A cura di Anthony
Ho visto molte recensioni di questo
“Martyrs”, film francese del 2008 di Pascal Laugier, e tutte
parlavano di quanto fosse bello, di quanto fosse sensazionale. Non
avevo mai letto niente della trama prima di vederlo, nulla, ho
evitato ogni spoiler, ogni riferimento proprio al tema stesso
trattato, proprio perché volevo godermelo frame per frame. In
effetti, mi sono trovato un film che è totalmente qualcosa di
inaspettato. Parte come un film sui bambini abbandonati, qualcosa
alla “Orphan” per fare un esempio, per poi apparire come un
horror blockbuster di serie B. Non avete idea di quanto questo sia
lontano da ciò che Martyrs è realmente !
Io... vorrei cercare di non fare
spoiler, ma dovrei chiudere qui la recensione e smettere di scrivere
in questo momento... ma non posso farlo, non posso farlo perché ho
delle cose da dire su questa pellicola, cose che non ho mai trovato
in nessun altra recensione e non mi spiego il motivo, sinceramente.
Innanzitutto, partiamo dalla trama :
Una ragazzina, Lucie, scappa via da un vecchio capannone abbandonato,
mezza nuda, piena di ferite, mentre piange e chiede aiuto. Subito
dopo, vediamo una ripresa, forse della polizia o di una troupe
televisiva, che mostra dove Lucie è stata tenuta segregata per più
di un anno. Una stanza buia, una sedia forata e delle catene, poi ci
viene detto che nonostante le violenze subite, non ha subito abusi
sessuali. Quindi degli aguzzini, hanno tenuto la ragazzina in un
posto dimenticato da Dio, per torturarla e sfogare su di lei ogni
tipo di violenza ma, che stranamente, non l' hanno violentata. Lucie
viene data in affidamento ad una specie di ospedale psichiatrico
infantile, dove farà amicizia con Anna, un' altra bambina ospite del
centro, che le starà molto vicino e la aiuterà a superare lo shock
per il trauma subito e le starà vicino per il suo autolesionismo.
Dopo di ciò, avremo un salto temporale di ben quindici anni e
vedremo una famiglia felice fare colazione in stile “mulino bianco”
e, quando suoneranno alla porta, la favola avrà fine, perché
qualcuno fa irruzione in casa con un fucile da caccia e stermina la
famiglia. E' Lucie, che subito dopo telefonerà ad Anna, dicendole
che era sicura, che erano stati loro, proprio quella famiglia a
torturarla quindici anni prima, ed infatti, mentre Anna cerca di
ripulire il massacro fatto da Lucie, trova (in una scena
raccapricciante), un' altra ragazza incatenata e ridotta a larva, nel
sotterraneo di questa casa, e la libera provando a salvarla, a
curarla e liberarla dall' incubo, confermando quindi, ciò che diceva
Lucie.
Quindi ? Tutto qui, film finito ? E no,
se così fosse, il film sarebbe durato dieci, quindici minuti scarsi,
invece no, c'è dell' altro... eccome !
Con una regia veramente particolare e
dinamica, il film non annoia, non da momenti in cui puoi pensare di
aver compreso dove andrà a parare, perché nel momento in cui arrivi
a pensarlo, allora ecco che il film cambia totalmente registro
narrativo. Cambia tutto, il ritmo, la regia, persino la fotografia,
con continui colpi di scena originali e del tutto inaspettati. La
trama principale stessa è terrificante... sapete quante persone
scompaiono nel mondo ogni anno, senza lasciare traccia ? Una
infinità, basta fare una rapida ricerca su google per rendersene
conto. Tra vittime politiche, vittime di sadici assassini... e
quindi, è possibile anche questo, anche una storia come quella di
Martyrs, che odora di “deep web” e sadismo su commissione, tipo
snuff movie. Un argomento certo, fin troppo trito e ritrito nel
cinema horror, ma che ha sempre un certo fascino tutto particolare.
Quindi, il fatto che sia tutto “possibile”, tutto “reale” e
la cronaca spesso ci riporta purtroppo, casi di rapimenti e violenze,
rende il tutto più spaventoso... ma non sarebbe niente, se non fosse
per la grande maestria con cui il film è realizzato.
Purtroppo mi devo trattenere, perché
ogni parola di troppo che dico, può rovinarvi una sorpresa
fantastica... Vi dico solo che ad un certo punto del film, la figura
di Pinhead ha iniziato a darmi dei colpetti di gomito nel fianco. Si,
perché il richiamo ad Hellraiser è palese.
Non vi sto a raccontare altro della
trama, ma il raggiungere “uno stato di illuminazione”, ascendere,
ad un livello trascendentale di coscienza, a metà tra vita e morte e
quindi, una dimensione dove il dolore non è più sofferenza estrema,
ma un modo per elevarsi, un mezzo per ascendere ad un livello di
coscienza dove il dolore si fonde e si confonde, dove il tutto è un
martirio, come dice il titolo stesso... Ora però non saprei davvero
che altro dire senza rovinarvelo... quindi a malincuore, chiudo
qui... sappiate solo che è un Horror nel vero senso della parola,
spaventoso, terrificante, profondo e non si tratta di uno splatter,
non è un Torture Porn, assolutamente no, non lasciatevi ingannare
dalle descrizioni, non è un film d' esploitation, è uno shock movie
a mio avviso, ma non per l' estremismo visivo... l' estremo raggiunto
da Martyrs è di altro tipo... Vedere per credere...e comprendere !
Anthony