mercoledì 12 aprile 2017

Scuorn - Parthenope - Recensione Album #15



A cura di Artic

Parthenope è l’album di debutto dei napoletani Scuorn.
E’ doveroso un accenno al concept generale della band essendo questo il primo full-lenght dopo la demo Fra Ciel’ E Terr’ nel 2008, stesso anno della nascita ufficiale della band.
Napoli è fra le città storiche più influenti nei passati secoli della penisola italica e come tale racchiude storia, arte, miti e leggende proprie del proprio excursus storico.
E’ proprio questo il target della band partenopea, mantenere vivo il ricordo di una tradizione forse in declino con l’avanzare delle ere moderne, ma che in questo album e soprattutto in questa band, trova un pregiato tributo.
A detta della band definiscono il loro genere “Parthenopean Epic Black Metal”, il che potrebbe certamente trarre in inganno un ascoltatore medio di primo pelo.
Non abbiamo certo a che fare con una produzione scadente e nemmeno di inesperti musicisti si parla, la definizione da loro stessa affibbiata al loro progetto è qualcosa di vero e certamente non frutto della fantasia dei membri.
Il progetto Scuorn enfatizza le dinamiche tipiche del Black e della propria terra d’origine ed intervallando ed amalgamando sonorità Epic fino alla creazione di un connubio perfetto di aggressività ed introspezione.
E’ questo ciò che ispira Parthenope sin dalle prime note, un esoterico ambiente tempestato dall’aggressiva volontà di una storia che non vuole morire.
Parthenope è un disco da ascoltare tutto d’un fiato tanta è la carica che trasmette ogni singolo brano, sono infatti pregevoli le scelte melodiche durante la stesura, accompagnate da una sequenza orchestrale la quale dona spessore e lustro ad una produzione già di altissimo livello.
Menzione d’onore va anche all’utilizzo frequente e perfettamente amalgamato di strumenti tradizionali della musica napoletana che si sposano perfettamente con il pressante Black che fa in ogni caso da padrone in tutto il disco che si avvale di un growl davvero ben costruito il quale dona il giusto impatto all’intero comparto delle lyrics in dialetto napoletano.
L’intero album gode di un ascolto estremamente fluente alternando picchi di aggressività e pathos, con una onnipresente linea melodica tipica dell’antica canzone napoletana, target preannunciato dalla band e pienamente rispettato, regalando così alla scena del Black moderno una novità davvero inaspettata adatta non solo ai neofiti del genere ma ad ogni categoria di ascoltatore di tale genere, non esiste una versione in cui Parthenope potrebbe deludere l’ascoltatore, tuttavia è un lavoro totalmente sconsigliato a chi ricerca il grezzo dei primi anni del Black, qui infatti la cura dei dettagli e delle armonie è maniacale come anche quello delle orchestrazioni.
Anche la produzione in studio è di altissimo livello, vale la pena considerare che Parthenope è stato partorito nella stessa sede in cui artisti del calibro dei Fleshgod Apocalypse hanno adottato per le loro sessioni in studio, su questo fronte quindi si sfiora l’impeccabilità ed una professionalità di enorme rilevanza.
E’ un lavoro tecnicamente impeccabile, tuttavia senza grandi picchi, l’intero plot si mantiene su un livello tecnico estremamente elevato ed attento al dettaglio come anche alla pulizia del suono, battute, tempi, armonie, sono tutte al posto giusto, in una produzione di questo calibro tuttavia questo risulta essere un ulteriore punto a favore, è un composto omogeneo di alto livello nel quale la band si fa degna di questo nome eliminando qualsiasi parte predominante sull’altra dando una nuova luce al concetto secondo la quale non serve virtuosismo per definire degli ottimi musicisti, in Parthenope tuttavia l’elemento di spicco è da definire proprio nelle orchestrazioni, è incommensurabile il lavoro sulla stesura di queste parti, il quale può essere doppiamente apprezzato nel disco bonus ove presente la versione interamente orchestrale del disco.
Le somme sono davvero ottime, Parthenope si guadagna un voto prossimo al massimo, perfezione inficiata da scelte melodiche nei riff di chitarra leggermente ripetitive, che ad un orecchio poco critico potrebbero risultare inesistenti, il che in ogni caso non inficia in nessun modo l’apprezzamento totale di questo disco.
Questo è uno di quei rari casi in cui una recensione non potrebbe effettivamente coprire il valore intrinseco di tutta l’opera, tale è il concept e la maniera in cui viene edificato musicalmente che ogni parola è superflua, disco consigliato e da riascoltare più volte per carpirne le varie sfaccettature.

VOTO 95/100

Artic

Band : Scuorn

Line up : Giulian - Vocals, All Instruments & Orchestral Arrangements

Genere : Parthenopean Epic Black Metal

Paese : Italia

Città : Napoli

Discografia :
Fra ciel' e terr' Demo 2008 
Fra ciel' e terr' Single 2016 
Parthenope    Full-length 2017

Contatti :




Nessun commento:

Posta un commento