Di Anthony
<<I tuoi capezzoli rossi, come
ciliegie o fragole, monopolizzano lo sguardo, suscitano sensazioni
dolci e potenti. L’ incavo delle tue clavicole, il lago secco, dove
il mio bacio trova casa, sotto le linee del tuo collo, lunghe ed
inevidenza, spettacoli divini, come fiumi in piena si riversano sull’
altopiano del tuo seno, il calore che emani, è la grazia che da la
vita nata nella valle del tuo ventre, perché tu, donna mia e mia
soltanto, sei il respiro che mi fa sognare, la luce che dona la vista
agli occhi miei, tu, donna mia, sei ciò che permette al mio cuore di
pompare il sangue bollente, che in piena, invade le mie vene
cancellando ogni cosa e lasciando ovunque solo il tuo nome, ardente.
>> Paolo, in piedi accanto alla porta socchiusa, ammirava la
sua ragazza, come se fosse l’ opera maestra del più grande degli
artisti. Nella penombra della stanza, un fascio di luce solare,
sfacciato, entrava tra le tapparelle abbassate, accarezzando il mazzo
di rose rosse portato in dono, come ogni fidanzato che si rispetti
dovrebbe fare, perché non v’è passione più onesta, di quella di
cui parlano i fiori.
Accarezzando il suo corpo, dalla pelle
d’ oca per il contatto con la formìca fredda, Francesca era
sdraiata sul tavolo, sapeva cosa stava per succedere e, quando Paolo
si alzò, discostandosi dall’ infisso della porta, iniziò a
tremare…
La lingua del
ragazzo, seguiva il movimento che poco prima aveva fatto il suo dito
lungo la gamba. Arrivato dietro al ginocchio destro, il viso di Paolo
si fermò e numerosi baci vennero lasciati nella zona, proprio in
mezzo ai tendini. Il suo movimento era lento e dolce, gustava il
momento e tutto il profumo della sua amante. Francesca sentiva i
brividi salire lungo la coscia, ma dopo un po’, pensò che quel
movimento nascondesse qualcosa di vampiresco, stava per ritrarre la
gamba, quando il dito indice di Paolo, scivolò con il dorso tra i
leggins, velocemente, dall’ ano alle labbra del pube, che mano a
mano andavano gonfiandosi. Tre dita, furono posizionate sopra l’
invitante rigonfiamento tra le cosce e premendo appena, Paolo le
faceva muovere disegnando piccoli cerchi e, quando finalmente sentì
la clitoride turgida sotto le dita, alzò lo sguardo e le disse :<<
Chiudi gli occhi...prenditi qualche secondo... in silenzio... voglio
che immagini il mio cazzo, con le palle gonfie... che poggia la punta
calda sulle tue labbra... – il suo linguaggio maleducato, eccitava
ancora di più la ragazza - si muove un po'... struscio sul clitoride
per tutta la lunghezza... prima verso l' alto, piano... poi torna
giù...ancora piano piano... alzi il bacino e a quel punto, te lo
spingo dentro... tutto d' un fiato... aprendoti...senti il calore che
t' invade...ti tengo stretta per i fianchi e te lo sbatto dentro con
forza... gustati il momento...- la sua voce era ferma e profonda,
comandava la sua compagna, senza lasciarle il fiato per provare a
ribattere, poi continuò - prova a pensare al mio sesso, che
prepotente ti percorre le viscere, mettiti le dita dentro e immagina
la scena... vorrei che ti abbassassi gli slip per me... >>. La
ragazza non assecondò il suo desiderio, ma prese a muovere il
bacino, le sue mani trovarono quella di Paolo che continuava a
muoversi lentamente sui suoi leggins, ormai fradici, tenendo strette
le sue dita, le costrinse a muoversi più velocemente. Si leccava le
labbra socchiudendo gli occhi, mentre il suo bacino, creava un
eccitantissimo movimento, sensuale e porco allo stesso tempo. Le dita
del ragazzo, l’ indice e il medio, tennero stretto la clitoride, e,
mentre il palmo continuava a massaggiare le labbra, che sempre di più
bagnavano la stoffa sintetica dei pantaloni, la punta delle dita
stringevano l’ organo erettile, muovendone la pelle su e giù. Lo
massaggiavano ai lati, prima a destra, poi a sinistra, passando da
sotto… solo la punta non veniva sfiorata, anche perché era il
tocco della stoffa a lambirne la punta. Il movimento durò ancora
qualche minuto, fino a che, Francesca, ansimando, tra un gemito e l’
altro, riuscì appena a pronunciare le parole “Ti prego…leccamela…”
ma Paolo non fece altro che sorridere, si sistemò in modo che la sua
bocca, sfiorasse il sesso della sua ragazza, ma, proprio quando
pareva che stava per esaudire la sua richiesta, Paolo pronunciò
queste parole : <<I tuoi occhi cercano i miei, abbassi la
fronte e ti appoggi alla sedia, aprendo le gambe... capisco che è il
momento di darti piacere e, portando quanta più saliva possibile
dietro di se, la mia mano scende... tu abbassi rapidamente i
pantaloni rivelando il tuo tesoro, che mi fa impazzire e, senza
perdere un secondo, ci metto sopra la mano piena di saliva... calda e
densa... le labbra colano, gonfie di piacere... e ci passo le dita in
mezzo... premo il palmo sopra... muovo la mano, creando dei piccoli
cerchi... e poi, finalmente, tiro piano, senza farti male, le grandi
labbra, facendo uscire il clitoride, turgido e bramante di sesso... è
in quel momento, che slacciandomi i pantaloni, ti guardo negli occhi
e maliziosamente, ci poggio la lingua... appena il tuo corpo si
contorce, inarcando la schiena, prendo la tua mano... e me la porto
sul mio cazzo...duro, gonfio... la giro e la stringo intorno... >>.
Eppure, nessuna di queste cose fu realizzata. L’ eccitazione
impediva a Paolo di ragionare pienamente, eppure, con la mano destra
tra le gambe tremanti di Francesca, il suo monologo continuò :<<
La guardo, la bacio, la respiro... passo la lingua sul monte di
venere e continuo a darci piccoli e numerosi bacini... tutto
intorno...vorrei dirle quanto la amo... ma mi limito a succhiare il
clitoride, a strusciarci la lingua sotto... e il tuo sapore mi
inebria...metto le dita in verticale... l' indice tocca la punta,
mentre medio e anulare, scivolano intensamente tra le labbra... la
muovo velocemente... premendo forte ora... ti sto masturbando
seriamente e con l' altra mano, tengo stressa la tua intorno al mio
sesso... a volte la succhio forte, prendendo in bocca tutte le
labbra... infilandoci la lingua dentro... la premo intorno alle
pareti, forte... non riesco a farne a meno... ti passo un dito sul
secondo buchetto... lo bagno per bene.. – Poi continuò - scendo
baciandoti tutto intorno... adoro quando mi stringi la testa tra le
cosce...metto il naso tra le labbra e la lingua scende... sul tuo
ano... lecco bene tutto intorno... quella pelle morbida e
delicatissima... bacio a fondo l' incavo tra le tue chiappe e muoio
vedendo che alzi il bacino spingendolo in fuori... la tua voglia mi
accende dentro... leccando avidamente, con tanta saliva che mi cola
anche sulla faccia, piano infilo un dito... sento i tuoi spasmi che
me lo cingono e ne approfitto per farlo entrare di più... con l'
altra mano ti struscio il clitoride...>>. Le mani di
Francesca, a questo punto, lasciarono le dita di Paolo, velocemente
si sfilò i leggins e l’ erezione del ragazzo, si strusciò sulle
labbra bagnate e calde… fece per penetrarla ma si fermò, Paolo
godeva nel vedere la sua compagna ridotta senza forze per via di tale
eccitazione, il glande iniziò a masturbare la clitoride della
giovane, che ansimando, pregò il ragazzo “No, non così…per
favore…ora non più…”. Sorrise. Paolo pensò che era ora di
scopare finalmente e, senza nessun preavviso, penetrò a fondo la
ragazza, tenendola stretta per i fianchi. Francesca si sentì invasa
dal calore crescente, si sentiva riempire e respirava ogni volta che
il maschio si ritraeva, prima di tornare dentro di lei, ancora più
prepotente ed esigente. Paolo tirava la ragazza dai fianchi verso di
se, quando la penetrava, per poi rilasciarla un istante dopo, prima
di ripetere la cosa, ancora e ancora, tirarlo fuori, quel tanto che
basta per risbatterlo ancora dentro con forza. Estasiato, ammirava il
seno rigoglioso della giovane, che si muoveva seguendo il movimento
dei due corpi, così si chinò su di lei e la baciò con passione. Le
loro lingue, ora erano insieme, unite in una danza armoniosa e senza
sosta, tutto era bollente e, le mani scorrevano sulla schiena,
premendo a fondo. La pelle umida e sudata, veniva tirata, lasciando
solchi rossi che parlavano di passione. Quando le mani del ragazzo,
affondarono nei meravigliosi capelli di lei, non gli fu più
possibile trattenersi : Si alzò di colpo, dal suo pene carico,
spruzzò una grande quantità di sperma denso e caldissimo, che colò
all’ esterno del canale vaginale, macchiando il tavolo. Tenendolo
con la mano destra, ogni volta che la pelle veniva tirata all’
indietro, un bianco flotto caldo si riversava sul ventre e sul seno
della ragazza, per diverse volte. La giovane si contorceva, infuocata
da tale azione. A quel punto, i ragazzi esausti, crollarono l’ uno
sull’ altra, scoppiando a ridere, baciandosi teneramente, poi,
Francesca, sorridendo gli disse :<< Sei un bastardo, uno
stronzo immenso, lo sai ?!>> e lui rispose : << Si, lo
so, e so anche che ti piace da morire !>>. Risero e
continuarono a baciarsi, erano complici… come un solo essere.
FINE
Anthony
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