sabato 17 settembre 2016

Martyrs - Recensione #27



A cura di Anthony

Ho visto molte recensioni di questo “Martyrs”, film francese del 2008 di Pascal Laugier, e tutte parlavano di quanto fosse bello, di quanto fosse sensazionale. Non avevo mai letto niente della trama prima di vederlo, nulla, ho evitato ogni spoiler, ogni riferimento proprio al tema stesso trattato, proprio perché volevo godermelo frame per frame. In effetti, mi sono trovato un film che è totalmente qualcosa di inaspettato. Parte come un film sui bambini abbandonati, qualcosa alla “Orphan” per fare un esempio, per poi apparire come un horror blockbuster di serie B. Non avete idea di quanto questo sia lontano da ciò che Martyrs è realmente !
Io... vorrei cercare di non fare spoiler, ma dovrei chiudere qui la recensione e smettere di scrivere in questo momento... ma non posso farlo, non posso farlo perché ho delle cose da dire su questa pellicola, cose che non ho mai trovato in nessun altra recensione e non mi spiego il motivo, sinceramente.
Innanzitutto, partiamo dalla trama : Una ragazzina, Lucie, scappa via da un vecchio capannone abbandonato, mezza nuda, piena di ferite, mentre piange e chiede aiuto. Subito dopo, vediamo una ripresa, forse della polizia o di una troupe televisiva, che mostra dove Lucie è stata tenuta segregata per più di un anno. Una stanza buia, una sedia forata e delle catene, poi ci viene detto che nonostante le violenze subite, non ha subito abusi sessuali. Quindi degli aguzzini, hanno tenuto la ragazzina in un posto dimenticato da Dio, per torturarla e sfogare su di lei ogni tipo di violenza ma, che stranamente, non l' hanno violentata. Lucie viene data in affidamento ad una specie di ospedale psichiatrico infantile, dove farà amicizia con Anna, un' altra bambina ospite del centro, che le starà molto vicino e la aiuterà a superare lo shock per il trauma subito e le starà vicino per il suo autolesionismo. Dopo di ciò, avremo un salto temporale di ben quindici anni e vedremo una famiglia felice fare colazione in stile “mulino bianco” e, quando suoneranno alla porta, la favola avrà fine, perché qualcuno fa irruzione in casa con un fucile da caccia e stermina la famiglia. E' Lucie, che subito dopo telefonerà ad Anna, dicendole che era sicura, che erano stati loro, proprio quella famiglia a torturarla quindici anni prima, ed infatti, mentre Anna cerca di ripulire il massacro fatto da Lucie, trova (in una scena raccapricciante), un' altra ragazza incatenata e ridotta a larva, nel sotterraneo di questa casa, e la libera provando a salvarla, a curarla e liberarla dall' incubo, confermando quindi, ciò che diceva Lucie.
Quindi ? Tutto qui, film finito ? E no, se così fosse, il film sarebbe durato dieci, quindici minuti scarsi, invece no, c'è dell' altro... eccome !
Con una regia veramente particolare e dinamica, il film non annoia, non da momenti in cui puoi pensare di aver compreso dove andrà a parare, perché nel momento in cui arrivi a pensarlo, allora ecco che il film cambia totalmente registro narrativo. Cambia tutto, il ritmo, la regia, persino la fotografia, con continui colpi di scena originali e del tutto inaspettati. La trama principale stessa è terrificante... sapete quante persone scompaiono nel mondo ogni anno, senza lasciare traccia ? Una infinità, basta fare una rapida ricerca su google per rendersene conto. Tra vittime politiche, vittime di sadici assassini... e quindi, è possibile anche questo, anche una storia come quella di Martyrs, che odora di “deep web” e sadismo su commissione, tipo snuff movie. Un argomento certo, fin troppo trito e ritrito nel cinema horror, ma che ha sempre un certo fascino tutto particolare. Quindi, il fatto che sia tutto “possibile”, tutto “reale” e la cronaca spesso ci riporta purtroppo, casi di rapimenti e violenze, rende il tutto più spaventoso... ma non sarebbe niente, se non fosse per la grande maestria con cui il film è realizzato.
Purtroppo mi devo trattenere, perché ogni parola di troppo che dico, può rovinarvi una sorpresa fantastica... Vi dico solo che ad un certo punto del film, la figura di Pinhead ha iniziato a darmi dei colpetti di gomito nel fianco. Si, perché il richiamo ad Hellraiser è palese.

Non vi sto a raccontare altro della trama, ma il raggiungere “uno stato di illuminazione”, ascendere, ad un livello trascendentale di coscienza, a metà tra vita e morte e quindi, una dimensione dove il dolore non è più sofferenza estrema, ma un modo per elevarsi, un mezzo per ascendere ad un livello di coscienza dove il dolore si fonde e si confonde, dove il tutto è un martirio, come dice il titolo stesso... Ora però non saprei davvero che altro dire senza rovinarvelo... quindi a malincuore, chiudo qui... sappiate solo che è un Horror nel vero senso della parola, spaventoso, terrificante, profondo e non si tratta di uno splatter, non è un Torture Porn, assolutamente no, non lasciatevi ingannare dalle descrizioni, non è un film d' esploitation, è uno shock movie a mio avviso, ma non per l' estremismo visivo... l' estremo raggiunto da Martyrs è di altro tipo... Vedere per credere...e comprendere !

Anthony  

Nessun commento:

Posta un commento