giovedì 4 dicembre 2014

"FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?" - Recensione 6

E rieccomi, dopo poco più di un mese, di nuovo nella mia "stanza più buia", per una nuova recensione. Il termine "Weird", è traducibile dall' inglese, letteralmente come "Bizzarro", ma, anche "Fatale", cosa già weird di per sé, ma forse, non è per niente bizzarro, il fatto che il termine "Weird", venga sempre, in qualche modo, accostato, legato all' horror. Cosa non sempre vera a dire la verità, e, a supportare questa tesi, mi appresto a recensire questo "FF.SS." - Cioè: "...che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?" Titolo già weird di per se, con queste "FF.SS.", che stanno per "Federico Fellini Sud Story" ed una trama che è presto detta : Renzo Arbore (regista del suddetto film) e Luciano De Crescenzo, che interpretano se stessi, sono in auto cercando l' idea geniale per realizzare un film, quando ecco che un semaforo rosso, li costringe a fermarsi proprio sotto la casa di "Federico Fellini", dove, un colpo di vento, fa volare via il copione a cui il genio della sceneggiatura stava lavorando, che finisce proprio sull' auto di Arbore e De Crescenzo, i quali, non perdono tempo nel raccogliere i fogli, dandosi poi alla fuga, gridando al miracolo. Ora i due si mettono al lavoro sul film in questione, forti di un nome di tale peso. Il film narra la vicenda di Lucia Canaria, cantante in erba, che cerca il successo, accompagnata dal manager "Onliù Caporetto", interpretato dallo stesso Arbore, che teme di diventare il pappa di alcune attricette di poco conto, perché "parente" di Ciriaco De Mita. Le weirdate da ora in poi non si fanno attendere, ma, anzi, cercano di stupire e creare un senso si assurdità al film, sempre maggiore, tant' è che persino Roberto Benigni, che interpreta "Lo Sceicco Beige", ad un certo punto esclama "Che razza di film è questo, io non lo so!". Tra presentazioni del Festival di Sanremo, nei bagni pubblici e barzellette su televisioni locali. Spesso la narrazione, viene interrotta dall' arabo "Armand", che deve spiegare il film in lingua araba, ma creando gag sullo stile napoletano, imitando malamente gli arabi. Tutta la componente weird, è gestita in modo da essere un attacco alla società del "volere", del ricercare "il successo" ad ogni costo. Si ricalcano pesantemente gli stereotipi tipici italiani, come quel "Io sono di Napoli, ma non si vede", oppure la Milano nebbiosa fino all' inverosimile, che giustifica la frase di un cittadino, che cammina con una lama in mano, dicendo "C'è una nebbia della madonna che si taglia col coRtello" e che è invasa dagli emigranti del sud Italia, che si prestano a fare qualsiasi tipo di lavoro, come quello sdraiato per terra, che dice "Io sono quello che quando uno casca per terra a Milano, la gente non si ferma nemmeno per aiutarlo, mi paga l'ente del turismo !", ma non solo, si prosegue sulla falsa riga degli stereotipi, anche quando Arbore, nelle vesti di regista "grande finto artista", rimprovera il suo aiutante di colore, che risponde "Lei mi rimprovera perché io sono negro" e lo vediamo cercare di discolparsi, poco dopo aver pesato dei seni : "Io ti avevo chiesto 48 chili di tette, ma 48 tette di 1 chilo l' una, non 1 di 2 chili e 300, un' altra di 1 chilo e 200..." e così, tra le improbabili televendite de "Le facce di Fellini" e lo spot dell' insetticida, dove gli insetti divorano un uomo seduti educatamente a tavola, cosa che poco dopo vedrà il suo esatto opposto, quando un uomo mangerà in modo, veramente vomitevole, in una taverna romana. Che dire, via via, risate e gag più impossibili che surreali, si aggiungono numerosissimi camei di attori e personaggi dello spettacolo italiano, come ad esempio Gigi Proietti, Pippo Baudo e Massimo Troisi, giusto per citarne alcuni. La cantante Lucia Canaria "che t' en n' ugola tanta", ha la visione di Sofia Loren, che le da dei consigli su come riuscire finalmente a sfondare, Lucia avrà infine la sua occasione al vero Festival di Sanremo, dopo essere stata arrestata per colpa di Andreotti ed essere stata investita da Bobby Solo, interpretato da se stesso. Una commedia molto divertente e intrisa di riferimenti e significati nascosti, capace di donare allo spettatore attento e sufficientemente "acculturato" (Sotto-cultura, per carità, ma non solo, io mi lascerei uno spiraglio !), attimi di vero divertimento e qualche riflessione post-gag. Assolutamente consigliato se non si era capito !
                                                                                                                       
                                                                                                                          Anthony