sabato 6 maggio 2017

Dyrnwyn - "Ad Memoriam" Recensione Album #16


A cura di Margoth

Continua oggi l'ondata folk della "stanza più buia" con i Dyrnwyn, il gruppo Pagan/Folk Metal romano nasce nel 2012 e realizza un demo dal titolo "Fatherland" seguito dal loro primo EP rilasciato nel 2015, "Ad memoriam". Ogni volta che ho la fortuna di ricevere a casa un CD, immediatamente vengo assalita dalla voglia di piombare in camera ad ascoltarlo trascurando tutto ciò che magari stava impegnandomi l'attimo prima, ancor di più se tra le mani poi mi ritrovo un album folk o folk metal. Oggi a far da colonna sonora alla mia giornata sono i Dyrnwyn. Il mio occhio cade subito sul logo dal font ben pensato, che lascia trapelare qualche tematica che, successivamente scoprirò se affrontata o meno, curato nei minimi dettagli, in risalto su un artwork di non minore importanza. All'interno troviamo un booklet da sei pagine in cui sono presenti tutti i testi delle canzoni, una foto molto suggestiva, capace di rievocare il potente spirito folk caratterizzante della formazione ed i ringraziamenti, la grafica, inoltre, è curata da Gianmarco Colalongo. Come quasi sempre del resto, se la parte grafica riesce ad ammaliarmi ed i testi a catturare la mia attenzione, le aspettative musicali sono molto alte, infatti, non impiego molto tempo per dedicarmi all' ascolto musicale. La prima track è una intro strumentale sinfonica, introdotta da un incombente temporale incorniciato da flauti e chitarra che si susseguono lentamente, quest'ultimo introduce il secondo brano "Sangue fraterno", in cui è narrato il conflitto tra Romolo e Remo, la musica è caratterizzata da un tema principale in cui il flauto, l'assoluto padrone del pezzo, riesce a protrarre la sua melodia nella mia testa anche dopo l'ascolto degli altri brani e che introduce un alternarsi di scream e growl vocali con un doppio pedale incessante e una fisarmonica molto interessante. Il terzo brano "Sigillum" lancia un prorompente manifesto anticristiano, la voce di Thanatos col suo potente e rabbioso scream/growl permea sete di vendetta e rancore, talmente vivo da innalzare un inno pagano pregno di sangue e lotte di riscatto. Questa scena aspra e cruenta lascia però spazio ad un momento molto leggero e toccante presente nel pezzo, conferitogli dal commovente e ben interpretato narrato, che si lega amabilmente alle melodie malinconiche di flauto e chitarre. A seguire Tubilustrium, brano in cui le atmosfere ritornano gloriose ed eroiche e in cui è rievocata l'atmosfera di festa che precedeva l'inizio delle campagne militari romane. Il forte amore per la propria patria e la voglia di conquista di nuove terre riecheggia chiaramente dai toni epici delle orchestrazioni che impregnano il folk dei Dyrwyn in un dinamico crescendo inizialmente dolce e ammaliante grazie all'arpa e che poi esplode in un susseguirsi di scontri all'ultimo sangue tra batteria, chitarra e cori in latino, (caratteristica che ho apprezzato molto e presente anche in altri brani), che ci permettono di rievocare in modo ancor più empirico e realistico i gloriosi e facoltosi tempi dell' antica Roma. "Ultima quiete" completamente strumentale annuncia con le sua struggente cornamusa quella che sarà la catastrofe più assoluta in "Teutoburgo", dove si narrerà della disfatta di Varo, una delle battaglie più gravi che vide i romani subire una dolorosa sconfitta contro i germanici nel 9 d.C. Musica violenta, aggressiva ma che racchiude in se grande rammarico e sofferenza per il colpo ricevuto “Marte! Perché ci hai abbandonato?” è l'ultimo urlo sofferto con cui si conclude il viaggio dei nostri Dyrnwyn nell' antica Roma. "Ad Memoriam" è un tuffo nel passato, fatto di glorie, vittorie ma anche sconfitte che i Dyrnwyn hanno saputo narrare e rievocare sonoramente in maniera sapiente e suggestiva avvalendosi di suoni interessanti e ben prodotti. Guerre, lotte e scontri per riacquisire la propria gloria e dignità sono il giusto sentimento revanscista, che dovremo provare anche noi oggi nella società moderna, magari non in senso letterale ed evitando scontri bellici *risata*; ideale che anche il metal a suon di pogo e calci in faccia *risata* ha bisogno di riprendere per tornare in auge così come lo era un tempo. I Dyrnwyn sono uno dei tanti gruppi che probabilmente ha lo spirito giusto per farlo. Non mi resta che dare un voto a questo splendido lavoro.

Voto 8/10.

Margoth
Band : Dyrnwyn

Line Up : 
Ivan Cenerini (basso)
Alessandro Cerus Mancini (chitarra solista)
Ivan Coppola (Batteria)
Michelangelo Iacovella (tastiera)
Daniele Biagiotti (voce)

Genere : Pagan Metal, Folk Metal, Viking Metal, Death Metal, Thrash Metal

Paese : Italia

Città : Roma

Discografia :
"Fatherland" - Demo (2013)
"Ad Memoriam" - Ep (2015)

Contatti : 


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