domenica 12 gennaio 2020

Karma Shock - Human Landscape - Recensione Album #28



Cosa succede se uniamo i Joy Division con i Daft Punk, i Depeche Mode, tonnellate di Synthpop, vaporwawe, elettronica e gocce di EBM, Ambient e Techno? Ecco che abbiamo i Karma Shock, un duo italiano che ha attirato l’attenzione della scena, grazie a questo “Human Landscape” ed alle atmosfere degli anni ’80 che sono tornate prepotentemente ad imporsi nel panorama moderno. Qui tuttavia, non ritroviamo per l’ennesima volta il solito disco nostalgico di una scena musicale underground, tanto cara alle anime oscure dagli anni ’80 ad oggi, ma anzi, troviamo pezzi che sono in grado di riscoprire una freschezza e modernità sia sonora che compositiva, che ben si sposa con il genere proposto. Già dalla copertina ci rendiamo conto che questo è un duo che mastica bene la materia e che non si tratta dei soliti appassionati, improvvisatisi esperti, perché il disagio che trasuda da questa immagine, muta, privata persino del logo e del titolo, racconta di un mondo che pensando di essere nel futuro, non si accorge di essersi sempre più de-umanizzato, la trasformazione di manichini di plastica che cercano sesso e “perfezione” artificiale, ciechi a tutto il resto, ciechi persino alla loro condizione. Condizione espressa perfettamente nel ritmo da pista di “Everyday”, amplessi androgini e coscienze annebbiate, corpi di cui resta soltanto un affannarsi e strusciarsi l’un l’altro al centro della pista; per non pensare, per trascendere al livello superiore di “Dance with myself”, dove il Synth-pop è una discesa su cui scivolare, un percorso nello spazio su una striscia di terra, che non sappiamo dove ci porterà. Basta chiudere gli occhi per ritrovarsi a viaggiare con tanto di scia del delay. Mi lascia un po’ spiazzato la vena industrial di “Work” che va ad unirsi con un synth acido, malevolo, al limite del fastidio, ma è lì che ne comprendi la grandiosità, perché “Human Landscape” è un album che, seppur non compatto ed omogeneo, sicuramente si basa su un unico pensiero e riesce a trasmettere oscurità, disagio, creando mondi fatti di plastica dove tutto si ripete e si fonde, prende forme che si susseguono all’infinito e spaventano, nel loro proseguire senza una meta nello spazio che ci è dato di visitare, ma se siamo vivi e tutto intorno a noi esiste, grazie a questo susseguirsi di “lavoro” insopportabile, sempre uguale, industriale, giorno, dopo giorno e la cosa è spaventosa, per quanto “familiare”.
I “Karma Shock” sono stati una bella scoperta quindi, un debutto da non lasciarsi scappare, soprattutto se si ama il genere, un post-punk molto elettronico e synth-oriented, molto diverso dall’oscurità di band come “Suspiria” o i “The Cure” di “Pornography” e “Faith”, più vicino a realtà come i “Clan of Xymox” e i già citati “Depeche Mode”, ai cui fan, consiglio di tenere sott’occhio questa band, aspettando i lavori futuri.
Anthony

Band : Karma Shock
Album : Human Landscape
Anno : 2019
Paese : Italia
Città : Milano/Rimini
Membri : Piero Cocozza: chitarra, voce, sintetizzatori
.               Antonio Induddi: basso
Tracklist: 1. My secret world
                2. The pain
                3. Finally
                4. Everyday
                5. Dance with myself
                6. This is not a way
                7. Work
Contatti : karmashockofficial@gmail.com
                  Bandcamp
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giovedì 2 gennaio 2020

Top 10 2019 !

Anche se con un briciolo di ritardo, anche quest'anno voglio pubblicare quella che secondo noi della Stanza B-151, è la classifica dei migliori album metal dello scorso anno !
Ovviamente, è da ritenersi del tutto personale e non da prendere alla lettera, questa lista è stata composta basandosi sui gusti e le competenze del sottoscritto, senza che ciò ritrovi un reale riscontro nell'oggettività.
Anthony

1- Ison - Inner-Space



Sono partiti a bordo della navetta rossa nel 2019 e, chissà quando rimetteranno piede sulla Terra gli Ison capitanati dalla splendida ed enigmatica Heike Langhans,
già voce dei Draconian, che non trova pace su questo pianeta e così, tra vari progetti come :LOR3L3I: e altri lavori personali, parte attraverso lo spazio siderale con un album magnifico, magistrale, dopo l'ottimo, eccellente "Cosmic Drone" e il bellissimo, magistrale "Andromeda Skyline", gli Ison arrivano al terzo album che tocca picchi mai esplorati dello spazio e dell'animo umano. Un viaggio astrale interminabile attraverso il cosmo, lontani il più possibile dal proprio corpo, alla ricerca di ciò che ci rende umani e della comprensione di ciò che ci circonda. Assolutamente magnifico!


2- Strigoi - Abandon All Faith


Ne ho sentite di ogni su questo progetto, sarà che portano il pesante marchio di "Gregor Mackintosh" una delle massime autorità in ambito metal estremo, e allora
tutti a dire "ce n'era bisogno?"; "A cosa serviva questa nuova band ?", io invece dico sì, c'era bisogno, evidentemente è stata una boccata d'aria, uno spiraglio di libertà per gli artisti, già troppo incanalati e costretti nei progetti principali, e qui finalmente hanno potuto liberarsi, sfogarsi, essere maligni, cattivi, pesanti e distruttivi, creando un immaginario oscuro, un mondo tetro fatto di death metal e macchie d'inchiostro, senza cannare un singolo pezzo, ma imponendosi con uno degli album estremi, più interessanti della scena attuale.

3- Opeth -  In Cauda Venenum


Gli Opeth ormai sono una garanzia, è impossibile che propongano un album brutto e personalmente credo che non siano proprio in grado di realizzarlo, anche volendo! E' vero che sono cambiati, che hanno mutato, si sono addolciti, si sono incazzati, hanno cambiato immaginario, forma e modi di fare, ma non è una opinione il fatto che cambiando l'ordine dei fattori, il risultato non cambia, quindi gli Opeth non si discutono: si amano. 


4- Fleshgod Apocalypse - Veleno


5- Mgła - Age Of Excuse


6- Borknagar - True North


7- Abbath - Outstrider


8- Slipknot - We Are Not Your Kind


9- Alchest -  Spiritual Instinct


10- Gastir - Ghosts Invited