A cura di Anthony
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Finalmente ! Aspettavo con trepidazione
l' edizione 2017 dell' Agglutination Metal Fest, che anche quest'
anno si riconferma come il più grande ed importante festival metal
del sud Italia, con un bill di tutto rispetto. Tanti ormai sono i
grandi nomi che si sono succeduti sul palco dell' Agglutination, come
Cannibal Corpse, Marduk, Edguy, Obituary, addirittura Carcass e
Therion, e tantissime altre band internazionali. Quest'anno, è stata
la volta di Sodom e Venom, ma andiamo per ordine.
Arrivo con un certo ritardo a
Chiaromonte (PZ), ed è già un' emozione rivedere la collina sulla
quale sorge la cittadina. La campagna circostante e la grande
ospitalità di queste persone, che una volta all' anno si ritrovano
la città bloccata ed invasa da capelloni metallari ! A proposito di
questo, perdo ancora un po' di tempo per trovare un parcheggio, ma
finalmente riesco ad arrivare al campetto della scuola, proprio
durante lo show degli IN.SI.DIA, che con il loro Thrash-Hardcore,
deliziano i presenti e, propongono addirittura una cover della
leggendaria band torinese dei “Negazione”, ovvero “Tutti
Pazzi”. Una bellissima sorpresa, e se questi sono i propositi, mi
rammarico di non essere riuscito ad assistere alle performance delle
band precedenti, cioè Memories of a Lost Soul, Ghost of Mary,
Assaulter e Gravestone, ma poco male, il pubblico sembra rilassato e
già divertito, quindi sono certo che siano state grandiose.
Gli IN.SI.DIA scendono dal palco poco
dopo, giusto il tempo di posizionare strumenti e suoni, ed è pronto
il tabellone di quella che sarà la vera rivelazione di questo
Agglutination, il primo dei Main Events della serata, ovvero i “White
Skull”, che con tanto di teschio bianco sotto al microfono
principale, fanno la loro entrata a luci basse, uno ad uno. Ciò che
colpisce immediatamente, è inutile negarlo, sono i capelli biondi
della bella Federica, ma imbracciate le asce, la band inizia a far
vedere di che pasta sono fatti. Lo show è grandioso, io conoscevo
già questa band di nome, ma non mi era mai capitato di ascoltarli
dal vivo e devo dire che mi hanno lasciato a bocca aperta. L' ugola
della singer mescola un pulito in pieno stile Thrash metal, con uno
scream acido e perfettamente integrato nel pezzo, i cori sono
perennemente ben dosati ed entrano in gioco solo quando ne è
richiesta la presenza, tastiere perfette, per niente invadenti (come
ahimé, capita spesso con altre band dotate di Keyboards), ma
soprattutto, gli eccezionali e mastodontici assoli di Danilo.
Qualcosa da lasciare sconcertati, faceva cantare quella Ibanez che
sembrava un misto tra Maria Callas e Sasha Grey, ma con la grazia e
la sensualità di Grace Kelly e Simone Simons, qualcosa che mi ha
lasciato senza parole, composizioni da orgasmo ed una tecnica
ostentata senza arroganza, né aria di superiorità, ma anzi, insieme
alla stimolazione assolutamente erotica di certe note che facevano
tremare i clitoridi delle donzelle presenti, trasmetteva anche tanta
riconoscenza per gli applausi che giustamente ricevevano e la
contentezza e l' orgoglio, di essere li su quel palco, con la propria
musica. Una band come tutte dovrebbero essere. Conclusasi la
performance dei White Skull, perfettamente, così come era iniziata,
si riaccendono le luci, per dare il tempo ai tecnici di fare il loro
lavoro sul palco ed al pubblico di ristorarsi ai vari stand sempre
presenti ad ogni edizione e di usare gratuitamente i bagni, messi a
disposizione dalla grande organizzazione del festival, ed il palco si
colora d' azzurro, con un immenso logo che capeggia sul palco, una
parola “Sodom” ed il pubblico si affretta a prendere il proprio
posto in prima fila per il secondo Main Event. Così il boato
accoglie Tom Angelripper e company e si inizia immediatamente a
martellare. I Sodom sono una vera e propria macchina da guerra,
inarrestabili continuano a macinare accordi in up, mentre il pubblico
poga e qualcuno si fa lanciare oltre le transenne. Dopo circa 5 brani
eseguiti dalla band, si rompe una corda al basso di Angelripper e
bisogna attendere la sostituzione, mentre il frontman intrattiene la
folla che al grido di “Sodom, Sodom”, attende impaziente che sia
tutto in ordine per riprendere il delirante pogo che partirà
immediatamente dopo e che porterà la band ad eseguire i pezzi
storici e più amati, come “M16”, “Blasphemer”, “Agent
Orange”, “Ausgebombt”, “Nuclear Winter”, “Remember the
Falling” e soprattutto le monumentali “City of God” e “Napalm
in the Morning”, con il palco che si colora di rosso acceso, blu e
giallo quando occorre. Pian piano anche i Sodom giungono al termine,
ed il momento che tutti aspettavano è praticamente giunto. Lo
storico logo dei Venom viene issato, con tanto di satanasso sul retro
della batteria e quando si calano le luci, ecco che dal lato sinistro
del palco, Cronos, Rage e Danté fanno la loro comparsa. Devo dire
che il pubblico, forse per la stanchezza, si era raffreddato un
pochino, nonostante le continue incitazioni di Cronos, che si lascia
andare ad una fecciatina nei confronti di quei “Venom Inc.”,
tenendoci a ribadire che esiste soltanto una band chiamata Venom, ed
è quella che sta suonando su quel palco quella sera. Così anche il
pubblico ritrova le forze e, nonostante resti leggermente impalato
senza un pogo o a grandi acclamazioni, esplode letteralmente durante
i grandi classici della band, come “Countess Bathory”, la
leggendaria “Black Metal” ed il colpo finale, è un vero pezzo di
storia, cioè “In League with Satan”. Un' ora e mezza abbondante
che è la ciliegina sulla torta di un festival magnifico, che di anno
in anno porta prestigio al metal in Italia ed in particolare al Sud,
sempre troppo dimenticato dai grandi eventi. Peccato che Cronos non
si conceda a foto o autografi con i fan, ma preferisce scappare
subito, senza neanche rilasciare una dichiarazione a noi giornalisti,
ma tant' è, il caro vecchio dio del tempo è così, o lo si odia o
lo si ama, ma devo dire che questa sera, con la sua band, colonna
portante del metal mondiale, si è fatto apprezzare non poco !
Grazie immenso all' organizzazione e a
tutti quelli che hanno permesso tutto questo. All' anno prossimo per
un nuovo Agglutination !
Anthony