo di diffondere la musica folk/pagan metal underground e non solo.
Quest'anno i gruppi selezionati per rappresentare il meglio della scena internazionale sono ben 21, tra cui spiccano gli Skyforger, ma anche alcune eccellenze italiane come la nuova band Scuorn, i Gotland che stanno per festeggiare i 10 anni di attività e gli ODR con il loro nuovo singolo.

Come per tutte le precedenti edizione, il fantastico artwork è stato curato dall'artista italiana Elisa Urbinati.

Ecco la tracklist della compilation:

1) Skyforger - Rāmava
2) SIG:AR:TYR - Northen
3) ODR - Fuochi Nelle Valli
4) Grimtotem - Kütral
5) An Theos - Chemarea Străbunilor
6) Scuorn - Fra Ciel' E Terr'
7) Song Of Chu - Yu Ren
8) Storm Seeker - Jack
9) Æxylium - The Blind Crow
10) Heather Wasteland - The Sverd
11) Gotland - Traitor Or Savior
12) Goblin Hovel - The Menace
13) Helroth - To Forgotten Gods
14) Illdåd - Moder Natur
15) Ulfsark - Flames Of War
16) Harmasar - Porcu
17) Tears of Styrbjørn - Years Of Victory
18) Yomi - Fires Of War
19) M.A.I.M. - Freedom Tank
20) Boisson Divine - Sent Pencard
21) Bloodshed Walhalla - Drangon's Breath (Bathory cover)

La compilation è SCARICABILE GRATUITAMENTE DA QUI
Mister Folk
Elisa Urbinati Illustration

A BREVE LA RECENSIONE COMPLETA QUI NELLA STANZA B-151 !!