Dopo il debutto omonimo del 2008, tornano i Voland con il
secondo Ep, chiamato “Voland 2”, uscito in mini-cd nel 2017 di cui sto per
parlarvi, con un po’ di ritardo (mea culpa).
La prima cosa che salta all’occhio, è sicuramente il formato
in cui sono racchiusi i quattro brani che compongono “Voland 2”, i mini dischi sono
rari, scomodi e ognuno, legittimamente, si chiede se funzionano nel proprio
impianto. Ma, com’è ovvio che sia, dietro una scelta particolare, c’è sempre
una ben precisa scelta artistica o anche semplicemente stilistica. Bando alle
ciance, iniziamo subito!
“1917”, è il primo pezzo, l’inizio di questo black metal
sinfonico e grezzo con cantato in italiano, che alterna uno scream sfatto e
sinceramente poco convincente, ad un cantato simil-lirico curioso che alterna l’italiano
al russo. I testi infatti parlano della Russia sovietica e rivoluzioni
proletarie, quasi a voler sfacciatamente dimostrare che il black metal non è
sinonimo di destra e non è unicamente accostabile alla parte di pubblico che
oltre al cuore, di nero ha anche la camicia… Personalmente, la politica in
musica mi ripugna, da qualsiasi parte arrivi. La politica divide e la musica
unisce, non vedo come le due cose possano convivere, quindi non apprezzo la
scelta dell’argomento trattato, ma non in quanto “rosso”, ma in quanto
politico. Avrei preferito l’ennesima storia di demoni, tagli sui polsi, sangue
e sesso, e l’ennesimo sermone sull’arrivo dell’apocalisse e l’ascesa di Satana.
Ma tant’è, proseguiamo quindi con “Ottobre”, questa volta
totalmente cantata in italiano. Le tematiche restano le stesse, ma la
produzione sembra migliorare, o forse sono le mie orecchie ad essersi abituate
al sound dei bergamaschi e mi trovo ad apprezzare maggiormente, a livello
musicale, questo brano rispetto all’apertura. Interessante il riffing dilatato
e solenne e il ritmo sostenuto rende tutto piacevole e adatto ad un bel
head-banging.
“Dubina”, e la sua cantilena, aprono velocemente prima del
sinfonico riff, potente e solenne, rapido si muove e segna solchi che di colpo
diventano scarlatti, sotto un testo di nuovo cantato in italiano ed in russo, con
addirittura una strofa in tedesco! Una prova di black metal poliglotta
notevole, ma soprattutto violento e convinto nei propri valori e convinzioni,
che, chi apprezza la musica politicizzata o ne condivide gli ideali, apprezzerà
sicuramente.
L’outro è un componimento strumentale, salvo per qualche
campionamento, che ci immerge direttamente nel vissuto del periodo, quel 1917
in cui la rivoluzione d’ottobre lasciò il suo segno nella storia, facendoci
assaporare la realtà del momento, i suoni, ma anche gli odori e i sapori che
quella gente respirava e viveva ogni giorno.
Sicuramente un lavoro controverso che non piacerà a tutti,
ma ciò non toglie nulla alla maestria ed all’epica ferocia dei “Voland”, che
tirano fuori un lavoro, sicuramente da ascoltare! Scusandomi per il ritardo
della recensione, vi invito tutti ad ascoltare questo Ep, sorvolando
(eventualmente) sul fattore politico.
Anthony
Band : Voland
Album : Voland 2
Paese : Italia
Città : Bergamo
Line up: Haiwas (Tutti gli strumenti)
Rimmon (Voce)
Contatti : Facebook