lunedì 21 agosto 2017

Agglutination Metal Fest, da 23 anni, sulla cresta dell' onda !


A cura di Anthony

Attenzione : Live Report disponibile anche sul sito All Around Metal

Finalmente ! Aspettavo con trepidazione l' edizione 2017 dell' Agglutination Metal Fest, che anche quest' anno si riconferma come il più grande ed importante festival metal del sud Italia, con un bill di tutto rispetto. Tanti ormai sono i grandi nomi che si sono succeduti sul palco dell' Agglutination, come Cannibal Corpse, Marduk, Edguy, Obituary, addirittura Carcass e Therion, e tantissime altre band internazionali. Quest'anno, è stata la volta di Sodom e Venom, ma andiamo per ordine.
Arrivo con un certo ritardo a Chiaromonte (PZ), ed è già un' emozione rivedere la collina sulla quale sorge la cittadina. La campagna circostante e la grande ospitalità di queste persone, che una volta all' anno si ritrovano la città bloccata ed invasa da capelloni metallari ! A proposito di questo, perdo ancora un po' di tempo per trovare un parcheggio, ma finalmente riesco ad arrivare al campetto della scuola, proprio durante lo show degli IN.SI.DIA, che con il loro Thrash-Hardcore, deliziano i presenti e, propongono addirittura una cover della leggendaria band torinese dei “Negazione”, ovvero “Tutti Pazzi”. Una bellissima sorpresa, e se questi sono i propositi, mi rammarico di non essere riuscito ad assistere alle performance delle band precedenti, cioè Memories of a Lost Soul, Ghost of Mary, Assaulter e Gravestone, ma poco male, il pubblico sembra rilassato e già divertito, quindi sono certo che siano state grandiose.
Gli IN.SI.DIA scendono dal palco poco dopo, giusto il tempo di posizionare strumenti e suoni, ed è pronto il tabellone di quella che sarà la vera rivelazione di questo Agglutination, il primo dei Main Events della serata, ovvero i “White Skull”, che con tanto di teschio bianco sotto al microfono principale, fanno la loro entrata a luci basse, uno ad uno. Ciò che colpisce immediatamente, è inutile negarlo, sono i capelli biondi della bella Federica, ma imbracciate le asce, la band inizia a far vedere di che pasta sono fatti. Lo show è grandioso, io conoscevo già questa band di nome, ma non mi era mai capitato di ascoltarli dal vivo e devo dire che mi hanno lasciato a bocca aperta. L' ugola della singer mescola un pulito in pieno stile Thrash metal, con uno scream acido e perfettamente integrato nel pezzo, i cori sono perennemente ben dosati ed entrano in gioco solo quando ne è richiesta la presenza, tastiere perfette, per niente invadenti (come ahimé, capita spesso con altre band dotate di Keyboards), ma soprattutto, gli eccezionali e mastodontici assoli di Danilo. Qualcosa da lasciare sconcertati, faceva cantare quella Ibanez che sembrava un misto tra Maria Callas e Sasha Grey, ma con la grazia e la sensualità di Grace Kelly e Simone Simons, qualcosa che mi ha lasciato senza parole, composizioni da orgasmo ed una tecnica ostentata senza arroganza, né aria di superiorità, ma anzi, insieme alla stimolazione assolutamente erotica di certe note che facevano tremare i clitoridi delle donzelle presenti, trasmetteva anche tanta riconoscenza per gli applausi che giustamente ricevevano e la contentezza e l' orgoglio, di essere li su quel palco, con la propria musica. Una band come tutte dovrebbero essere. Conclusasi la performance dei White Skull, perfettamente, così come era iniziata, si riaccendono le luci, per dare il tempo ai tecnici di fare il loro lavoro sul palco ed al pubblico di ristorarsi ai vari stand sempre presenti ad ogni edizione e di usare gratuitamente i bagni, messi a disposizione dalla grande organizzazione del festival, ed il palco si colora d' azzurro, con un immenso logo che capeggia sul palco, una parola “Sodom” ed il pubblico si affretta a prendere il proprio posto in prima fila per il secondo Main Event. Così il boato accoglie Tom Angelripper e company e si inizia immediatamente a martellare. I Sodom sono una vera e propria macchina da guerra, inarrestabili continuano a macinare accordi in up, mentre il pubblico poga e qualcuno si fa lanciare oltre le transenne. Dopo circa 5 brani eseguiti dalla band, si rompe una corda al basso di Angelripper e bisogna attendere la sostituzione, mentre il frontman intrattiene la folla che al grido di “Sodom, Sodom”, attende impaziente che sia tutto in ordine per riprendere il delirante pogo che partirà immediatamente dopo e che porterà la band ad eseguire i pezzi storici e più amati, come “M16”, “Blasphemer”, “Agent Orange”, “Ausgebombt”, “Nuclear Winter”, “Remember the Falling” e soprattutto le monumentali “City of God” e “Napalm in the Morning”, con il palco che si colora di rosso acceso, blu e giallo quando occorre. Pian piano anche i Sodom giungono al termine, ed il momento che tutti aspettavano è praticamente giunto. Lo storico logo dei Venom viene issato, con tanto di satanasso sul retro della batteria e quando si calano le luci, ecco che dal lato sinistro del palco, Cronos, Rage e Danté fanno la loro comparsa. Devo dire che il pubblico, forse per la stanchezza, si era raffreddato un pochino, nonostante le continue incitazioni di Cronos, che si lascia andare ad una fecciatina nei confronti di quei “Venom Inc.”, tenendoci a ribadire che esiste soltanto una band chiamata Venom, ed è quella che sta suonando su quel palco quella sera. Così anche il pubblico ritrova le forze e, nonostante resti leggermente impalato senza un pogo o a grandi acclamazioni, esplode letteralmente durante i grandi classici della band, come “Countess Bathory”, la leggendaria “Black Metal” ed il colpo finale, è un vero pezzo di storia, cioè “In League with Satan”. Un' ora e mezza abbondante che è la ciliegina sulla torta di un festival magnifico, che di anno in anno porta prestigio al metal in Italia ed in particolare al Sud, sempre troppo dimenticato dai grandi eventi. Peccato che Cronos non si conceda a foto o autografi con i fan, ma preferisce scappare subito, senza neanche rilasciare una dichiarazione a noi giornalisti, ma tant' è, il caro vecchio dio del tempo è così, o lo si odia o lo si ama, ma devo dire che questa sera, con la sua band, colonna portante del metal mondiale, si è fatto apprezzare non poco !
Grazie immenso all' organizzazione e a tutti quelli che hanno permesso tutto questo. All' anno prossimo per un nuovo Agglutination !


Anthony



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